La coltivazione di grani antichi
Per il crescente interesse per la pasta 100% italiana
sabato 1 settembre 2018
23.32
Praticamente azzerato l'import di grano canadese nei primi 5 mesi del 2018 e le battaglie per la valorizzazione del grano italiano – secondo Coldiretti Puglia – hanno invertito la rotta della filiera cerealicola, dando grande risalto alla pasta 100% made in Italy e da grani antichi. La Puglia che è il principale produttore italiano di grano duro, con 343.300 ettari coltivati e 9.430.000 quintali prodotto ed è paradossalmente – denuncia Coldiretti Puglia - anche quello che ne importava di più, tanto da rappresentare un quarto del totale del valore degli arrivi di prodotti agroalimentari nella regione. "La guerra del grano di Coldiretti e il generale riposizionamento dell'industria pastaia hanno invertito la rotta delle navi provenienti dal Canada. E' letteralmente crollata l'importazione del grano, ridotta a 220mila chili, contro i 301mila chili dello stesso periodo del 2017. Il Canada è stato a lungo il principale fornitore di grano duro dell'Italia per un quantitativo che nel 2017 è stato pari a 720milioni di chili a fronte di 4,3 miliardi di chili prodotti sul territorio nazionale. In altre parole un pacco di pasta su sei prodotto nel nostro Paese era ottenuto con grano canadese", dichiara Gianni Cantele, Presidente di Coldiretti Puglia.
A determinare il drastico cambiamento è stato il fatto che in Canada il grano duro viene trattato con l'erbicida glifosato in preraccolta, secondo modalità vietate in Italia, come denunciato più volte dalla Coldiretti. "Va sfruttato al massimo lo strumento dei contratti di filiera che possono riportare in trasparenza i passaggi dal grano alla pasta, supportati oggi dall'etichettatura dell'origine obbligatoria del grano per la pasta. Al contempo sta riscuotendo molto successo in Puglia – aggiunge Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia - la coltivazione di grani antichi, come il Senatore Cappelli, che nella campagna 2017-2018 ha quintuplicato le superfici coltivate, passando dai 1000 ettari del 2017 ai 5000 attuali, trainato dal crescente interesse per la pasta 100% italiana e di qualità, grazie al lavoro di selezione e promozione svolto da CNR e SIS". In questo contesto è stato siglato il più grande accordo sul grano biologico mai realizzato al mondo per quantitativi e superfici coinvolte tra Coldiretti, Consorzi agrari d'Italia, Fdai (Firmato dagli agricoltori italiani) e il Gruppo Casillo, la più grande trading company italiana del grano duro, che prevede la fornitura di 300 milioni di chili di grano duro biologico destinato alla pasta e 300 milioni di chili di grano tenero all'anno per la panificazione per tre anni, con la possibilità di una proroga per altri due, per un totale di 5 anni.
Leader indiscussa in Puglia nella produzione di grano duro è la provincia di Foggia, con 240.000 ettari coltivati e 7.000.000 quintali di produzione, seguita da Bari con 36mila ettari e 695.000 quintali di grano prodotto. Coldiretti Puglia, S.I.S. e Divella hanno aderito al progetto di Apulian Life Style della Regione Puglia che, partendo dal segmento pilota della filiera cerealicola, si propone di tracciare, attraverso la tecnologia blockchain, dati utili a imprese della produzione e della distribuzione, alle Istituzioni e soprattutto ai consumatori. Grazie alla creazione della piattaforma digitale e al data entry di tracciabilità delle produzioni agroalimentari dal campo alla tavola – spiega Coldiretti Puglia - i benefici dal lato utente saranno legati alla possibilità di promuovere i prodotti locali dopo aver compreso gli stili di vita e le scelte alimentari dei consumatori, diffondere la potenzialità della soluzione sviluppata ad un vasto pubblico di stakeholder e la sua applicabilità in campi con problematiche affini.
A determinare il drastico cambiamento è stato il fatto che in Canada il grano duro viene trattato con l'erbicida glifosato in preraccolta, secondo modalità vietate in Italia, come denunciato più volte dalla Coldiretti. "Va sfruttato al massimo lo strumento dei contratti di filiera che possono riportare in trasparenza i passaggi dal grano alla pasta, supportati oggi dall'etichettatura dell'origine obbligatoria del grano per la pasta. Al contempo sta riscuotendo molto successo in Puglia – aggiunge Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia - la coltivazione di grani antichi, come il Senatore Cappelli, che nella campagna 2017-2018 ha quintuplicato le superfici coltivate, passando dai 1000 ettari del 2017 ai 5000 attuali, trainato dal crescente interesse per la pasta 100% italiana e di qualità, grazie al lavoro di selezione e promozione svolto da CNR e SIS". In questo contesto è stato siglato il più grande accordo sul grano biologico mai realizzato al mondo per quantitativi e superfici coinvolte tra Coldiretti, Consorzi agrari d'Italia, Fdai (Firmato dagli agricoltori italiani) e il Gruppo Casillo, la più grande trading company italiana del grano duro, che prevede la fornitura di 300 milioni di chili di grano duro biologico destinato alla pasta e 300 milioni di chili di grano tenero all'anno per la panificazione per tre anni, con la possibilità di una proroga per altri due, per un totale di 5 anni.
Leader indiscussa in Puglia nella produzione di grano duro è la provincia di Foggia, con 240.000 ettari coltivati e 7.000.000 quintali di produzione, seguita da Bari con 36mila ettari e 695.000 quintali di grano prodotto. Coldiretti Puglia, S.I.S. e Divella hanno aderito al progetto di Apulian Life Style della Regione Puglia che, partendo dal segmento pilota della filiera cerealicola, si propone di tracciare, attraverso la tecnologia blockchain, dati utili a imprese della produzione e della distribuzione, alle Istituzioni e soprattutto ai consumatori. Grazie alla creazione della piattaforma digitale e al data entry di tracciabilità delle produzioni agroalimentari dal campo alla tavola – spiega Coldiretti Puglia - i benefici dal lato utente saranno legati alla possibilità di promuovere i prodotti locali dopo aver compreso gli stili di vita e le scelte alimentari dei consumatori, diffondere la potenzialità della soluzione sviluppata ad un vasto pubblico di stakeholder e la sua applicabilità in campi con problematiche affini.