L'ospedale deve andare a casa degli anziani, non viceversa
Mons. Vincenzo Paglia al Meeting di Rimini
venerdì 23 agosto 2024
9.27
"Dalla pandemia è emersa una contraddizione profonda: la nostra società - anche grazie allo sviluppo scientifico e tecnologico - ci fa vivere 20 o 30 anni in più ma poi non ci sa mantenere". A dichiararlo è Mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, intervenuto ieri alla prima puntata del Talk 2024 della Fondazione per la Sussidiarietà "Vivere di più, vivere meglio? Il welfare al bivio" condotto da Enrico Castelli e Irene Elisei.
"Durante il Covid - ha ricordato Mons. Paglia - è avvenuta una strage di anziani ne sono morti più di 100mila. Si diceva 'siamo tutti sulla stessa barca', in realtà eravamo tutti nella stessa tempesta ma su barche diverse, e quelle degli anziani sono state spazzate via. Non c'era posto per loro neppure nei cimiteri". "Siamo 14 milioni di persone sulle quali non c'è nessun pensiero, né sociale né politico né religioso e neppure medico che sono una enorme risorsa e non uno scarto." Ha aggiunto Mons. Paglia, tra i protagonisti per l'approvazione della Legge n. 33 del 30 marzo 2023 (Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane), nata per prendersi cura dei 14 milioni di anziani del nostro Paese. "Il comune denominatore di noi vecchi è la fragilità. Gli anziani non hanno bisogno solo di iniezioni ma di compagnia. La solitudine è un dramma terribile".
La Legge 33 prevede che gli anziani restino nei loro ambienti, o in piccoli co-housing, e lo Stato si fa carico di una assistenza domiciliare socio-sanitaria. "Una legge che a mio avviso è tra le migliori del mondo, approvata senza alcun voto contrario - ha concluso Mons. Paglia -: non si faccia la sciocchezza di non finanziarla per niente. L'ospedale deve andare a casa, non viceversa. Mi auguro che attraverso questa legge di riforma si possa dare una nuova prospettiva anche alla politica e che dalla primavera di noi vecchi si potrà anche sciogliere l'inverno demografico".
Un nuovo modo per assistere gli anziani, integrato, che non sia sbilanciato solo sulla parte sanitaria o su quella sociale. Una riforma nella quale agli ospedali e alle Rsa viene affidato un nuovo ruolo, con l'intenzione di assistere la persona il più possibile a casa, mantenendo i suoi rapporti con la comunità ed evitando quelle situazioni di solitudine che spesso aggravano la condizione di chi è in là con gli anni.
Prof. Leonardo Di Nunno
"Durante il Covid - ha ricordato Mons. Paglia - è avvenuta una strage di anziani ne sono morti più di 100mila. Si diceva 'siamo tutti sulla stessa barca', in realtà eravamo tutti nella stessa tempesta ma su barche diverse, e quelle degli anziani sono state spazzate via. Non c'era posto per loro neppure nei cimiteri". "Siamo 14 milioni di persone sulle quali non c'è nessun pensiero, né sociale né politico né religioso e neppure medico che sono una enorme risorsa e non uno scarto." Ha aggiunto Mons. Paglia, tra i protagonisti per l'approvazione della Legge n. 33 del 30 marzo 2023 (Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane), nata per prendersi cura dei 14 milioni di anziani del nostro Paese. "Il comune denominatore di noi vecchi è la fragilità. Gli anziani non hanno bisogno solo di iniezioni ma di compagnia. La solitudine è un dramma terribile".
La Legge 33 prevede che gli anziani restino nei loro ambienti, o in piccoli co-housing, e lo Stato si fa carico di una assistenza domiciliare socio-sanitaria. "Una legge che a mio avviso è tra le migliori del mondo, approvata senza alcun voto contrario - ha concluso Mons. Paglia -: non si faccia la sciocchezza di non finanziarla per niente. L'ospedale deve andare a casa, non viceversa. Mi auguro che attraverso questa legge di riforma si possa dare una nuova prospettiva anche alla politica e che dalla primavera di noi vecchi si potrà anche sciogliere l'inverno demografico".
Un nuovo modo per assistere gli anziani, integrato, che non sia sbilanciato solo sulla parte sanitaria o su quella sociale. Una riforma nella quale agli ospedali e alle Rsa viene affidato un nuovo ruolo, con l'intenzione di assistere la persona il più possibile a casa, mantenendo i suoi rapporti con la comunità ed evitando quelle situazioni di solitudine che spesso aggravano la condizione di chi è in là con gli anni.
Prof. Leonardo Di Nunno