Istat: la Bat tra le 15 province italiane con il più alto tasso di disoccupazione

La nota di Unimpresa Bat e la crisi del dialogo sociale

mercoledì 18 giugno 2014 7.26
«Con quella di Foggia e di Lecce la Bat risulta essere, secondo il recente rapporto Istat relativo al primo trimestre del 2014, la Provincia con più disoccupati tra le 15 Province italiane che vivono questa condizione negativa. Una condizione che impone immediatamente una riflessione che pare non sia stata finora presa neanche in considerazione e per la quale ci si chiede se le politiche del lavoro attuate sul territorio siano state efficaci o meno. Ma il dramma è che, se escludiamo l'azione attiva dell'Ente Provincia di Barletta Andria Trani, nei comuni della Bat esse sono praticamente inesistenti. Un deficit culturale, politico, amministrativo e dirigenziale che avrebbe dovuto incitare proprio quei comuni, cioè tutti, incapaci a programmare azioni reali e concrete per lo sviluppo occupazionale, a fare rete e soprattutto ad inserirsi in un circuito virtuoso mentre hanno continuato ad isolarsi pilotando le risorse pubbliche verso azioni che nessun risultato hanno mai dato in termini generali se non per singoli soggetti che ne hanno tratto solo beneficio in termini di consensi elettorali e di propaganda. Ruolo assolutamente passivo è stato inoltre svolto da quelle cosiddette Agenzie che ormai si sono trasformate in incubatori del nulla e del niente se non per dispensare incarichi e benefici improduttivi.

Già da anni le percentuali di disoccupazione in questo territorio sono sempre state di almeno 10/13 punti percentuali superiori a quelle già drammatiche registrate nel resto del Paese anche se di queste percentuali ne esiste una quota relativa al lavoro sommerso in quanto sempre quelle amministrazioni incapaci di attuare politiche occupazionali sono addirittura talvolta contro il lavoro al punto che a quanti si accostino all'Ente per usufruire di benefici e benefits viene richiesto uno stato di disoccupazione per accedervi e questo significa spesso incitare e indurre chi un minimo di lavoro regolare lo ha a rifugiarsi nel sommerso per usufruire dei benefici riservati ai senza reddito e questo è un male tipico della politica che dovrebbe, invece, premiare chi il reddito comunque lo produce ma tale reddito sia insufficiente e vada quindi sostenuto con altre azioni di intervento e di sostegno sociale ed economico. Tornando al dramma disoccupazione derivante dal rapporto Istat il nostro territorio si posiziona tra le quindici Province in Italia col più alto tasso di disoccupazione generale facendo registrare il 22% e noi ci aggiungiamo che il tasso di inoccupazione giovanile ha superato il 58% a fronte di una percentuale che in Italia non supera il 42,7%.

Poiché questi sono dati direttamente correlati all'efficienza o meno delle politiche attuate sia a livello centrale che territoriale è altresì vero che essi sono anche lo specchio della capacità o meno dei territori di essere attrattori di investimenti con conseguente creazione di occupazione reale e buona quindi in assenza di questi investimenti ne consegue che evidentemente le politiche del lavoro attuate sinora vanno completamente ridisegnate così come vanno incentivate laddove inesistenti specie se si tiene conto delle enormi quantità di fondi pubblici spesi senza risultati perché orientati a tamponare situazioni di emergenza momentanea piuttosto che finalizzati per mantenere equilibri che nulla hanno a che fare con le reali esigenze ed aspettative del territorio e segnale lampante di queste inefficienze sono anche rappresentate dai risultati derivanti dal comparto della Formazione. Le mancate risposte alle continue sollecitazioni nel creare un Piano di Emergenza Sociale che vedesse insieme tutte le componenti attive sui territori sono ulteriore segnale di quanto il sistema sia poco propenso a cedere pezzi di rappresentanza e tenda a mantenere invece in modo assoluto pezzi di potere precostituito che rimangono a tutto quasi esclusivo beneficio e vantaggio del sistema chiuso.

Chi continua a pensare che possano essere singoli settori a mutare la situazione sbaglia ancora e non comprende che il rilancio può avvenire solo con un'azione sistemica e omogenea che investa il sistema economico territoriale nel suo insieme, a partire dal comparto agricolo fino all'edilizia passando per l'artigianato, l'industria, il commercio e i servizi avanzati quindi il turismo perché le potenzialità le conosciamo tutti, le capacità pure ma ancora manca quell'azione di coordinamento e di incentivazione mirata perché diventa difficile pensare di attrarre investitori importanti e qualificati in una terra che evidentemente mostra segnali di scarsissima attrattiva e non provvede a risolvere questioni, come quella ambientale o urbanistica o della carente rete dei servizi integrati, che sono imprescindibili e prioritari.Gli enormi sprechi ed inutilizzi dei fondi pubblici ed europei ne sono ampia dimostrazione e l'ultima opportunità vanificata proprio dall'assenza di programmazione dello sviluppo locale cioè quella della Zona Franca Urbana ne è la lampante dimostrazione.Un'intera classe politica e dirigente sarà ricordata non tanto per lo spreco di denaro pubblico quanto per lo spreco e l'inutilizzo di opportunità che questo territorio ha avuto a disposizione in enorme quantità ma che non ha visto né ha saputo o voluto cogliere».

Savino Montaruli
Presidente Unimpresa Bat