Lo stato di degrado in cui versano le strade provinciali e comunali
L'intervento di Miscioscia, coordinatore regionale Fareambiente
lunedì 24 agosto 2020
22.35
Partendo dall'assunto che Ambiente è territorio e il territorio è l'insieme di quegli elementi naturali ed artificiali rappresentati dalle opere a servizio dell'uomo necessari per migliorarne la qualità della vita dal punto di vista sociale, economica e culturale, non possiamo trascurare il tema dello stato di degrado in cui versano le nostre strade sul quale tutti, a parole, promettono di sistemarle - non c'è Comune o Provincia che non abbia problemi con le strade dissestate stante i drastici tagli finanziari subiti dallo Stato nell'ultimo decennio. In questa storia scopriamo anche che le Regioni grazie alla tassa sul bollo degli autoveicoli incassano ben 6,5 miliardi di euro dei quali non si comprende perché un parte di tali risorse non debbano essere ripartite per la manutenzione delle nostre strade, soprattutto quando le Regioni e non ultima la Regione Puglia nelle maglie dei propri bilanci si fa riferimento a fantomatici tesoretti di decine di milioni messi a disposizione di chissà chi e per chissà che cosa. E' bene ricordare che gli automobilisti, camionisti e motociclisti versavano e continuano a versare la tassa automobilistica o di circolazione, introdotta con il D.P.R. 5 febbraio 1953 n. 39 i cui proventi, così come stabilito dall'art. 10, si dovevano o si dovrebbero – il condizionale è d'obbligo - ripartire a favore delle Province, per metà in proporzione della superficie e per metà in proporzione della lunghezza delle strade provinciali di ciascuna Provincia per la loro costruzione e/o manutenzione. Questa la disposizione, ma nei fatti mentre le strade comunali e provinciali peggiorano sempre di più, non si sa come venga speso il gettito finanziario riveniente dalla cospicua tassa versata alla Regione per il bollo auto.
Sono sempre di meno o per nulla i Comuni che hanno a disposizione le risorse necessarie per riasfaltare le proprie strade, dovendo fare i conti con i propri bilanci ormai vincolati al gettito tributario dei propri cittadini purtroppo compromesso anche per le mancate entrate di chi i tributi non li versa, determinando serie conseguenze per la sostenibilità dei bilanci stessi. Non si comprende come mai una tassa pensata nel 1953 per finanziare la costruzione e/o manutenzione delle strade, sia stata distratta per altre esigenze, mentre è venuta meno la manutenzione delle nostre strade con l'aggravante che diventano sempre più pericolose per la circolazione e la sicurezza degli stessi automobilisti e ciclomotoristi oltre che per l'integrità meccanica degli stessi automezzi a causa delle sconnessioni; senza trascurare i disagi procurati ai residenti in ambito urbano dalla rumorosità determinata dalle sconnessioni dell'asfalto al passaggio di autocarri e mezzi agricoli. Non si comprende come mai le stesse Regioni non possano destinare, in maniera proporzionale, parte di quelle entrate ai Comuni per consentire la manutenzione delle strade e migliorare la percorribilità della ormai compromessa viabilità. Chi o cosa lo impedirebbe? Non sarebbe anche questo intervento un modo per destinare risorse finalizzate al miglioramento delle condizioni di sicurezza delle nostre strade e della qualità della vita? Il solito mistero all'italiana. E' su questo argomento che i candidati Presidenti regionali e i candidati consiglieri regionali dovrebbe esprimersi concretamente e chiarire, finalmente una volta per tutte, se una parte di quei milioni di euro relativa alla tassa di possesso o di circolazione che dir si voglia che entrano nelle casse della Regione, possano essere destinati per la sistemazione delle nostre strade piuttosto che disperdersi in mille rivoli di pseudo finanziamenti dirottati per iniziative improduttive o di scarso interesse collettivo o per finanziare altre iniziative per mero tornaconto elettorale.
Dott. Benedetto Miscioscia, Coordinatore regionale Fareambiente
Sono sempre di meno o per nulla i Comuni che hanno a disposizione le risorse necessarie per riasfaltare le proprie strade, dovendo fare i conti con i propri bilanci ormai vincolati al gettito tributario dei propri cittadini purtroppo compromesso anche per le mancate entrate di chi i tributi non li versa, determinando serie conseguenze per la sostenibilità dei bilanci stessi. Non si comprende come mai una tassa pensata nel 1953 per finanziare la costruzione e/o manutenzione delle strade, sia stata distratta per altre esigenze, mentre è venuta meno la manutenzione delle nostre strade con l'aggravante che diventano sempre più pericolose per la circolazione e la sicurezza degli stessi automobilisti e ciclomotoristi oltre che per l'integrità meccanica degli stessi automezzi a causa delle sconnessioni; senza trascurare i disagi procurati ai residenti in ambito urbano dalla rumorosità determinata dalle sconnessioni dell'asfalto al passaggio di autocarri e mezzi agricoli. Non si comprende come mai le stesse Regioni non possano destinare, in maniera proporzionale, parte di quelle entrate ai Comuni per consentire la manutenzione delle strade e migliorare la percorribilità della ormai compromessa viabilità. Chi o cosa lo impedirebbe? Non sarebbe anche questo intervento un modo per destinare risorse finalizzate al miglioramento delle condizioni di sicurezza delle nostre strade e della qualità della vita? Il solito mistero all'italiana. E' su questo argomento che i candidati Presidenti regionali e i candidati consiglieri regionali dovrebbe esprimersi concretamente e chiarire, finalmente una volta per tutte, se una parte di quei milioni di euro relativa alla tassa di possesso o di circolazione che dir si voglia che entrano nelle casse della Regione, possano essere destinati per la sistemazione delle nostre strade piuttosto che disperdersi in mille rivoli di pseudo finanziamenti dirottati per iniziative improduttive o di scarso interesse collettivo o per finanziare altre iniziative per mero tornaconto elettorale.
Dott. Benedetto Miscioscia, Coordinatore regionale Fareambiente