Intervento di Carlo Scelzi, in merito al Centro Nicolas di Canosa
"Adesso serve solo concludere. I contratti sono un negozio giuridico tra più soggetti". "Per non essere inconcludenti o peggio"
sabato 28 settembre 2013
11.05
Si riporta di seguito un intervento del Presidente della 2^ Commissione Consiliare Permanente della Provincia di Barletta - Andria - Trani "Politiche del Lavoro, Sociali, Sanità e Volontariato", Carlo Scelzi, in merito al Centro Nicolas di Canosa di Puglia.
E' emblematico e frustrante assistere alla querelle sul Centro Nicolas di Canosa di Puglia - Comunità socio/riabilitativa e Centro diurno socio/educativo e riabilitativo - in una fase nella quale da una parte chiudono ospedali e reparti e dall'altra il potenziamento dei servizi territoriali rimane, al momento, una panacea solo promessa.
Voluta dalla precedente Amministrazione di Canosa con il Sindaco Francesco Ventola, grazie al supporto dell'Ufficio Politiche Sociali e dell' Ufficio Tecnico Comunale, fatta propria ed inserita nel Piano Sociale di Zona del 2005, di cui fanno parte anche i Comuni di Minervino Murge e Spinazzola, la struttura è stata realizzata a seguito di una intelligente operazione pubblico-privato. Difatti, a fronte di risorse reperite dal Comune di Canosa presso il Ministero delle Politiche Sociali per oltre 400 mila euro, vi è stata una compartecipazione più sostanziosa dei privati, pari a ben 1 milione e 150 mila euro.
Costruito in un'area che ha consentito il recupero di una zona degradata e dotato di posti residenziali e semiresidenziali, il Centro è il frutto di un Protocollo d'Intesa tra il Comune di Canosa e la Direzione Generale dell' allora BA/1 - siamo nell'anno 2003. L'obiettivo era quello di andare incontro ad una domanda di indubbia valenza sociale, a beneficio diretto di pazienti disabili e delle loro famiglie nel territorio della nostra Asl, per farne un fiore all'occhiello e rispondere ad una domanda più ampia favorendo - perché no - anche un' occasione economico-occupazionale a beneficio dei Cittadini dei nostri Territori.
Nonostante la preziosa dimostrazione di efficienza pubblica - è stato uno dei primi esempi che ha saputo sfruttare innovative collaborazioni pubblico-private, rispettando modalità e cronoprogrammi - oggi rischia di trovarsi difronte ad una caso assurdo di sperpero di danaro pubblico: tutto è stato fatto, la struttura è pronta, conforme agli standard e munita delle autorizzazioni necessarie, ma non apre i battenti.
In tutta questa vicenda, come rappresentanti politici del Territorio provinciale, siamo doverosamente intervenuti per contribuire a risolvere il bandolo - che appariva da subito intricato - della matassa. Abbiamo incontrato diverse volte tutte le parti in questione, verificando di persona anche il completamento del Centro, la cui efficienza e cura nella costruzione e progettazione dei più piccoli dettagli, ci ha lasciato piacevolmente sorpresi.
Dopo tutta questa sintetica premessa, è legittimo chiedersi se è possibile apprendere solo oggi le ragioni che impediscono la sottoscrizione della convenzione da parte dell'Asl.
Perciò, proprio nell'interesse pubblico che ha mosso l'iniziativa, ma anche perchè non siano scoraggiate queste forme di collaborazioni compartecipative, pretendiamo che termini questo gioco al rimpiattino per la firma della convenzione tra il soggetto gestore, il quale non apre la struttura senza la firma del contratto temendo una fase interlocutoria onerosa, e la Asl che non firma finchè la struttura rimane chiusa, in un circolo vizioso senza fine.
Per non essere inconcludenti o peggio - pratica diffusa ai giorni nostri - criticare senza esporre una soluzione concreta, proponiamo che si firmi un impegno propedeutico o un atto con termini e condizioni vincolanti che garantiscano entrambe le parti, di cui è anche giusto comprendere le indecisioni ed i timori, ma che vanno aiutate a superare l'empasse nel pubblico interesse. E' essenziale fare un passo avanti utilizzando il buon senso, se è vero che il servizio offerto serve ai pazienti perché la struttura è nuova ed adeguata, riduce il disagio delle famiglie interessate e concorre nella riduzione della mobilità passiva, che vede dirottare altrove le risorse finanziarie del Fondo regionale e del Bilancio della nostra Asl.
Come Commissione provinciale competente in materia che ho l'onore di presiedere - composta dai Consiglieri Michele Dicorato, Pina Marmo, Nicola Di Palma, Giuseppe Dipaola, Fedele Lovino, Saverio Fucci, Savino Matarrese, Alfonso Russo e Benedetto Silvestri Vigilante - come detto sopra abbiamo voluto approfondire la problematica con audizioni tenute nei mesi scorsi. Condivisibili sono i differenti punti di vista e riconoscibili sono gli sforzi reciproci fatti se è vero che la stessa Asl ha molto lavorato nell'interfacciarsi con i diversi soggetti in campo, famiglie ed istituzioni locali direttamente interessate.
Adesso serve solo concludere. I contratti sono un negozio giuridico tra più soggetti, sono l'incontro di volontà. Basta esprimerle formalmente individuando le clausole che garantiscono l'interesse perseguito e tutelano le parti.
A fronte delle riconosciute capacità gestionali, sicuramente esiste la formula giuridicamente idonea a concludere nel migliore dei modi il caso, nell' unico e preminente interesse degli Utenti.
Carlo Giuseppe Scelzi,
Presidente 2^ Commissione "Politiche del Lavoro, Sociali, Sanità e Volontariato"
Provincia di Barletta - Andria - Trani
E' emblematico e frustrante assistere alla querelle sul Centro Nicolas di Canosa di Puglia - Comunità socio/riabilitativa e Centro diurno socio/educativo e riabilitativo - in una fase nella quale da una parte chiudono ospedali e reparti e dall'altra il potenziamento dei servizi territoriali rimane, al momento, una panacea solo promessa.
Voluta dalla precedente Amministrazione di Canosa con il Sindaco Francesco Ventola, grazie al supporto dell'Ufficio Politiche Sociali e dell' Ufficio Tecnico Comunale, fatta propria ed inserita nel Piano Sociale di Zona del 2005, di cui fanno parte anche i Comuni di Minervino Murge e Spinazzola, la struttura è stata realizzata a seguito di una intelligente operazione pubblico-privato. Difatti, a fronte di risorse reperite dal Comune di Canosa presso il Ministero delle Politiche Sociali per oltre 400 mila euro, vi è stata una compartecipazione più sostanziosa dei privati, pari a ben 1 milione e 150 mila euro.
Costruito in un'area che ha consentito il recupero di una zona degradata e dotato di posti residenziali e semiresidenziali, il Centro è il frutto di un Protocollo d'Intesa tra il Comune di Canosa e la Direzione Generale dell' allora BA/1 - siamo nell'anno 2003. L'obiettivo era quello di andare incontro ad una domanda di indubbia valenza sociale, a beneficio diretto di pazienti disabili e delle loro famiglie nel territorio della nostra Asl, per farne un fiore all'occhiello e rispondere ad una domanda più ampia favorendo - perché no - anche un' occasione economico-occupazionale a beneficio dei Cittadini dei nostri Territori.
Nonostante la preziosa dimostrazione di efficienza pubblica - è stato uno dei primi esempi che ha saputo sfruttare innovative collaborazioni pubblico-private, rispettando modalità e cronoprogrammi - oggi rischia di trovarsi difronte ad una caso assurdo di sperpero di danaro pubblico: tutto è stato fatto, la struttura è pronta, conforme agli standard e munita delle autorizzazioni necessarie, ma non apre i battenti.
In tutta questa vicenda, come rappresentanti politici del Territorio provinciale, siamo doverosamente intervenuti per contribuire a risolvere il bandolo - che appariva da subito intricato - della matassa. Abbiamo incontrato diverse volte tutte le parti in questione, verificando di persona anche il completamento del Centro, la cui efficienza e cura nella costruzione e progettazione dei più piccoli dettagli, ci ha lasciato piacevolmente sorpresi.
Dopo tutta questa sintetica premessa, è legittimo chiedersi se è possibile apprendere solo oggi le ragioni che impediscono la sottoscrizione della convenzione da parte dell'Asl.
Perciò, proprio nell'interesse pubblico che ha mosso l'iniziativa, ma anche perchè non siano scoraggiate queste forme di collaborazioni compartecipative, pretendiamo che termini questo gioco al rimpiattino per la firma della convenzione tra il soggetto gestore, il quale non apre la struttura senza la firma del contratto temendo una fase interlocutoria onerosa, e la Asl che non firma finchè la struttura rimane chiusa, in un circolo vizioso senza fine.
Per non essere inconcludenti o peggio - pratica diffusa ai giorni nostri - criticare senza esporre una soluzione concreta, proponiamo che si firmi un impegno propedeutico o un atto con termini e condizioni vincolanti che garantiscano entrambe le parti, di cui è anche giusto comprendere le indecisioni ed i timori, ma che vanno aiutate a superare l'empasse nel pubblico interesse. E' essenziale fare un passo avanti utilizzando il buon senso, se è vero che il servizio offerto serve ai pazienti perché la struttura è nuova ed adeguata, riduce il disagio delle famiglie interessate e concorre nella riduzione della mobilità passiva, che vede dirottare altrove le risorse finanziarie del Fondo regionale e del Bilancio della nostra Asl.
Come Commissione provinciale competente in materia che ho l'onore di presiedere - composta dai Consiglieri Michele Dicorato, Pina Marmo, Nicola Di Palma, Giuseppe Dipaola, Fedele Lovino, Saverio Fucci, Savino Matarrese, Alfonso Russo e Benedetto Silvestri Vigilante - come detto sopra abbiamo voluto approfondire la problematica con audizioni tenute nei mesi scorsi. Condivisibili sono i differenti punti di vista e riconoscibili sono gli sforzi reciproci fatti se è vero che la stessa Asl ha molto lavorato nell'interfacciarsi con i diversi soggetti in campo, famiglie ed istituzioni locali direttamente interessate.
Adesso serve solo concludere. I contratti sono un negozio giuridico tra più soggetti, sono l'incontro di volontà. Basta esprimerle formalmente individuando le clausole che garantiscono l'interesse perseguito e tutelano le parti.
A fronte delle riconosciute capacità gestionali, sicuramente esiste la formula giuridicamente idonea a concludere nel migliore dei modi il caso, nell' unico e preminente interesse degli Utenti.
Carlo Giuseppe Scelzi,
Presidente 2^ Commissione "Politiche del Lavoro, Sociali, Sanità e Volontariato"
Provincia di Barletta - Andria - Trani