L’Asl Bat monitora il tasso di mortalità dei suoi cittadini
Malattie epatiche e tumore al fegato sono le principali cause di decesso. Schavi della pigrizia: il 38% dei pugliesi non pratica attività fisica
lunedì 12 agosto 2013
10.28
Le malattie epatiche e il tumore al fegato sono le principali cause di morte di chi "vive" nella sesta provincia pugliese. A dirlo è uno studio della Sanità nazionale effettuato sul campione della popolazione italiana differenziata per regioni. Nel Salento e nella provincia di Taranto, si registra un aumento della mortalità infantile dovuta a disfunzioni dell'apparato respiratorio e al tumore polmonare. Il determinismo geografico ci insegna che i mostri della politica industriale, profittevole e fruttuosa, sopravvivono agli stessi uomini.
Uomini pigri, prede di vizi, schiavi delle loro colpe: il 38% dei pugliesi non pratica attività fisica e può essere definito "sedentario" e anche questo dato è peggiore rispetto alla media nazionale (30%). Il 29% dei pugliesi è fumatore (dato sovrapponibile rispetto alla media nazionale), mentre la proporzione di 'bevitori' a rischio in Puglia (12%) è inferiore rispetto all'Italia (17%).
Altri dati utili per capire come si sta evolvendo la riforma del sistema sanitario italiano sono sul riordino dei ricoveri: forse grazie alla chiusura dei nosocomi, si sono ridotti da 677.323 nel 2006 a 588.617 nel 2011 i ricoveri in regime ordinario in ospedale. In questo capitolo, si leva la voce dell'Oer, che attribuisce il merito alla maggiore attenzione sull'appropriatezza dei ricoveri e al maggiore ricorso ai servizi territoriali. Tuttavia, il tasso di mortalità in Puglia è sensibilmente inferiore rispetto alla media nazionale; forse merito della dieta mediterranea "slow food"? Forse grazie all'eccellente formazione medica delle nostre università? Si spera che alla quantità della vita corrisponda un'altrettanta qualità, ma questo è lavoro di autodeterminazione personale.
Uomini pigri, prede di vizi, schiavi delle loro colpe: il 38% dei pugliesi non pratica attività fisica e può essere definito "sedentario" e anche questo dato è peggiore rispetto alla media nazionale (30%). Il 29% dei pugliesi è fumatore (dato sovrapponibile rispetto alla media nazionale), mentre la proporzione di 'bevitori' a rischio in Puglia (12%) è inferiore rispetto all'Italia (17%).
Altri dati utili per capire come si sta evolvendo la riforma del sistema sanitario italiano sono sul riordino dei ricoveri: forse grazie alla chiusura dei nosocomi, si sono ridotti da 677.323 nel 2006 a 588.617 nel 2011 i ricoveri in regime ordinario in ospedale. In questo capitolo, si leva la voce dell'Oer, che attribuisce il merito alla maggiore attenzione sull'appropriatezza dei ricoveri e al maggiore ricorso ai servizi territoriali. Tuttavia, il tasso di mortalità in Puglia è sensibilmente inferiore rispetto alla media nazionale; forse merito della dieta mediterranea "slow food"? Forse grazie all'eccellente formazione medica delle nostre università? Si spera che alla quantità della vita corrisponda un'altrettanta qualità, ma questo è lavoro di autodeterminazione personale.