La sanità oltre il Covid

Il cambiamento possibile

lunedì 22 agosto 2022 16.58
La sanità è uno dei sei temi fondamentali del PNNR italiano, forse «la cosa più importante che abbiamo», come ha ricordato il ministro della Salute Roberto Speranza, invitato dalla Fondazione per la Sussidiarietà al talk che ha messo a tema i cambiamenti possibili dopo l'esperienza della pandemia. Ad ascoltare i vari interlocutori verrebbe da dire che il cambiamento sia già in corso, o quanto meno che il legislatore e i vari operatori del sistema sanitario stiano progettando un'evoluzione strutturale. Il ministro Speranza ha comunque puntualizzato fin da subito che sia un errore pensare che «il covid sia evaporato» e che «la battaglia non è definitivamente vinta» e, citando Papa Francesco, ha ricordato che «peggio di questa crisi c'è solo il rischio di sprecarla». Nei tre anni di pandemia il bilancio della sanità è passato da 114 miliardi a 124 miliardi di euro, ma «bisogna fare di più».

Una delle problematiche emerse durante la pandemia riguarda la territorialità dell'assistenza sanitaria. Un esempio virtuoso sono le 100 case della salute emiliane, che avvicinano l'assistenza sanitaria al territorio erogando servizi integrati. Nino Cartabellotta, presidente Fondazione Gimbe, ha ricordato che «non solo l'ospedale eroga servizi d'eccellenza» e che bisogna superare l'idea che «sul territorio si possano trovare solo servizi di serie B». In tal senso il recente DM 77 ha riformato la sanità territoriale. Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà, ha ricordato che «serve più collaborazione tra Stato e individui».

Un secondo tema affrontato dagli interlocutori è stato il ruolo del medico di base durante la pandemia. Dei 374 medici deceduti per Covid ben 216 erano medici di base. Una riflessione profonda è in corso, a cominciare dalla necessità di creare una specializzazione dedicata. «La figura del medico di base è essenziale e irrinunciabile» ha detto Speranza, e «il problema dell'imbuto formativo è stato risolto erogando il triplo delle borse di studio, siamo passati da 5000 a 17400».

Un terzo tema ha riguardato il cambiamento degli ospedali à seguito della pandemia. I dirigenti intervistati hanno sottolineato che «prima di tutto bisogna guardare la realtà e imparare», impostando una organizzazione che metta al centro il paziente e il territorio. Giuliano Rizzardini, direttore dipartimento malattie infettive Ospedale Sacco di Milano, ha ricordato che «occorre anticipare il virus: i tecnici debbono aiutare i politici e viceversa per trovare nuove strategie». Rizzardini ha poi detto di essere rimasto impressionato dalla grande «capacità di lavorare insieme» e dalla compassione di medici, infermieri e personale amministrativo davanti all'emergenza. Per quanto attiene la fascia dei più fragili, l'Italia, fanalino di coda in Europa, investe solo il 2,5% del budget contro 4,5% della Germania.

Il tema del pubblico e del privato nella sanità ha fatto emergere posizioni in contrasto. Vittadini ha voluto sottolineare che «per essere sussidiari occorre introdurre la parola qualità, cioè bisogna investire su chi è più capace di costruire, evitando speculazioni o spreco di soldi pubblici». In conclusione i moderatori hanno introdotto il tema delle elezioni e del rischio Covid.«Non sarei sereno a mandare gente positiva in giro» ha risposto sinteticamente il ministro Speranza, confermando il rientro a scuola a settembre dei professori no vax.