Indagine di Confartigianato Puglia sulle dichiarazioni Iva
Diminuiscono le aziende ma aumenta il giro d'affari. Il volume d'affari dichiarato è aumentato di quasi 3,5 miliardi di euro
venerdì 6 settembre 2013
12.57
Diminuiscono le imprese pugliesi, ma aumenta il giro d'affari dichiarato. Il dato emerge dalla prima indagine sulle dichiarazioni Iva, condotta dal Centro studi di Confartigianato Imprese Puglia su dati del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell'economia.
L'anno scorso sono state presentante, per via telematica, 315.428 dichiarazioni Iva da parte di lavoratori autonomi, ditte individuali e società pugliesi. Rispetto all'anno precedente, sono state 2.494 in meno, con una lieve flessione dello 0,8%. Ciononostante, il volume d'affari dichiarato è aumentato di quasi 3,5 miliardi di euro, pari al 4,6% in più. Il giro d'affari per chi ha esercitato nel 2012 attività con partita Iva ammonta a 79,9 miliardi di euro.
Dal confronto con l'anno precedente si evince che sia il volume d'affari che gli acquisti hanno registrato un incremento rispettivamente del 4,6% e del 5%, determinando una stagnazione del valore aggiunto finale, ossia della differenza tra il volume d'affari dichiarato e l'ammontare complessivo degli acquisti effettuati. La somma dei versamenti periodici, degli acconti e del saldo – come risulta da circa 188.000 dichiarazioni – fornisce l'ammontare dei versamenti totali, che hanno superato i 2,2 miliardi, in aumento di 61,6 milioni, pari al 2,9% rispetto all'anno precedente, con una media di 11mila euro.
Sull'incremento dell'aliquota ordinaria Iva al 22% si esprime il presidente di Confartigianato Imprese Puglia, Francesco Sgherza: "Questi dati dimostrano come sia indispensabile una riduzione della pressione fiscale a carico di famiglie e imprese. Con l'attuale recessione sarebbe un colpo mortale per la nostra economia incrementare, per l'ennesima volta, l'aliquota ordinaria Iva", aggiunge Sgherza. "Il Governo non può chiedere ancora sacrifici ai contribuenti, ma deve individuare, negli sprechi di denaro pubblico, le risorse necessarie per la stabilità dei conti nazionali".
L'imposta sul valore aggiunto, è passata dal 12% del 1973 all'attuale 21%. Senza un intervento del Governo, dal primo ottobre l'aliquota ordinaria salirà al 22%. Il rincaro sarebbe dovuto già scattare il primo luglio scorso, ma il Decreto lavoro ha spostato la scadenza in avanti di tre mesi. Ora si tratta di trovare le risorse per un ulteriore rinvio al 31 dicembre, ma lo Stato dovrebbe reperire circa un miliardo di euro. Dopodiché sarà la legge di stabilità per il 2014 a decidere cosa succederà da gennaio in poi.
L'anno scorso sono state presentante, per via telematica, 315.428 dichiarazioni Iva da parte di lavoratori autonomi, ditte individuali e società pugliesi. Rispetto all'anno precedente, sono state 2.494 in meno, con una lieve flessione dello 0,8%. Ciononostante, il volume d'affari dichiarato è aumentato di quasi 3,5 miliardi di euro, pari al 4,6% in più. Il giro d'affari per chi ha esercitato nel 2012 attività con partita Iva ammonta a 79,9 miliardi di euro.
Dal confronto con l'anno precedente si evince che sia il volume d'affari che gli acquisti hanno registrato un incremento rispettivamente del 4,6% e del 5%, determinando una stagnazione del valore aggiunto finale, ossia della differenza tra il volume d'affari dichiarato e l'ammontare complessivo degli acquisti effettuati. La somma dei versamenti periodici, degli acconti e del saldo – come risulta da circa 188.000 dichiarazioni – fornisce l'ammontare dei versamenti totali, che hanno superato i 2,2 miliardi, in aumento di 61,6 milioni, pari al 2,9% rispetto all'anno precedente, con una media di 11mila euro.
Sull'incremento dell'aliquota ordinaria Iva al 22% si esprime il presidente di Confartigianato Imprese Puglia, Francesco Sgherza: "Questi dati dimostrano come sia indispensabile una riduzione della pressione fiscale a carico di famiglie e imprese. Con l'attuale recessione sarebbe un colpo mortale per la nostra economia incrementare, per l'ennesima volta, l'aliquota ordinaria Iva", aggiunge Sgherza. "Il Governo non può chiedere ancora sacrifici ai contribuenti, ma deve individuare, negli sprechi di denaro pubblico, le risorse necessarie per la stabilità dei conti nazionali".
L'imposta sul valore aggiunto, è passata dal 12% del 1973 all'attuale 21%. Senza un intervento del Governo, dal primo ottobre l'aliquota ordinaria salirà al 22%. Il rincaro sarebbe dovuto già scattare il primo luglio scorso, ma il Decreto lavoro ha spostato la scadenza in avanti di tre mesi. Ora si tratta di trovare le risorse per un ulteriore rinvio al 31 dicembre, ma lo Stato dovrebbe reperire circa un miliardo di euro. Dopodiché sarà la legge di stabilità per il 2014 a decidere cosa succederà da gennaio in poi.