Le Costituzioni: rigidità o flessibilità?
Ne parlerà l’avvocato Piero Martire all'U.T.E.
domenica 22 gennaio 2017
11.10
Secondo incontro dell'anno all' Università della Terza Età Sezione "Prof. Ovidio Gallo" di Canosa di Puglia(BT) che si sta organizzando per la Festa del 25ennale della fondazione, in calendario il 27 febbraio 2017, come reso noto nel programma diffuso in questi giorni. Iniziative degne di interesse che coinvolgeranno gli iscritti e quanti prenderanno parte agli eventi su diverse tematiche socio-culturali come ha specificato il presidente dell'U.T.E. dottor Sabino Trotta nel corso della presentazione, ricordando che è in atto un concorso "Premio Ovidio Gallo" per una Tesi di Laurea, teso a valorizzare l'immagine storica e culturale di Canosa di Puglia attraverso una scrupolosa ricerca di documentazione sviluppata da studi su Archivi di Stato e reperti archeologici del territorio. Da non perdere l'appuntamento nella serata di lunedì 23 gennaio alle ore 18,30 presso l'Auditorium dell'Oasi "Arcivescovo Francesco Minerva", in via Muzio Scevola nr.20, a Canosa di Puglia (BT), che vedrà l'intervento dell'avvocato Piero Martire sul tema:«Le Costituzioni:rigidità o flessibilità?».
Le prime Costituzioni sono state prodotte in Inghilterra nel XVII secolo e in Francia e negli Stati Uniti nel XVIII secolo come risultato di movimenti filosofici e politici. Già nel 1789, la Dichiarazione dei diritti dell'uomo riportava: «Ogni società nella quale la garanzia dei diritti non è assicurata, né vi è fissata la separazione dei poteri, non ha una Costituzione». Il termine «costituzione» indica un atto d'autorità contenente disposizioni normative, ma nella storia contemporanea esso ha assunto un'accezione particolare, essendo utilizzato per indicare l'insieme di norme fondamentali che regolano l'organizzazione e la vita di una di quelle entità politiche definite «Stati». Un insieme di norme contenute in un atto, formato in modi vari ma spesso attraverso un procedimento solenne (procedimento o processo «costituente»), in cui la collettività interessata esprime le proprie decisioni fondative o rifondative, destinate a conformare stabilmente l'organismo politico. Talvolta anche un insieme di norme non scritte, bensì consuetudinarie, hanno il medesimo carattere e le medesime finalità. La Costituzione è la legge fondamentale di uno Stato che garantisce: la divisione dei poteri contenuti nella sovranità (fare leggi, farle rispettare, fare giustizia) fra più organi dello Stato; i diritti dei cittadini nei confronti del potere politico (libertà individuali); l'eguaglianza degli individui di fronte alla legge.
Nate nel XVIII secolo, le Costituzioni si sono dimostrate uno strumento indispensabile anche al cambiare dei tempi: così nel Novecento esse hanno aggiunto al loro contenuto originario anche i nuovi principi democratici e sociali che si erano affermati nei due secoli successivi alla loro nascita (queste Costituzioni sono chiamate "lunghe", quelle precedenti "brevi"). Nell'Ottocento i parlamentari erano la diretta espressione delle classi più abbienti: rappresentavano dunque interessi economico-sociali omogenei; ecco perché bastava una semplice legge ordinaria per modificare la Costituzione (Costituzioni flessibili). Nel Novecento, negli Stati democratici tutti hanno il diritto di voto e di conseguenza in Parlamento si sono moltiplicate le idee e gli interessi rappresentati. Le modifiche alla Costituzione proposte da chi ha vinto le elezioni (e che perciò ha la maggioranza) devono essere condivise da almeno una parte dell'opposizione. La Costituzione contiene regole che devono "andare bene" al più grande numero possibile di cittadini. Da qui nasce la spiegazione della rigidità delle Costituzioni del Novecento, contrapposta alla flessibilità di quelle dell'Ottocento. La Costituzione della Repubblica Italiana è la legge fondamentale dello Stato Italiano ed occupa il vertice della gerarchia delle fonti nell'ordinamento della Repubblica. Approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947 e promulgata dal capo provvissorio dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre seguente, fu pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.298, edizione straordinaria, dello stesso giorno, ed entrò in vigore il 1º gennaio 1948. E' composta da 139 articoli e da 18 disposizioni transitorie e finali.
Le prime Costituzioni sono state prodotte in Inghilterra nel XVII secolo e in Francia e negli Stati Uniti nel XVIII secolo come risultato di movimenti filosofici e politici. Già nel 1789, la Dichiarazione dei diritti dell'uomo riportava: «Ogni società nella quale la garanzia dei diritti non è assicurata, né vi è fissata la separazione dei poteri, non ha una Costituzione». Il termine «costituzione» indica un atto d'autorità contenente disposizioni normative, ma nella storia contemporanea esso ha assunto un'accezione particolare, essendo utilizzato per indicare l'insieme di norme fondamentali che regolano l'organizzazione e la vita di una di quelle entità politiche definite «Stati». Un insieme di norme contenute in un atto, formato in modi vari ma spesso attraverso un procedimento solenne (procedimento o processo «costituente»), in cui la collettività interessata esprime le proprie decisioni fondative o rifondative, destinate a conformare stabilmente l'organismo politico. Talvolta anche un insieme di norme non scritte, bensì consuetudinarie, hanno il medesimo carattere e le medesime finalità. La Costituzione è la legge fondamentale di uno Stato che garantisce: la divisione dei poteri contenuti nella sovranità (fare leggi, farle rispettare, fare giustizia) fra più organi dello Stato; i diritti dei cittadini nei confronti del potere politico (libertà individuali); l'eguaglianza degli individui di fronte alla legge.
Nate nel XVIII secolo, le Costituzioni si sono dimostrate uno strumento indispensabile anche al cambiare dei tempi: così nel Novecento esse hanno aggiunto al loro contenuto originario anche i nuovi principi democratici e sociali che si erano affermati nei due secoli successivi alla loro nascita (queste Costituzioni sono chiamate "lunghe", quelle precedenti "brevi"). Nell'Ottocento i parlamentari erano la diretta espressione delle classi più abbienti: rappresentavano dunque interessi economico-sociali omogenei; ecco perché bastava una semplice legge ordinaria per modificare la Costituzione (Costituzioni flessibili). Nel Novecento, negli Stati democratici tutti hanno il diritto di voto e di conseguenza in Parlamento si sono moltiplicate le idee e gli interessi rappresentati. Le modifiche alla Costituzione proposte da chi ha vinto le elezioni (e che perciò ha la maggioranza) devono essere condivise da almeno una parte dell'opposizione. La Costituzione contiene regole che devono "andare bene" al più grande numero possibile di cittadini. Da qui nasce la spiegazione della rigidità delle Costituzioni del Novecento, contrapposta alla flessibilità di quelle dell'Ottocento. La Costituzione della Repubblica Italiana è la legge fondamentale dello Stato Italiano ed occupa il vertice della gerarchia delle fonti nell'ordinamento della Repubblica. Approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947 e promulgata dal capo provvissorio dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre seguente, fu pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.298, edizione straordinaria, dello stesso giorno, ed entrò in vigore il 1º gennaio 1948. E' composta da 139 articoli e da 18 disposizioni transitorie e finali.