La realizzazione di una centrale elettrica eolica offshore
L'intervento di Legambiente Margherita di Savoia
giovedì 18 gennaio 2018
15.41
In merito al dibattito dirompente che in questi giorni vede i territori della costa del Golfo di Manfredonia assoluti protagonisti in seguito alla nuova istanza di concessione della società Trevi Energy Spa per la realizzazione di una centrale elettrica eolica offshore denominata "Margherita di Savoia" interviene Legambiente Margherita di Savoia. Il parco eolico off-shore si estenderebbe dalla costa di Barletta fino a quella di Manfredonia per un totale di 50 turbine da installare (alte 150m e installati su monopiloni cilindirci di 4,8m di dimatero, infissi per 35m al di sotto del fondale) e tutte le opere connesse per la costruzione ed esercizio dell'impianto. La Trevi Energy SpA non è nuova al nostro territorio, infatti già nel 2008 ha provato a presentare un progetto simile con ben 100 turbine. Un progetto che però ha avuto pareri negativi trasversali fino alla boccatura totale da parte della Presidenza del Consiglio di Ministri nel 2014. Mentre è in sospeso un altro progetto simile denominato "Gargano Sud", con istanza presentata nel 2012, ricadenti nelle acque antistanti i comuni di Manfredonia, Monte Sant'Angelo, Mattinata, Zapponeta e Margherita di Savoia. Legambiente Margherita di Savoia espone: "La nostra regione ha delle straordinarie potenzialità sul fronte delle fonti rinnovabili, quale solare ed eolico. Tendenzialmente siamo favorevoli all'eolico a terra e a quello "off-shore", ma è doveroso che questi impianti siano localizzati in modo da non deturpare visivamente aree e zone di particolare prestigio paesaggistico. Per l'eolico off-shore in Puglia si è verificata una sovrapposizione di numerosi progetti nelle stesse aree e quindi è auspicabile una regia della Regione Puglia, soprattutto nella valutazione d'impatto ambientale fra gli impianti e le conseguenze sui territori".
Nel caso specifico, però, è necessario considerare che il Promontorio del Gargano e le coste marine frontistanti costituiscono un corridoio ecologico di importanza internazionale per le rotte migratorie dell'avifauna in direzione nord-sud (Europa-Africa) ed est-ovest (Balcani-Italia). La scelta da parte dell'azienda dell'installazione del parco eolico offshore, non è infatti molto favorevole in termini autorizzativi vista la posizione e l'estensione parallela della Riserva Naturale dello Stato della Salina di Margherita di Savoia, nonché sito Ramsar di valore internazionale, Oasi Lago Salso e Parco Regionale del Fiume Ofanto. Da non sottovalutare, però, anche i siti archeologici siti tra Margherita di Savoia e Zapponeta dell'antica Salapia. Siti che il Comune di Margherita di Savoia non ha mai fatto valere attraverso l'istituzione di una reale area protetta. Il progetto del 2008 infatti non considerava gli impatti reali e potenziali degli aerogeneratori sull'avifauna migratrice e stanziale e neppure gli impatti cumulativi derivanti dalla realizzazione di una molteplicità di impianti eolici, collegati lungo la costa del Gargano. Allo stesso modo il progetto era carente di studi specifici su qualsiasi riferimento al monitoraggio degli effetti dell'opera sulle modifiche all'abbondanza della fauna marina, dei Mammiferi e Tartarughe marine, ecc., così come fu sottolineato dall'Arpa Puglia. Non c'era neanche nessuna valutazione ai fine della ricaduta del parco eolico sui "beni materiali" gli effetti della realizzazione dello stesso sulle attività di pesca professionale locale che si esercita nelle acque marittime fino ad una distanza di sei miglia dalla costa.
Il comunicato di Legambiente Margherita di Savoia si conclude :"""E sinceramente, siamo dubbiosi che l'azienda sia riuscita a far fronte alle tante lacune che portarono alla totale bocciatura del progetto già in passato; ma allo stesso tempo è necessario un fronte comune 'tecnico-scientifico' e non propagandistico nello studio del progetto ripresentato, perché tali progetti possono essere affrontati solo con osservazioni serie, così da potersi opporre ad eventuale autorizzazione da parte del Ministero. La competenza per l'autorizzazione degli impianti eolici offshore, infatti, è passata direttamente allo Stato e di conseguenza anche le procedure di competenza in ordine di VIA (Valutazione d'Impatto Ambientale). Il Ministero non potrà non tener conto della volontà e delle indicazioni delle Amministrazioni locali. Pertanto si invitano enti, associazioni, movimenti nel far fronte comune e presentare osservazioni tecniche-scientifiche valide""".
Nel caso specifico, però, è necessario considerare che il Promontorio del Gargano e le coste marine frontistanti costituiscono un corridoio ecologico di importanza internazionale per le rotte migratorie dell'avifauna in direzione nord-sud (Europa-Africa) ed est-ovest (Balcani-Italia). La scelta da parte dell'azienda dell'installazione del parco eolico offshore, non è infatti molto favorevole in termini autorizzativi vista la posizione e l'estensione parallela della Riserva Naturale dello Stato della Salina di Margherita di Savoia, nonché sito Ramsar di valore internazionale, Oasi Lago Salso e Parco Regionale del Fiume Ofanto. Da non sottovalutare, però, anche i siti archeologici siti tra Margherita di Savoia e Zapponeta dell'antica Salapia. Siti che il Comune di Margherita di Savoia non ha mai fatto valere attraverso l'istituzione di una reale area protetta. Il progetto del 2008 infatti non considerava gli impatti reali e potenziali degli aerogeneratori sull'avifauna migratrice e stanziale e neppure gli impatti cumulativi derivanti dalla realizzazione di una molteplicità di impianti eolici, collegati lungo la costa del Gargano. Allo stesso modo il progetto era carente di studi specifici su qualsiasi riferimento al monitoraggio degli effetti dell'opera sulle modifiche all'abbondanza della fauna marina, dei Mammiferi e Tartarughe marine, ecc., così come fu sottolineato dall'Arpa Puglia. Non c'era neanche nessuna valutazione ai fine della ricaduta del parco eolico sui "beni materiali" gli effetti della realizzazione dello stesso sulle attività di pesca professionale locale che si esercita nelle acque marittime fino ad una distanza di sei miglia dalla costa.
Il comunicato di Legambiente Margherita di Savoia si conclude :"""E sinceramente, siamo dubbiosi che l'azienda sia riuscita a far fronte alle tante lacune che portarono alla totale bocciatura del progetto già in passato; ma allo stesso tempo è necessario un fronte comune 'tecnico-scientifico' e non propagandistico nello studio del progetto ripresentato, perché tali progetti possono essere affrontati solo con osservazioni serie, così da potersi opporre ad eventuale autorizzazione da parte del Ministero. La competenza per l'autorizzazione degli impianti eolici offshore, infatti, è passata direttamente allo Stato e di conseguenza anche le procedure di competenza in ordine di VIA (Valutazione d'Impatto Ambientale). Il Ministero non potrà non tener conto della volontà e delle indicazioni delle Amministrazioni locali. Pertanto si invitano enti, associazioni, movimenti nel far fronte comune e presentare osservazioni tecniche-scientifiche valide""".