Maglia nera alla sanità pugliese
Le dichiarazioni dei consiglieri Damascelli e Manca
venerdì 13 novembre 2015
18.48
"Il Ministero alla Salute rende noti i risultati delle Regioni sui Livelli Essenziali di Assistenza e la Puglia finisce ko, scivolando all'ultimo posto. La Regione, dal canto suo, per salvare la faccia, prova a diffondere dati più recenti, ma non ancora ufficiali. Una cosa è certa: la classifica ministeriale, che da la Puglia all'ultimo posto per quantità e qualità dell'assistenza ai cittadini, è la fotografia precisa di quanto succede effettivamente sul territorio pugliese, dove ci sono aree completamente sguarnite di servizi essenziali di assistenza". Lo dichiara il consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Damascelli. "Non sono freddi dati numerici – aggiunge - ma l'esatta rappresentazione della realtà. Emiliano inizi ad esercitare appieno la sua duplice funzione di presidente e di assessore alla sanità, perché soltanto così avrà contezza della situazione disastrosa della sanità pugliese. Il presidente venga in alcuni distretti sociosanitari, ascolti i cittadini e parli con gli operatori sanitari. Visiti gli ospedali, i presidi territoriali di assistenza (PTA), i punti di primo intervento; provi a fare un giro nelle ambulanze del 118 per verificare le condizioni in cui si opera per le emergenze-urgenze e si rechi nei pronto soccorsi, che troverà sempre intasati, soprattutto nelle ore notturne. Così – conclude Damascelli - si renderà conto dello stato effettivo e penoso in cui versa la sanità pugliese, oggi all'ultimo posto a livello nazionale. E a pagarne le conseguenze negative, ahimè, sono sempre e soprattutto le fasce deboli della società"
Non da meno le esternazioni di Luigi Manca, consigliere regionale del Movimento Schittulli-Area Popolare e vicepresidente della III Commissione regionale Sanità, che attraverso una nota ha così commentato: "Le classifiche inerenti i Livelli Essenziali di Assistenza erogati ai cittadini nelle Regioni italiane a statuto ordinario fotografano impietosamente lo stato della sanità pugliese, che non può e non deve certo accontentarsi del lieve miglioramento registrato nel 2014 rispetto all'anno precedente, dal penultimo al quintultimo posto. Le carenze e le emergenze registrate in gran parte degli indicatori devono rappresentare un punto di partenza per un'azione incisiva e marcata di discontinuità col recente passato, non più rinviabile; e offrono alla nuova amministrazione un chiaro indirizzo operativo relativo alle priorità da affrontare (nell'interesse della comunità e di tanti professionisti pur validi mortificati e penalizzati dal contesto in cui sono costretti quotidianamente a lavorare), anche per arginare la mobilità passiva che poi amplifica il divario con altre realtà meglio organizzate e più efficienti. Un impegno necessario e doveroso, anche per l'impatto dei nuovi tagli annunciati – che imporranno un utilizzo delle poche risorse disponibili all'insegna della lotta senza tregua agli sprechi – e della normativa europea che determinerà lo stop a una turnazione selvaggia del personale medico, e inevitabilmente comporterà ulteriori disagi ed emergenze in gran parte delle strutture sul territorio, considerata la diffusa e generalizzata carenza di personale"
Non da meno le esternazioni di Luigi Manca, consigliere regionale del Movimento Schittulli-Area Popolare e vicepresidente della III Commissione regionale Sanità, che attraverso una nota ha così commentato: "Le classifiche inerenti i Livelli Essenziali di Assistenza erogati ai cittadini nelle Regioni italiane a statuto ordinario fotografano impietosamente lo stato della sanità pugliese, che non può e non deve certo accontentarsi del lieve miglioramento registrato nel 2014 rispetto all'anno precedente, dal penultimo al quintultimo posto. Le carenze e le emergenze registrate in gran parte degli indicatori devono rappresentare un punto di partenza per un'azione incisiva e marcata di discontinuità col recente passato, non più rinviabile; e offrono alla nuova amministrazione un chiaro indirizzo operativo relativo alle priorità da affrontare (nell'interesse della comunità e di tanti professionisti pur validi mortificati e penalizzati dal contesto in cui sono costretti quotidianamente a lavorare), anche per arginare la mobilità passiva che poi amplifica il divario con altre realtà meglio organizzate e più efficienti. Un impegno necessario e doveroso, anche per l'impatto dei nuovi tagli annunciati – che imporranno un utilizzo delle poche risorse disponibili all'insegna della lotta senza tregua agli sprechi – e della normativa europea che determinerà lo stop a una turnazione selvaggia del personale medico, e inevitabilmente comporterà ulteriori disagi ed emergenze in gran parte delle strutture sul territorio, considerata la diffusa e generalizzata carenza di personale"