Infezione da escherichia coli, i casi in Puglia salgono a 16
Il contagio non è avvenuto con l’acqua di mare. Sotto osservazioni alcuni prodotti alimentari
giovedì 22 agosto 2013
10.45
Aumentano i casi di sindrome emolitico uremica registrati in Puglia. Dall'allarme lanciato dall'assessore regionale Elena Gentile ad oggi si è arrivati a quota 16.
Il Fatto Quotidiano ha approfondito la questione: sono 16 i casi di Seu in Puglia in meno di 2 mesi, 14 hanno riguardato bambini di età inferiore ai 36 mesi, i restanti due un adolescente e un adulto. Le aree interessate – secondo quanto riferisce il giornale - sono il litorale di Bari, la costa ionica della provincia di Taranto, il Salento e la zona di Brindisi.
I sintomi accusati da tutti sono più o meno gli stessi: dissenteria con sangue e muco nelle feci, dolore addominale, pallore, astenia, vomito. L'Osservatorio epidemiologico regionale pugliese sta conducendo analisi per capire quale possa essere la causa dell'infezione. Si stanno setacciando la filiera alimentare, quella zootecnica, le acque di balneazione e potabili. Al momento – riferisce il Fatto - l'unica certezza è che il contagio non è avvenuto con l'acqua di mare. I valori riscontrati nelle analisi sono tutti nella norma. Gli indiziati speciali sembrerebbero essere alcuni prodotti alimentari come carne, verdura, latte e derivati. L'elemento comune nei pazienti sarebbe stato il consumo di anguria, panini imbottiti di carne cotta sui furgoncini e insalata. Sulle angurie, in particolare, c'è il sospetto che siano state lavate con acqua contaminata.
La Seu è provocata da una infezione intestinale causata dal batterio escherichia coli.