Maltempo: Puglia falcidiata da clima impazzito
COLDIRETTI PUGLIA: "Sale stima danni in agricoltura"
sabato 16 giugno 2018
15.34
Bombe d'acqua, trombe d'aria e violente grandinate si stanno abbattendo negli ultimi giorni sulla Puglia e sta salendo la conta dei danni che, secondo Coldiretti Puglia, dagli ortaggi, agli oliveti, dai mandorleti ai ciliegeti, dai vigneti al grano, nei primi 6 mesi dell'anno sta sfiorando i 2 miliardi di euro, soprattutto per il dimezzamento della produzione di olive, mandorle bruciate e le piantine allettate di ortaggi. "Nelle ultime 48 ore dal sud della Puglia al nord il clima impazzito si è abbattuto nuovamente sulle campagne – denuncia il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - con danni ingenti sul settore agricolo nelle campagne dall'inizio dell'anno con gelo, nubifragi, trombe d'aria, bombe d'acqua e grandinate che si sono succeduti colpendo tutta la regione. Ultimi fenomeni in provincia di Bari, dove le grandinate a Gioia e Putignano hanno colpito campi di grano e di ciliegie, mentre in provincia di Lecce una grandinata notturna ha interessato i territori di Alezio, Taviano, Parabita e San Nicola, danneggiando le colture viticole e ortofrutticole. E' solo un primo bilancio degli effetti di una pazza primavera che si classifica al quarto posto tra le più calde dal 1800, ma con il 21% di precipitazioni in più rispetto alla media storica, sulla base dei dati Isac Cnr. L'andamento climatico impazzito di maggio e giugno si va ad aggiungere a quanto accaduto con gelate e grandinate di febbraio e marco".
"E' urgente che la Giunta regionale proceda con la declaratoria dello stato di calamità naturale – ha aggiunto Angelo Corsetti, Direttore Coldiretti Puglia – che consente l'attivazione di interventi compensativi per le imprese danneggiate, secondo quanto previsto dalla regolamentazione comunitaria per la concessione degli indennizzi per i danni causati da avversità atmosferiche assimilabili a calamità naturali, attraverso aiuti in "de minimis". Chiediamo accertamenti puntuali in tutte le province dove le segnalazioni sono numerose. Un impegno straordinario è stato chiesto dall'Unaprol che si è attivata scrivendo al Ministero delle politiche agricole per chiedere un intervento a sostegno delle imprese olivicole di tutte le aree, anche attraverso il rifinanziamento del piano olivicolo. Disastrosi gli effetti sui campi della tropicalizzazione del clima – aggiunge Coldiretti Puglia - che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l'aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante. Gli imprenditori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a caldo fuori stagione. In questo contesto è fondamentale riconoscere agli imprenditori agricoli un ruolo incisivo nella gestione del territorio, dell'ambiente e delle aree lrurali".
L'andamento anomalo di quest'anno conferma purtroppo i cambiamenti climatici in atto che si manifestano – sottolinea la Coldiretti – con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. Le precipitazioni primaverili sono importanti per ristabilire le scorte idriche necessarie per l'estate, ma l'acqua – precisa la Coldiretti – per poter essere assorbita dal terreno deve cadere in modo continuo e non violento. Gli acquazzoni invece aggravano i danni provocati con smottamenti, frane ed esondazioni su un territorio più fragile dove – riferisce la Coldiretti – sono 7145 i comuni complessivamente a rischio frane e alluvioni, l'88,3% del totale. Un risultato provocato da un modello di sviluppo sbagliato che negli ultimi 25 anni – conclude la Coldiretti – ha ridotto a meno di 13 milioni di ettari le aree agricole a vantaggio dell'abbandono e della cementificazione.
"E' urgente che la Giunta regionale proceda con la declaratoria dello stato di calamità naturale – ha aggiunto Angelo Corsetti, Direttore Coldiretti Puglia – che consente l'attivazione di interventi compensativi per le imprese danneggiate, secondo quanto previsto dalla regolamentazione comunitaria per la concessione degli indennizzi per i danni causati da avversità atmosferiche assimilabili a calamità naturali, attraverso aiuti in "de minimis". Chiediamo accertamenti puntuali in tutte le province dove le segnalazioni sono numerose. Un impegno straordinario è stato chiesto dall'Unaprol che si è attivata scrivendo al Ministero delle politiche agricole per chiedere un intervento a sostegno delle imprese olivicole di tutte le aree, anche attraverso il rifinanziamento del piano olivicolo. Disastrosi gli effetti sui campi della tropicalizzazione del clima – aggiunge Coldiretti Puglia - che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l'aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante. Gli imprenditori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a caldo fuori stagione. In questo contesto è fondamentale riconoscere agli imprenditori agricoli un ruolo incisivo nella gestione del territorio, dell'ambiente e delle aree lrurali".
L'andamento anomalo di quest'anno conferma purtroppo i cambiamenti climatici in atto che si manifestano – sottolinea la Coldiretti – con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. Le precipitazioni primaverili sono importanti per ristabilire le scorte idriche necessarie per l'estate, ma l'acqua – precisa la Coldiretti – per poter essere assorbita dal terreno deve cadere in modo continuo e non violento. Gli acquazzoni invece aggravano i danni provocati con smottamenti, frane ed esondazioni su un territorio più fragile dove – riferisce la Coldiretti – sono 7145 i comuni complessivamente a rischio frane e alluvioni, l'88,3% del totale. Un risultato provocato da un modello di sviluppo sbagliato che negli ultimi 25 anni – conclude la Coldiretti – ha ridotto a meno di 13 milioni di ettari le aree agricole a vantaggio dell'abbandono e della cementificazione.