La corruzione in campo ambientale inchiesta sull'Ilva

Tradizionale presenza mafiosa (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia). La corruzione 'ambientale' è un veleno che attraversa il Paese

lunedì 26 novembre 2012 11.28
Legambiente Puglia: "L'inchiesta Environment Sold Out conferma i dati del dossier "Corruzione" di Legambiente, Libera e Avviso Pubblico che vede la Puglia settima in classifica per corruzione ambientale"

Intanto il prossimo 1 dicembre Legambiente organizza il convegno nazionale

"Taranto, Italia - La politica industriale nel sud alla prova della green economy"

"La corruzione non impoverisce soltanto l'economia del Paese e i bilanci delle famiglie - dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, all'indomani degli arresti condotti nell'ambito dell'inchiesta 'Environment Sold Out' - ma rappresenta una minaccia devastante per l'ambiente in cui viviamo. La corruzione in campo ambientale produce serie conseguenze per la sicurezza e la salute dei cittadini e i numeri parlano chiaro".

Infatti dal dossier "Corruzione" (edizione 2012) di Legambiente, Libera e Avviso Pubblico, emerge che, a livello nazionale dal gennaio 2010 al 30 settembre 2012, sono 1.109 le persone arrestate in Italia nelle 78 inchieste relative ad episodi di corruzione, connessi ad attività dal forte impatto ambientale. Le inchieste analizzate hanno riguardato, tra le altre, proprio le emergenze ambientali.

La corruzione 'ambientale', nel senso del suo impatto sul patrimonio naturale, sul territorio e sul paesaggio, è un veleno che attraversa il Paese: sono 15 le regioni coinvolte nelle inchieste, con 34 procure impegnate, omogeneamente distribuite tra Nord (13), Centro (11) e Sud Italia (10).

I dati evidenziano un'incidenza rilevante delle regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) con 409 ordinanze di custodia cautelare pari al 36,9% del totale nazionale.

"L'impatto della corruzione nei diversi fenomeni d'illegalità ambientale è micidiale - aggiunge Tarantini ̶ Si tratta di un vero e proprio 'moltiplicatore' degli illeciti, perché senza funzionari e politici corrotti non sarebbe possibile, per esempio, ottenere numerose autorizzazioni illegittime".

Dalle 78 inchieste censite dal gennaio 2010 al settembre 2012 emerge uno scenario inquietante: i risultati parlano di 78 inchieste, con 1.109 persone arrestate, 687 persone denunciate, 87 aziende finite sotto sequestro, 34 procure impegnate e 15 regioni coinvolte.

In particolare, la Puglia si piazza al settimo posto della classifica nazionale sulla corruzione ambientale per numero di arresti e inchieste, con 5 inchieste condotte, pari al 6,4% del totale nazionale, 38 persone arrestate, pari al 3,4% del totale nazionale, e 131 persone denunciate. Fra le 11 procure coinvolte in tutto il Sud Italia spiccano quelle di Bari e Foggia.

Intanto il prossimo 1 dicembre Legambiente organizza proprio a Taranto il convegno nazionale "Taranto, Italia - La politica industriale nel sud alla prova della green economy". Nel corso della mattinata, dopo alcuni interventi che proporranno idee ed esperienze di buona riconversione industriale e di buona economia, è prevista una tavola rotonda in cui discutere con i protagonisti istituzionali, sociali ed economici di "Politiche, strumenti, risorse, contesti per favorire politiche industriali green nel Mezzogiorno".


"Legambiente sceglie di svolgere proprio nella città di Taranto, attraversata da una crisi drammatica ̶ spiega Lunetta Franco, presidente del Circolo di Taranto ̶ una conferenza nazionale per proporre la chiave ambientalista al superamento della crisi e aprire un confronto sulle politiche industriali utili per la città, per il Mezzogiorno e per tutto il nostro Paese".

Ufficio Stampa Legambiente Puglia