Laila Larotondo torna al Sud

La giovane farmacista spiega le sue scelte di vita e professionali

lunedì 8 marzo 2021 15.13
Nel giorno della Festa della Donne, non solo celebrazioni ma anche approfondimenti e conoscenze della vita delle stesse che vanno avanti in tutti i settori sociali, ricoprendo ruoli sempre più determinanti con impegno e dedizione in molteplici ambiti lavorativi e professionali, sempre più specializzati. Per la ricorrenza dell'8 marzo, l'attenzione è stata focalizzata sulla professione del farmacista, diventata più complessa e articolata negli ultimi anni. Il farmacista è al servizio del paziente, non solo dispensando il farmaco di turno ma anche consulenza per tutte le questioni relative alla salute e al benessere della vita quotidiana, e non solo nella malattia. Durante la pandemia da coronavirus, i farmacisti hanno dato grande prova di competenza e professionalità alla collettività, adattandosi anche alle circostanze di emergenza e difficoltà tra la gente in questo anno, critico e luttuoso con 26 "camici bianchi" che hanno pagato con la vita il loro impegno. Il primo pensiero, la giovane farmacista canosina Laila Larotondo, contattata per l'occasione, l'ha dedicato ai colleghi scomparsi nei mesi scorsi e a tutte le vittime del coronavirus, prima di rispondere alle domande di Canosaweb. Dopo la maturità liceale, Laila Larotondo ha conseguito, nel 2015, la Laurea in Farmacia e Farmacia Industriale presso l'Università "G. D'Annunzio" di Chieti e Pescara. Nel 2016, ha iniziato a lavorare per Lloyds Farmacia, a Milano, ricoprendo negli anni dapprima il ruolo di stagista, poi collaboratore fino a ricoprire i ruoli di vicedirettore e direttore Da gennaio 2021, la dottoressa Laila Larotondo è farmacista collaboratore presso la Farmacia "Castel Del Monte" di Andria che è entrata tra "Le stelle dell'e-Commerce 2020/2021", una lista delle migliori 500 attività di vendita online pubblicata dal Corriere della Sera. Alla vigilia della Festa della Donna, la dottoressa Laila Larotondo, ha dedicato un po' del suo risicato tempo libero per rispondere a Canosaweb, primo portale cittadino on line:

Perché ha scelto la professione di farmacista? Un po' per "caso" se così possiamo dire. Quando hai 18 anni e tanti interessi non è semplice scegliere con decisione un determinato percorso. Con il tempo però ho capito di aver fatto la scelta giusta, il lavoro che faccio mi da ogni giorno tantissime soddisfazioni sia da un punto di vista professionale sia, anzi direi, soprattutto da un punto di vista personale. Stare al pubblico non è semplice, ci vuole tanta pazienza, ma l'affetto e l'apprezzamento che i pazienti ti regalano ogni giorno, da tante soddisfazioni.

Anni di sacrifici e studi lontana da casa 'ripagano'? Credo che i sacrifici fatti per lo studio prima e per il lavoro poi ne siano valsi la pena. Le esperienze fatte fuori casa, per me, sono state esperienze assolutamente positive. Le rifarei altre cento volte. Durante il percorso di studi a Chieti e con l'esperienza di lavoro a Milano, ho conosciuto persone meravigliose che mi hanno arricchita tanto e mi hanno permesso di crescere sia da un punto di vista personale che professionale.

Come prima destinazione professionale, il Nord Italia, perchè? Dopo l'università avevo voglia di "evadere" dalla mia comfort zone, di fare nuove esperienze, conoscere nuove persone e vedere nuovi posti. Ho iniziato a mandare curriculum un po' ovunque e il "caso" ha voluto che finissi a Milano. All'inizio credevo che la mia esperienza milanese durasse qualche mese. Ci sono rimasta cinque anni. È stata un'esperienza bellissima che mi ha regalato tante soddisfazioni, oltre ad una crescita professionale importante.

Il 2020 anno di pandemia da coronavirus, come l'ha vissuto lavorando a Milano? Lo scorso anno è stato sicuramente il più difficile. A inizio marzo, la gente sembrava quasi "impazzita". C'era una situazione di panico e paura generalizzati, e anche noi, come farmacisti, abbiamo cercato di fare la nostra parte, cercando di fornire oltre tutti i dispositivi di protezione e le informazioni utili ad affrontare questa emergenza sanitaria, anche parole di conforto in un momento non semplice per tutti.

A gennaio 2021, il trasferimento a Canosa, perché? Il rientro a casa, non è stato dettato dalla situazione che stiamo vivendo, era un desiderio che stavo coltivando già da tempo, devo dire però che la pandemia ci ha messo del suo. Non è stato semplice affrontare questo periodo lontano dalla famiglia e dagli affetti. Questo mi ha fatto capire che era ora di tornare a casa.

In piena emergenza sanitaria per COVID-19, qualche consiglio per i lettori di Canosaweb? Non mi sento di dare consigli particolari, credo che dopo un anno di pandemia ne siano stati dati a sufficienza. L'unica cosa che mi sento di dire è di non abbassare la guardia.

Progetti per il futuro… Per il momento non ho progetti per il futuro, mi sto godendo il ritorno a casa e la nuova realtà di lavoro che ho avuto la fortuna di trovare. La farmacia, dove sto lavorando, si è anche specializzata, tra l'altro, nella vendita online e nelle consulenze telefoniche ai pazienti, in questo periodo di pandemia.