La fitopatia più spaventosa e devastante mai vista
Prime evidenze scientifiche sulle cultivar resistenti al batterio
martedì 25 luglio 2017
7.55
"La fitopatia più spaventosa e devastante mai vista a livello internazionale a memoria d'uomo". Ecco come la Xylella fastidiosa che ha colpito gli olivi salentini è stata ribattezzata nelle parole del prof.. Riccardo Valentini, Premio Nobel per la Pace 2007 con il Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC). Nonostante l'inerzia e l'ignavia del Governo e della Regione Puglia, celatesi dietro le complicazioni giudiziarie, tanto da far scaturire drammatici e perentori ammonimenti da Bruxelles che pretende ora che in due mesi venga attuato tutto ciò che non è stato fatto in due anni, il mondo della ricerca scientifica continua indefesso il proprio lavoro. E i risultati emersi dalla sperimentazione a cura del IPSP-Cnr e dell'Università degli Studi di Bari, partita lo scorso anno in due campi con olivi infetti nell'hinterland di Gallipoli, ne sono la riprova. Il lavoro condotto puntava a trovare evidenze scientifiche sull'effetto delle cultivar rispetto all'efficienza di acquisizione e trasmissione della Xylella fastidiosa da parte della cosiddetta sputacchina. I primi risultati hanno indicato, dunque, che l'impiego di varietà resistenti, oltre che ridurre la sintomatologia ed i danni della malattia su un olivo, può avere un ruolo epidemiologico molto importante nei confronti del batterio da quarantena.
"Non possiamo che ringraziare il lavoro dei ricercatori e degli studiosi che, nonostante i tanti impedimenti e rallentamenti di Regione Puglia e Ministero delle Politiche agricole, riescono a indicare possibili scenari risolutivi per contrastare una fitopatia eccezionale come quella della Xylella - dichiara il deputato pugliese Giuseppe L'Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera - Chiediamo il sostegno al mondo scientifico sin dalla risoluzione approvata nell'oramai lontano ottobre 2014 e abbiamo più volte sollecitato l'assessorato regionale a emanare i relativi bandi per finanziare il lavoro di ricerca in campo aperto. Siamo felici di queste prime evidenze scientifiche e ben vengano le varietà resistenti ma auspichiamo che il loro utilizzo sia concentrato solo nella zona infetta, mentre nel restante territorio pugliese si preferisca sempre puntare sulle cultivar autoctone. Così come ci auguriamo che, vista la disastrosa situazione degli olivicoltori salentini, i risultati della ricerca finanziata con i fondi pubblici continuino ad essere pubblici e non finiscano delle mani di accaparratori e speculatori di royalties. Al riguardo, sarebbe opportuno che lo stesso CNR cominciasse a dare l'esempio, perché è incomprensibile che qualcuno pensi di finanziare la ricerca con i proventi delle royalties della FS17 o di altri cloni che dovessero risultare resistenti. Ora - conclude L'Abbate (M5S) - Regione Puglia e Sindaci si mobilitino per sollecitare tutti ad attuare le cosiddette 'buone pratiche', in grado quantomeno di rallentare il diffondersi della sputacchina e, con essa, del batterio da quarantena".