Nel ricordo di Hyso Telharaj, vittima di caporalato

La dichiarazione dell ’assessore regionale  Viviana Matrangola a 25 anni dall'uccisione del giovane lavoratore albanese per non aver ceduto al ricatto dei caporali

domenica 8 settembre 2024 18.44
"Sono passati 25 anni dall'8 settembre del 1999. Quel giorno, il giovane lavoratore albanese Hyso Telharaj, approdato nella nostra terra in cerca di futuro, è stato ucciso per non aver ceduto al ricatto dei caporali. Come tanti altri suoi connazionali, Hyso aveva scelto la nostra regione per coltivare la speranza, che a lui invece è stata negata insieme alla vita. Ricordare la sua morte è un dovere che abbiamo, per tenere accesa la luce delle nostre coscienze sulla piaga del caporalato e sulle condizioni nelle quali sono costretti tanti, troppi ancora, a vivere e lavorare. O a perdere la vita. Oltre alla memoria, abbiamo anche il dovere di agire per scongiurare che altre persone vengano private della propria dignità ed esistenza. Il caporalato attecchisce e prospera lì dove sono carenti i servizi di prossimità e le infrastrutture, anche sociali. Pertanto, la nostra responsabilità politica e sociale deve far sì che le aree fragili siano presidiate e rafforzate con interventi mirati che prevengano, ma anche risolvano, le situazioni più complesse in essere. Nel contempo, dobbiamo farci tutti promotori di un'economia che sia inclusiva e sostenibile, di un'occupazione regolare che riconosca mansioni e lavori dignitosi per tutti nel contesto di una più robusta e diffusa cultura della legalità". E' la dichiarazione rilasciata da Viviana Matrangola, assessore regionale alle Politiche migratorie, alla Legalità e all'Antimafia sociale.

La storia riporta che Hyso Telharaj (Albania, 1977 - Cerignola, 8 settembre 1999) è stato un bracciante agricolo, ucciso per essersi rifiutato di corrispondere parte dei suoi guadagni ai caporali. La sera del 5 settembre 1999 venne avvisato da alcuni amici che i caporali lo stavano cercando nel casolare in cui viveva, nelle campagne vicino a Borgo Incoronata: anziché fuggire, aspettò i suoi assassini, che si presentarono a bordo di una Croma guidata da un' imprenditore agricolo di Orta Nova Erano in quattro, armati, tre connazionali di Hyso e una donna slovacca. La donna restò in macchina con l'imprenditore, mentre gli altri tre entrarono nel casolare, picchiando Hyso e suo cugino Simon. Nella colluttazione vennero esplosi 9 colpi di pistola: Simon fu gambizzato, mentre Hyso Telharaj morì tre giorni dopo a Cerignola per le ferite riportate.