La forza della memoria.
La scrittrice Macini Fazio incontra gli studenti a Canosa
domenica 8 febbraio 2015
21.34
"…Ebbene: mi sono voltata a guardare il passato; dalla storia mi sono fatta condurre per mano sui sentieri dell'esodo e dalla storia ho ripreso la mia memoria perché la memoria è l'unica, vera, radice del futuro!" Con queste parole di evocazione del ruolo storico della memoria, ha termine lo splendido libro: "Le radici del futuro" della scrittrice Maria Gabriella Macini Fazio, intervenuta nel corso della celebrazione della Giornata della Memoria, organizzata dall'Istituto Comprensivo Foscolo-De Muro Lomanto, presso il Centro Servizi Culturali di Canosa. La Storia e la Memoria sono state, infatti, le vere protagoniste; esse, la loro indiscussa portata valoriale, come, appunto, sottolinea la scrittrice, sono state oggetto di riflessione anche nei brani letti e recitati dai ragazzi. Quest'anno non si è parlato solo di shoah, dell'aberrante sterminio degli Ebrei, ma anche di un'altra scelleratezza umana costata la vita a tante vittime innocenti, una tragedia che ci riguarda, che ha coinvolto pienamente proprio noi italiani: la tragedia di Fiume e delle foibe, rimasta per troppo tempo nel silenzio e sconosciuta ancora a molti. La trattazione di tale argomento costituisce la trama del libro della Macini Fazio, una narrazione che intreccia le vicende politiche della Iugoslavia e della città di Fiume in particolare, a quelle di una famiglia, da cui la stessa scrittrice discende: amori, delusioni, gioie, dolori, fanno da sfondo ad uno scenario bellico e postbellico che include gli orrori della seconda guerra mondiale, la fine di una città d'arte, di cultura, di operosità e l'avvento di un regime dittatoriale, quello di Tito, che adottò anche per gli italiani della zona, la pratica dello sterminio e della pulizia etnica attraverso l'infoibare, ossia gettare in grosse voragini rocciose, donne, uomini, bambini e, primi fra tutti, insegnanti, sacerdoti, gente di cultura: questa ha sempre dato "fastidio" ai dittatori, di qualsiasi colore fossero. Ma il sapore di questa giornata non è stato certamente quello del risentimento, al contrario, la Storia di quegli anni è stata rivisitata, perché i giovanissimi potessero comprendere quanto siano sempre e comunque da respingere in toto, veleni chiamati superiorità razziale, differenze, diversità, per consentire un autentico e sincero spazio alla convivenza, all'accettazione, alla interculturalità: sole e vere fonti di crescita umana. Ospite indiretta della manifestazione è stata anche una poetessa della nostra città: la professoressa Adele Pésola, della quale sono state lette due poesie: Olocausto e Eterni Vincitori, nelle quali si sottolinea l'orrore della violenza, il pericolo dell'indifferenza e della rassegnazione. La manifestazione ha coinvolto tutti raggiungendo momenti di alta densità emotiva durante l'esibizione dei canti a cui hanno fatto da cornice leggiadri movimenti di danza eseguita da alunne della scuola.
Professoressa Antonietta Iacobone
Professoressa Antonietta Iacobone