Le politiche di sviluppo rurale: il sostegno al biologico
Interviene l’assessore alle Risorse agroalimentare,Leonardo di Gioia
martedì 15 novembre 2016
22.36
"In questi giorni sono emerse diverse polemiche relative al sostegno all'agricoltura biologica in Puglia attraverso la Sottomisura 11.1 ('Pagamenti per la conversione in metodi e pratiche di agricoltura') del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020. In particolare riguardanti la presunta penalizzazione dell'Area salentina". Lo ricorda l'assessore alle Risorse agroalimentare della Regione Puglia, Leonardo di Gioia, che in una nota chiarisce modalità di ripartizione delle risorse e criteri di selezione. "Nel dettaglio mi preme specificare che dei 208 milioni di euro della Misura 11, circa 178 servono a soddisfare gli impegni già assunti nel 2007-2013 con gli imprenditori e rinnovarli per la programmazione 2014-2020 (Sottomisura 11.2) e che i restanti 30 milioni, ovvero 6 milioni all'anno per ciascuno dei 5 anni di impegno, sono stati assegnati per pagamenti per le conversioni con metodi e pratiche di agricoltura biologica (Sottomisura 11.1). Dall'analisi congiunta dei dati si evince chiaramente che non è corretto affermare che il territorio della provincia di Lecce sia stato penalizzato come da alcune parti sostenuto. Considerando una superficie agricola (SAU) del territorio salentino pari al 12,5% della Puglia, le risorse attribuite per quell'area, per l'intera Misura 11 sul biologico, potrebbero ammontare al 14,3% del totale. Più che proporzionali alla dimensione territoriale".
"Per impostazione generale – tiene a precisare di Gioia -, le politiche di sviluppo rurale, e tra queste il sostegno al biologico, rispondono all'esigenza di privilegiare gli interventi che dimostrano maggiore efficacia rispetto agli obiettivi. A tal proposito il programma prevede che per ciascuna Misura siano identificati dei criteri di selezione al fine di scegliere i luoghi e i soggetti prioritari per le finalità delle politiche. Nel caso della Sottomisura 11.1, di cui si è parlato questi giorni, i criteri di selezione discendono da principi concordati con i servizi della Commissione Europea in sede di approvazione del PSR. Si tratta di principi coerenti con gli obiettivi di carattere ambientale della Misura Agricoltura Biologica, ovvero con il sostegno e lo sviluppo della diversità delle specie autoctone tipiche negli ecosistemi agro-forestali e il ripristino delle condizioni di seminaturalità diffusa e di connettività ecologica. Nel dettaglio, i criteri di selezione approvati nel confronto con il partenariato socioeconomico regionale (rappresentanze degli agricoltori, dei sindacati, dei tecnici agricoli, delle istituzione locali e nazionali, degli operatori biologici, del terzo settore, delle organizzazioni ambientaliste, ecc.) prevedono di dare preferenza alle domande presentate da aziende agricole che sono collocate in zone vulnerabili ai nitrati, in aree ad alto valore naturalistico o a candidatura presentate in forma associata delle imprese".
"Per impostazione generale – tiene a precisare di Gioia -, le politiche di sviluppo rurale, e tra queste il sostegno al biologico, rispondono all'esigenza di privilegiare gli interventi che dimostrano maggiore efficacia rispetto agli obiettivi. A tal proposito il programma prevede che per ciascuna Misura siano identificati dei criteri di selezione al fine di scegliere i luoghi e i soggetti prioritari per le finalità delle politiche. Nel caso della Sottomisura 11.1, di cui si è parlato questi giorni, i criteri di selezione discendono da principi concordati con i servizi della Commissione Europea in sede di approvazione del PSR. Si tratta di principi coerenti con gli obiettivi di carattere ambientale della Misura Agricoltura Biologica, ovvero con il sostegno e lo sviluppo della diversità delle specie autoctone tipiche negli ecosistemi agro-forestali e il ripristino delle condizioni di seminaturalità diffusa e di connettività ecologica. Nel dettaglio, i criteri di selezione approvati nel confronto con il partenariato socioeconomico regionale (rappresentanze degli agricoltori, dei sindacati, dei tecnici agricoli, delle istituzione locali e nazionali, degli operatori biologici, del terzo settore, delle organizzazioni ambientaliste, ecc.) prevedono di dare preferenza alle domande presentate da aziende agricole che sono collocate in zone vulnerabili ai nitrati, in aree ad alto valore naturalistico o a candidatura presentate in forma associata delle imprese".