La paura di un attentato
La disamina del dottor Franco Caprio
mercoledì 7 giugno 2017
18.15
Quello che è successo a Torino e quello che sarebbe potuto succedere ha dell'incredibile. Purtroppo è successo e non doveva succedere: un simile afflusso di gente, circa 30mila tifosi della Juventus, tantissimi bambini, accorsi in Piazza San Carlo per assistere alla finale di Champion League, che andava gestito diversamente. I se e ma dopo non servono, restano gli interrogativi, uno su tutti :"perché il panico collettivo ha scatenato il caos?". Ora si attendono delle risposte, da dare a tutta quella gente presente nel capoluogo piemontese, intervenuta ad una manifestazione pubblica di massa, che doveva essere una festa, invece ha sfiorato la tragedia, e che comunque ha lasciato i segni ed un bollettino medico allarmante. Nelle ore immediatamente successive ed in questi giorni si continua a parlare attraverso analisi e disamine, come quella del dottor Franco Caprio, medico dell'emergenza che sui social ha postato: """A Torino ha vinto il terrorismo. Possiamo ormai parlare di vittoria perché questo è lo scopo finale di chi esercita la strategia del terrore: riuscire a ledere la serenità della società civile ed essere in grado di fare vittime pur senza muovere un dito. E 1527 feriti sono ben più di quello che avrebbe potuto realizzare un vero attentato.""" Esordisce così il dottor Franco Caprio, torinese di nascita, scrittore per hobby, che insieme a sua sorella Antonella, a quattro mani hanno già all'attivo tre libri di successo come "Il segreto del gelso bianco", presentato anche a Canosa di Puglia nel 2010, "Non c'è cuore. Cinico ritratto di scuola" e "Nel silenzio parlami ancora" mentre prosegue l'analisi sull'accaduto in Piazza S.Carlo :"""Il terrorismo vuol fare della paura il nostro angelo custode. E i fatti accorsi sabato 3 giugno dimostrano come, in tutti noi si sia già radicata, la paura di un attentato. Così come il terrorismo di matrice islamica è riuscito a seminare nelle nostre menti un pensiero oscuro è limaccioso, che getta un'ombra quotidiana sulle nostre esistenze, ovvero la convinzione che ci sia sempre un nemico, in agguato, pronto a colpirci. Poi siamo noi a fare il resto, visto che la paura ha il potere di autoalimentarsi, e come tessere del domino, al primo "tocco", siamo pronti a cadere vittime di questa nuova e pericolosa fobia. Il terrorismo sembra voler ambire al sovvertimento di un sistema, ma in pratica lo rafforza. Infatti non colpisce gli elementi che sono il cardine di quel sistema, ma la popolazione civile, inducendola ad accettare limitazioni della libertà in nome della sicurezza. Dobbiamo rassegnarci ad immaginare i prossimi lustri come una pessima rappresentazione teatrale della normalità.""" Il dottor Franco Caprio, medico dell'emergenza conclude: """Anni in cui la gente comune fingerà di svolgere tranquillamente le proprie occupazioni, mentre mal custodisce una paura pronta a esplodere in panico vero e proprio alla prima scintilla: una camera d'aria che scoppia, un'auto che sbanda oppure il banale scherzo di un imbecille. E con questa consapevolezza forse arriveremo a trovare normale che nelle nostre scuole, ai bambini, si possa insegnare, insieme all'educazione civica, della quale c'è tanto bisogno, anche "tecniche di esorcizzazione della paura e di gestione del panico di fronte ad un possibile attentato", proprio per evitare che accada di nuovo ciò che è accaduto durante la finale della Champions a Torino""". Una disamina oculata ed attenta di ciò che è avvenuto a Torino e sta succedendo in Europa e nel mondo, dove i recenti attentati creano confusione e sgomento, lasciando scie di sangue e dolori per la perdita di vite umane innocenti.