Intitolazione della strada al prete missionario “monsignor Peppino Giuliani”
La Salvia: "serve a ricordare la nobile figura di un sacerdote, originario di Canosa". "Quella targa sarà come un campanello che suonerà per ricordare"
sabato 7 settembre 2013
10.58
È stata intitolata a "don Peppino Giuliani" la vecchia via Cesare Malpica, nei pressi della chiesa di "Gesù, Giuseppe e Maria" di Canosa. Alla delibera di Giunta n. 91 dell'1 maggio 2013, ha fatto seguito la cerimonia che si è svolta giovedì 5 settembre, nel corso della quale il sindaco Ernesto La Salvia ha scoperto la targa "Monsignor Professor Giuseppe Giuliani – Educatore".
Alla cerimonia sono intervenuti, oltre al primo cittadino, il vicesindaco Pietro Basile, gli assessori comunali Laura Lupu, Sabino Facciolongo e Giovanni Quinto, il presidente del Consiglio comunale, Pasquale Di Fazio, monsignor Felice Bacco, parroco della Cattedrale "San Sabino", don Vito Miracapillo, parroco della parrocchia "Gesù, Giuseppe e Maria" e alcuni consiglieri comunali.
"L'intitolazione della strada - ha detto il sindaco La Salvia - serve a ricordare la nobile figura di un sacerdote, originario di Canosa, che ha incarnato appieno la figura del prete missionario. Don Peppino è stato capace di abbandonare una promettente carriera ecclesiastica per dedicarsi ai più poveri, ai più bisognosi. La sua vita ci sia d'esempio: anche la politica dovrebbe rappresentare maggiormente lo spirito di servizio nei confronti del prossimo. Soprattutto verso gli ultimi. Occorre che si insegni anche ai più giovani il valore dell'impegno quotidiano per il bene comune. Quella targa sarà come un campanello che suonerà per ricordare ai canosini come si possa vivere mettendo la propria vita completamente a disposizione degli altri".
Nel corso dell'incontro con i cittadini, che si è svolto in precedenza all'oratorio "San Luigi" della vicina parrocchia, don Vito, ha illustrato ai presenti il profilo biografico della nobile figura di don Peppino.
Canonico della Cattedrale di Canosa, don Peppino ha fondato nel periodo post bellico la sezione "Scout Asci" di Canosa di Puglia e il "Centro Sportivo Italiano". Ha ricoperto incarichi prestigiosi come quello di Preside del Ginnasio di Canosa, Rettore del Seminario Vescovile di Andria e quello di professore di Teologia del "Pontificio Seminario Regionale" di Benevento. Dopo diversi anni dedicati allo studio ed all'insegnamento della Dottrina e delle materie umanistiche, ha preferito rinunciare alla brillante carriera che lo vedeva ascendere verso le più alte cariche ecclesiastiche e nel 1963 è partito per fare il missionario nel Nord-Est del Brasile (Pernambuco), dove regnavano la miseria e l'analfabetismo.
In un contesto così difficile, il prete missionario si è prodigato per circa 40 anni per la diffusione dell'istruzione, della dottrina cristiana e del riconoscimento della dignità umana, mettendo spesso a repentaglio la propria incolumità e scontrandosi con il contesto politico del tempo. Per la sua preziosa opera pastorale, svolta con grande umiltà, la Chiesa Cattolica lo ha nominato "Prelato d'Onore di Sua Santità Paolo VI". Dopo un periodo di malattia e cure, don Peppino si è spento a Canosa di Puglia il 4.9.2000. A otto anni dalla morte, gli è stato assegnato il premio "Alla Memoria" del "Premio Diomede". Inoltre, le sue linee guida, indicative e fondamentali per la gestione delle opere missionarie, sono state ribadite nei discorsi pronunciati lo scorso 2007 da Papa Benedetto XVI, nel corso del suo viaggio in Brasile.
ufficio stampa
Francesca Lombardi
Alla cerimonia sono intervenuti, oltre al primo cittadino, il vicesindaco Pietro Basile, gli assessori comunali Laura Lupu, Sabino Facciolongo e Giovanni Quinto, il presidente del Consiglio comunale, Pasquale Di Fazio, monsignor Felice Bacco, parroco della Cattedrale "San Sabino", don Vito Miracapillo, parroco della parrocchia "Gesù, Giuseppe e Maria" e alcuni consiglieri comunali.
"L'intitolazione della strada - ha detto il sindaco La Salvia - serve a ricordare la nobile figura di un sacerdote, originario di Canosa, che ha incarnato appieno la figura del prete missionario. Don Peppino è stato capace di abbandonare una promettente carriera ecclesiastica per dedicarsi ai più poveri, ai più bisognosi. La sua vita ci sia d'esempio: anche la politica dovrebbe rappresentare maggiormente lo spirito di servizio nei confronti del prossimo. Soprattutto verso gli ultimi. Occorre che si insegni anche ai più giovani il valore dell'impegno quotidiano per il bene comune. Quella targa sarà come un campanello che suonerà per ricordare ai canosini come si possa vivere mettendo la propria vita completamente a disposizione degli altri".
Nel corso dell'incontro con i cittadini, che si è svolto in precedenza all'oratorio "San Luigi" della vicina parrocchia, don Vito, ha illustrato ai presenti il profilo biografico della nobile figura di don Peppino.
Canonico della Cattedrale di Canosa, don Peppino ha fondato nel periodo post bellico la sezione "Scout Asci" di Canosa di Puglia e il "Centro Sportivo Italiano". Ha ricoperto incarichi prestigiosi come quello di Preside del Ginnasio di Canosa, Rettore del Seminario Vescovile di Andria e quello di professore di Teologia del "Pontificio Seminario Regionale" di Benevento. Dopo diversi anni dedicati allo studio ed all'insegnamento della Dottrina e delle materie umanistiche, ha preferito rinunciare alla brillante carriera che lo vedeva ascendere verso le più alte cariche ecclesiastiche e nel 1963 è partito per fare il missionario nel Nord-Est del Brasile (Pernambuco), dove regnavano la miseria e l'analfabetismo.
In un contesto così difficile, il prete missionario si è prodigato per circa 40 anni per la diffusione dell'istruzione, della dottrina cristiana e del riconoscimento della dignità umana, mettendo spesso a repentaglio la propria incolumità e scontrandosi con il contesto politico del tempo. Per la sua preziosa opera pastorale, svolta con grande umiltà, la Chiesa Cattolica lo ha nominato "Prelato d'Onore di Sua Santità Paolo VI". Dopo un periodo di malattia e cure, don Peppino si è spento a Canosa di Puglia il 4.9.2000. A otto anni dalla morte, gli è stato assegnato il premio "Alla Memoria" del "Premio Diomede". Inoltre, le sue linee guida, indicative e fondamentali per la gestione delle opere missionarie, sono state ribadite nei discorsi pronunciati lo scorso 2007 da Papa Benedetto XVI, nel corso del suo viaggio in Brasile.
ufficio stampa
Francesca Lombardi