La Puglia è la seconda regione più bio d’Italia
Nasce Coldiretti Bio la task force di aziende ed esperti di settore
martedì 15 febbraio 2022
15.56
Nasce Coldiretti Bio la task force di aziende ed esperti per un settore che a livello nazionale vale 7,5 miliardi di euro tra consumi interni ed export. E' quanto annuncia la Coldiretti in riferimento alla nuova associazione guidata dal presidente Maria Letizia Gardoni, classe 1988, giovane imprenditrice con un'azienda di ortofrutta bio ad Osimo, in provincia di Ancona. La Puglia è la seconda regione più bio d'Italia, con 269mila ettari coltivati e 9267 operatori, una incidenza del 21% delle superficie biologiche sul totale, dove – aggiunge Coldiretti Puglia - sono aumentati i consumi familiari di alimenti biologici proprio sotto la spinta salutista innescata dall'emergenza Covid. Le pratiche bio interessano tutti i comparti agricoli olivo (29%), cereali (23%), vite (6%), ortaggi (6%), dove anche rispetto al segmento dell'acquacoltura biologica 3 impianti sono pugliesi.
"Grazie alla ricerca il settore biologico può diventare un formidabile strumento di valorizzazione e un bacino di approvvigionamento – afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia - di prodotti di alta qualità e un valore aggiunto per gli enti pubblici sensibili alla corretta alimentazione di adulti e bambini. E' necessario al contempo che tutti i prodotti che entrano nei confini regionali, nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della sicurezza dei consumatori, perché dietro gli alimenti, italiani e stranieri in vendita sugli scaffali ci deve essere la garanzia di un percorso di qualità che riguarda l'ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore".
In Puglia è cresciuta di un ulteriore 1% la superficie biologica e dell'1,1 di produttori e preparatori, dopo un processo di stabilizzazione e normalizzazione rispetto alla diffusione del metodo biologico registrato negli ultimi anni, mentre continua l'aumento tendenziale dei consumi, delle ditte di trasformazione e dei servizi connessi alla filiera dell'agricoltura biologica come agriturismi, mense bio, ristoranti e operatori certificati. La grande richiesta dei consumatori di cibo biologico ha portato alla realizzazione nei Mercati di Campagna Amica di spazi destinati alle produzioni agroalimentari biologiche, oltre alle Botteghe Italiane completamente bio e numerosi agriturismo di Campagna Amica che hanno impostato la ristorazione proprio sulle produzioni aziendali bio.
"Altro punto centrale del nostro progetto sul biologico – continua il presidente Muraglia – è l'attenzione alla sicurezza alimentare nei servizi di ristorazione collettiva, divenuto un preciso dovere degli enti locali (Comuni, Province e Regioni)". La continua richiesta di prodotti freschi e di stagione stimola l'imprenditore biologico a ricercare ulteriori forme di contatto commerciale con il consumatore. I timori dei consumatori, innescati dal Covid e soprattutto dagli scandali alimentari, si sono tradotti in una seria preoccupazione per la sicurezza alimentare e in una domanda crescente di garanzie di qualità e maggiori informazioni sui metodi di produzione.
L'Italia è uno dei maggiori importatori di alimenti biologici da Paesi extracomunitari da dove nel 2019 ne sono arrivati ben 210 milioni di chili di cui quasi 1/3 dall' Asia – denuncia Coldiretti – per cui occorre dare al più presto seguito alla raccomandazione della Corte dei Conti europea che invita a rafforzare i controlli sui prodotti biologici importati che non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli Europei. E' necessario intensificare le attività di controllo e certificazione del prodotto biologico in entrata da paesi extracomunitari – conclude Coldiretti - anche con un maggiore coinvolgimento delle autorità doganali, al fine di garantire sia i consumatori finali rispetto alla qualità delle produzioni, sia una corretta concorrenza tra produttori intra ed extra Ue perché l'immissione di prodotti biologici sia subordinata non solo a verifiche documentali, ma anche a ispezioni fisiche e controlli analitici.
"Grazie alla ricerca il settore biologico può diventare un formidabile strumento di valorizzazione e un bacino di approvvigionamento – afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia - di prodotti di alta qualità e un valore aggiunto per gli enti pubblici sensibili alla corretta alimentazione di adulti e bambini. E' necessario al contempo che tutti i prodotti che entrano nei confini regionali, nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della sicurezza dei consumatori, perché dietro gli alimenti, italiani e stranieri in vendita sugli scaffali ci deve essere la garanzia di un percorso di qualità che riguarda l'ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore".
In Puglia è cresciuta di un ulteriore 1% la superficie biologica e dell'1,1 di produttori e preparatori, dopo un processo di stabilizzazione e normalizzazione rispetto alla diffusione del metodo biologico registrato negli ultimi anni, mentre continua l'aumento tendenziale dei consumi, delle ditte di trasformazione e dei servizi connessi alla filiera dell'agricoltura biologica come agriturismi, mense bio, ristoranti e operatori certificati. La grande richiesta dei consumatori di cibo biologico ha portato alla realizzazione nei Mercati di Campagna Amica di spazi destinati alle produzioni agroalimentari biologiche, oltre alle Botteghe Italiane completamente bio e numerosi agriturismo di Campagna Amica che hanno impostato la ristorazione proprio sulle produzioni aziendali bio.
"Altro punto centrale del nostro progetto sul biologico – continua il presidente Muraglia – è l'attenzione alla sicurezza alimentare nei servizi di ristorazione collettiva, divenuto un preciso dovere degli enti locali (Comuni, Province e Regioni)". La continua richiesta di prodotti freschi e di stagione stimola l'imprenditore biologico a ricercare ulteriori forme di contatto commerciale con il consumatore. I timori dei consumatori, innescati dal Covid e soprattutto dagli scandali alimentari, si sono tradotti in una seria preoccupazione per la sicurezza alimentare e in una domanda crescente di garanzie di qualità e maggiori informazioni sui metodi di produzione.
L'Italia è uno dei maggiori importatori di alimenti biologici da Paesi extracomunitari da dove nel 2019 ne sono arrivati ben 210 milioni di chili di cui quasi 1/3 dall' Asia – denuncia Coldiretti – per cui occorre dare al più presto seguito alla raccomandazione della Corte dei Conti europea che invita a rafforzare i controlli sui prodotti biologici importati che non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli Europei. E' necessario intensificare le attività di controllo e certificazione del prodotto biologico in entrata da paesi extracomunitari – conclude Coldiretti - anche con un maggiore coinvolgimento delle autorità doganali, al fine di garantire sia i consumatori finali rispetto alla qualità delle produzioni, sia una corretta concorrenza tra produttori intra ed extra Ue perché l'immissione di prodotti biologici sia subordinata non solo a verifiche documentali, ma anche a ispezioni fisiche e controlli analitici.