La scomparsa di Leonardo Marcovecchio il più popolare e vincente ciclista della storia canosina
Nel 1968 corse anche nel 1° Giro internazionale di Grecia. La città di Canosa di Puglia deve molto a questo ciclista
venerdì 17 agosto 2012
10.09
Si è spento all'età di 71 anni dopo una lunga malattia Leonardo Marcovecchio il più grande e soprattutto più popolare e vincente ciclista della lunga storia canosina. Un campione sportivo in grado di vincere oltre 80 corse fra le quali ben 5 Campionati Regionali Pugliesi di Ciclismo Dilettanti fra il 1964 e il 1976 e militare nelle più rinomate società sportive della Puglia.
Pur proveniente da una famiglia numerosa e molto umile sempre in difficoltà economiche, Leonardo Marcovecchio con le sue imprese sportive riuscì a coagulare intorno a sé l'interesse di tanti amici e sostenitori che lo incoraggiarono sempre durante la sua carriera a raggiungere obiettivi sempre più importanti contribuendo tangibilmente nella risoluzione di tanti problemi che la carenza di risorse economiche ogni giorno questo ciclista doveva superare.
In tanti, negli anni, ognuno per le proprie competenze, si misero a sua disposizione come meccanici, accompagnatori, cronometristi, portatori di acqua…. e tifosi. Durante una combattutissima edizione del "Giro dell'Otto" che prevedeva l'arrivo a Barletta, vinta dal giovane Marcovecchio, l'imprenditore barlettano Gino Italia fù talmente colpito dalla storia di questo giovane talento tanto da regalargli una fiammante nuova bicicletta corsa.
Nel 1968 corse anche nel 1° Giro internazionale di Grecia risultando uno dei migliori ciclisti dilettanti – così come scriveva in una corrispondenza del tempo - Nino Petrone inviato in Grecia della Gazzetta del Mezzogiorno a seguire quella manifestazione sportiva.
Con Leonardo Marcovecchio se ne va una parte di quel ciclismo eroico di altri tempi, dove l'assenza del doping e gli scarsi mezzi a disposizione rendevano ancor più grandi le imprese sportive compiute dagli atleti del tempo. Marcovecchio è stato l'eroe sportivo del popolo, di quella gente umile e assetata di sport e successo che negli anni '60 e '70 affollava i bordi delle strade della Coppa San Sabino per sostenere il proprio beniamino che sconfiggeva i più organizzati ciclisti delle altre regioni.
La città di Canosa di Puglia deve molto a questo ciclista, molto umile e riservato che con i suoi sacrifici e con le sue vittorie, in quegli anni, ha contribuito a rendere solide le basi per la crescita del movimento sportivo ciclistico di questi ultimi anni. Pur, se in quegli anni, fu amato tantissimo dal popolo, le sue imprese non hanno ricevuto la giusta valorizzazione a livello istituzionale. Con la sua morte ritengo giunto il momento di saldare questo debito di riconoscenza verso questo "figlio del popolo canosino".
Le notizie biografiche sono state assunte dal libro "60 Anni di Ciclismo a Canosa.La Coppa San Sabino" di Michele di Ruggiero - Marino Pagano, di recente pubblicazione.
Giovanni Quinto
Assessore allo Sport Comune di Canosa -
Pur proveniente da una famiglia numerosa e molto umile sempre in difficoltà economiche, Leonardo Marcovecchio con le sue imprese sportive riuscì a coagulare intorno a sé l'interesse di tanti amici e sostenitori che lo incoraggiarono sempre durante la sua carriera a raggiungere obiettivi sempre più importanti contribuendo tangibilmente nella risoluzione di tanti problemi che la carenza di risorse economiche ogni giorno questo ciclista doveva superare.
In tanti, negli anni, ognuno per le proprie competenze, si misero a sua disposizione come meccanici, accompagnatori, cronometristi, portatori di acqua…. e tifosi. Durante una combattutissima edizione del "Giro dell'Otto" che prevedeva l'arrivo a Barletta, vinta dal giovane Marcovecchio, l'imprenditore barlettano Gino Italia fù talmente colpito dalla storia di questo giovane talento tanto da regalargli una fiammante nuova bicicletta corsa.
Nel 1968 corse anche nel 1° Giro internazionale di Grecia risultando uno dei migliori ciclisti dilettanti – così come scriveva in una corrispondenza del tempo - Nino Petrone inviato in Grecia della Gazzetta del Mezzogiorno a seguire quella manifestazione sportiva.
Con Leonardo Marcovecchio se ne va una parte di quel ciclismo eroico di altri tempi, dove l'assenza del doping e gli scarsi mezzi a disposizione rendevano ancor più grandi le imprese sportive compiute dagli atleti del tempo. Marcovecchio è stato l'eroe sportivo del popolo, di quella gente umile e assetata di sport e successo che negli anni '60 e '70 affollava i bordi delle strade della Coppa San Sabino per sostenere il proprio beniamino che sconfiggeva i più organizzati ciclisti delle altre regioni.
La città di Canosa di Puglia deve molto a questo ciclista, molto umile e riservato che con i suoi sacrifici e con le sue vittorie, in quegli anni, ha contribuito a rendere solide le basi per la crescita del movimento sportivo ciclistico di questi ultimi anni. Pur, se in quegli anni, fu amato tantissimo dal popolo, le sue imprese non hanno ricevuto la giusta valorizzazione a livello istituzionale. Con la sua morte ritengo giunto il momento di saldare questo debito di riconoscenza verso questo "figlio del popolo canosino".
Le notizie biografiche sono state assunte dal libro "60 Anni di Ciclismo a Canosa.La Coppa San Sabino" di Michele di Ruggiero - Marino Pagano, di recente pubblicazione.
Giovanni Quinto
Assessore allo Sport Comune di Canosa -