La spesa non si fa più nei mercati rionali
Il piccolo commercio abbandonato a se stesso, senza tutela
sabato 17 settembre 2016
23.38
A Bari, è sempre attuale il tema della crisi del piccolo commercio ed ora si accentua una situazione sempre latente, mai sopita. La crisi dei mercati, una rete di mercati che hanno storicamente contraddistinto la città di Bari, mette in allarme l'amministrazione comunale e la categoria ma sarebbe troppo semplice e fin troppo comodo fare demagogia ed assumere posizioni di retroguardia. Leggiamo sulla stampa le dichiarazioni dell'assessora al commercio del comune di Bari dottoressa Palone la quale "si preoccuperebbe" del fatto che la gente non spende più nei mercati. Peccato che la giovane assessora non faccia alcun riferimento alle condizioni in cui anche la sua amministrazione comunale ha ridotto i mercati ormai diventati luoghi infetti e sgradevoli, senza manutenzione, cura, igiene e senza alcuna forma di sorveglianza. L'assessora si preoccuperebbe anche delle chiusure a fronte di pochissime aperture ma anche qui non va oltre nella sua analisi e omette di affermare che la crisi sta colpendo pesantemente anche il settore dell'ambulantato quindi il pericolo peggiore non è quello che apparentemente sembra una chiusura di massa ma il fatto che quelle chiusure si trasformeranno in aperture abusive ed incontrastate e qui le cose si complicano parecchio. Di fronte a tutto questo di che ci si meraviglia se i mercati stanno morendo?
Chi oggi si preoccupa (a parole) della moria delle piccole imprese, compreso chi tace sull'argomento come stanno continuando a fare certi sindacalisti che hanno di fatto caldeggiato le aperture indiscriminate degli ipermercati nell'ultimo quindicennio e che avrebbero dovuto invece essere i difensori del piccolo commercio dal quale comunque continuano a trarre enormi vantaggi in virtù di una rappresentanza e rappresentatività tutta da dimostrare, dovrebbe avere il buon senso di parlare meno e agire di più. Se dunque dei 273 posteggi messi a bando quasi 250 resteranno vuoti, senza assegnatari, allora non è più tempo di populismo, di piagnistei e di false preoccupazioni. C'è bisogno, invece di azione e di visione. Qual è la visione che l'Amministrazione comunale di Bari, anche questa corrente, ha dei mercati? Con chi ne sta parlando? Perché continua ad interagire con chi dei mercati non conosce nulla essendo abituato a stare seduto sulle comode poltrone rosse, in stanze dorate? Se è vero che l'assessora Palone, come ella stessa ha dichiarato, vuole correre ai ripari, ammettendo le inefficienze, e vorrebbe che le piazze ed i quartieri tornino a vivere, vuole dirci come vorrebbe farlo? Con chi vorrebbe farlo? Con quali strumenti vorrebbe farlo? Con quali investimenti e con quali soldi vorrebbe farlo?
La giovane politica afferma di aver addirittura commissionato (sarebbe mooolto interessante sapere chi abbia avuto questo privilegio, con chi ne abbia discusso e con il recepimento di quali suggerimenti e con quale concertazione) uno studio di fattibilità per individuare i punti di forza e di debolezza di ogni struttura e progettare gli interventi. Non sappiamo quanto il comune abbia deciso di "investire" per questo studio ma di sicuro se soldi pubblici siano stati preventivati allora l'assessora potrebbe risparmiarseli se dialogasse con chi i mercati li vive ogni giorno cioè con noi. Altro che studio di fattibilità. E la si smetta di cercare espedienti per porre rimedio alle manchevolezze pubbliche. Le luci accese, la sicurezza nei quartieri e le condizioni di vivibilità le deve garantire l'amministrazione comunale, se ne fosse capace, perché non si può chiedere ai commercianti di tenere le luci accese anche di pomeriggio o di domenica o altre sciocchezze varie. Sono contento che la Palone ammetta oggi che i centri commerciali, che funzionano no-stop, hanno rosicchiato una grande fetta di clientela. Peccato che di questo argomento non ne abbia mai parlato nei tavoli di concertazione. L'argomento è sicuramente molto delicato specie in una città come quella di Bari che quando si è trattato di dimostrare da che parte stava non ha mai avuto né il coraggio né ha dimostrato di attuare politiche che andassero nella direzione di tutela del piccolo commercio.Tra l'altro i suoi interlocutori sono da trent'anni sempre gli stessi. Poltronisti che del piccolo commercio, in fondo, se ne sono sempre altamente fregati.
Giuseppe Rinaldi - UNIMPRESA - Coordinatore Settore Aree Pubbliche nella Città di Bari
Chi oggi si preoccupa (a parole) della moria delle piccole imprese, compreso chi tace sull'argomento come stanno continuando a fare certi sindacalisti che hanno di fatto caldeggiato le aperture indiscriminate degli ipermercati nell'ultimo quindicennio e che avrebbero dovuto invece essere i difensori del piccolo commercio dal quale comunque continuano a trarre enormi vantaggi in virtù di una rappresentanza e rappresentatività tutta da dimostrare, dovrebbe avere il buon senso di parlare meno e agire di più. Se dunque dei 273 posteggi messi a bando quasi 250 resteranno vuoti, senza assegnatari, allora non è più tempo di populismo, di piagnistei e di false preoccupazioni. C'è bisogno, invece di azione e di visione. Qual è la visione che l'Amministrazione comunale di Bari, anche questa corrente, ha dei mercati? Con chi ne sta parlando? Perché continua ad interagire con chi dei mercati non conosce nulla essendo abituato a stare seduto sulle comode poltrone rosse, in stanze dorate? Se è vero che l'assessora Palone, come ella stessa ha dichiarato, vuole correre ai ripari, ammettendo le inefficienze, e vorrebbe che le piazze ed i quartieri tornino a vivere, vuole dirci come vorrebbe farlo? Con chi vorrebbe farlo? Con quali strumenti vorrebbe farlo? Con quali investimenti e con quali soldi vorrebbe farlo?
La giovane politica afferma di aver addirittura commissionato (sarebbe mooolto interessante sapere chi abbia avuto questo privilegio, con chi ne abbia discusso e con il recepimento di quali suggerimenti e con quale concertazione) uno studio di fattibilità per individuare i punti di forza e di debolezza di ogni struttura e progettare gli interventi. Non sappiamo quanto il comune abbia deciso di "investire" per questo studio ma di sicuro se soldi pubblici siano stati preventivati allora l'assessora potrebbe risparmiarseli se dialogasse con chi i mercati li vive ogni giorno cioè con noi. Altro che studio di fattibilità. E la si smetta di cercare espedienti per porre rimedio alle manchevolezze pubbliche. Le luci accese, la sicurezza nei quartieri e le condizioni di vivibilità le deve garantire l'amministrazione comunale, se ne fosse capace, perché non si può chiedere ai commercianti di tenere le luci accese anche di pomeriggio o di domenica o altre sciocchezze varie. Sono contento che la Palone ammetta oggi che i centri commerciali, che funzionano no-stop, hanno rosicchiato una grande fetta di clientela. Peccato che di questo argomento non ne abbia mai parlato nei tavoli di concertazione. L'argomento è sicuramente molto delicato specie in una città come quella di Bari che quando si è trattato di dimostrare da che parte stava non ha mai avuto né il coraggio né ha dimostrato di attuare politiche che andassero nella direzione di tutela del piccolo commercio.Tra l'altro i suoi interlocutori sono da trent'anni sempre gli stessi. Poltronisti che del piccolo commercio, in fondo, se ne sono sempre altamente fregati.
Giuseppe Rinaldi - UNIMPRESA - Coordinatore Settore Aree Pubbliche nella Città di Bari