"La misura del tempo": pensieri e volti della Polizia
Presentato a Roma il documentario di Stefano Ribaldi
venerdì 16 ottobre 2020
18.07
Nella giornata di inaugurazione della Festa del Cinema di Roma, è stata presentata l'anteprima del documentario "La misura del tempo" realizzato dal regista Stefano Ribaldi alla presenza del capo della Polizia Franco Gabrielli e di Walter Veltroni, nella Sala Deluxe della Casa del Cinema della capitale. Dopo un indirizzo di saluto della presidente della Fondazione cinema per Roma, la giornalista Laura Delli Colli e un'introduzione da parte del regista, c'è stata la proiezione della pellicola. Un cortometraggio che racconta, attraverso i volti e le parole di donne e uomini della Polizia di Stato, la complessità di una professione che, per sua natura, si confronta con le realtà più dure e difficili della società.
Al termine della proiezione si è tenuto un breve dibattito, moderato dalla giornalista di La7 Myrta Merlino, durante il quale Walter Veltroni e il prefetto Gabrielli hanno ripercorso "il nostro #essercisempre quotidiano al servizio delle comunità e a tutela della loro sicurezza". Il capo della Polizia nel corso del dibattito, riferendosi al documentario, ha sottolineato: "Come fruitore delle opere di ingegno ci sono due cose che per me sono dirimenti: il fatto che le cose mi suscitino emozioni e che mi sollecitino riflessioni, e oggi ho provato una grande emozione, nonostante siano cose a me familiari, e di questo faccio veramente i complimenti al regista. Mi piace sottolineare sempre - ha poi aggiunto il prefetto Gabrielli - che quando una comunità si riappropria di noi, per noi è il massimo, perché in quel momento noi realizziamo il nostro essere al servizio delle comunità, che ci devono vivere come cosa loro, non come qualcosa di altro. Soprattutto in questo tempo abbiamo bisogno di riaffermare come il nostro essere nella comunità sia essere al fianco della comunità". Anche Veltroni, nel suo intervento, ha commentato il docufilm: "Guardando il film pensavo che si tratta di un lavoro nel quale nella regola di ingaggio esiste la condizione che l'interesse generale viene prima persino della propria vita. Sono stato nel Sacrario a vedere quell'elenco di nomi, e dietro ognuno di loro c'è una storia, c'è una vita interrotta in ragione di quella priorità generale".
Al termine della proiezione si è tenuto un breve dibattito, moderato dalla giornalista di La7 Myrta Merlino, durante il quale Walter Veltroni e il prefetto Gabrielli hanno ripercorso "il nostro #essercisempre quotidiano al servizio delle comunità e a tutela della loro sicurezza". Il capo della Polizia nel corso del dibattito, riferendosi al documentario, ha sottolineato: "Come fruitore delle opere di ingegno ci sono due cose che per me sono dirimenti: il fatto che le cose mi suscitino emozioni e che mi sollecitino riflessioni, e oggi ho provato una grande emozione, nonostante siano cose a me familiari, e di questo faccio veramente i complimenti al regista. Mi piace sottolineare sempre - ha poi aggiunto il prefetto Gabrielli - che quando una comunità si riappropria di noi, per noi è il massimo, perché in quel momento noi realizziamo il nostro essere al servizio delle comunità, che ci devono vivere come cosa loro, non come qualcosa di altro. Soprattutto in questo tempo abbiamo bisogno di riaffermare come il nostro essere nella comunità sia essere al fianco della comunità". Anche Veltroni, nel suo intervento, ha commentato il docufilm: "Guardando il film pensavo che si tratta di un lavoro nel quale nella regola di ingaggio esiste la condizione che l'interesse generale viene prima persino della propria vita. Sono stato nel Sacrario a vedere quell'elenco di nomi, e dietro ognuno di loro c'è una storia, c'è una vita interrotta in ragione di quella priorità generale".