Maltempo: raffiche di vento e temperature in calo
La Sezione Protezione Civile segue l'evolversi della situazione
mercoledì 5 febbraio 2020
14.30
Il Centro Funzionale Decentrato della Regione Puglia ha emanato un'allerta arancione per vento sulle zone di allerta A- Gargano e Tremiti, B -Tavoliere, C-Puglia Centrale Adriatica, D-Penisola Salentina, E-Bacini del Lato e del Lenne, G –Basso Ofanto e I-Basso Fortore e un'allerta gialla sulle restanti zone. Sono previsti venti da burrasca a burrasca forte dai quadranti settentrionali con raffiche di burrasca forte su zone costiere e appenniniche. Forti mareggiate lungo le coste esposte. È stata emessa anche un'allerta gialla per Neve sulle zone di Allerta A Gargano e Tremiti, B- Tavoliere, F Centrale Bradanica, G Basso Ofanto, H Sub-Appennino Dauno, I basso Fortore dalle prime ore odierne e per le successive 36 ore. Si prevedono inoltre precipitazioni nevose al di sopra dei 500-700 m sulla Puglia settentrionale con apporti al suolo da deboli a moderati. La Sezione Protezione Civile segue l'evolversi della situazione ed invita a consultare gli aggiornamenti pubblicati sul sito e la tabella degli scenari, per una corretta comprensione degli effetti al suolo attesi per ciascun livello di allerta previsto, nonché ad attenersi alle raccomandazioni fornite nelle norme di autoprotezione consultabili sul sito della protezione civile regionale.
L'inverno pazzo in Puglia sta facendo convivere piogge, gelate e nevicate improvvise a siccità perdurante, dove mancano all'appello al 5 febbraio 118 milioni di metri cubi d'acqua rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. E' quanto emerge dall'analisi di Coldiretti Puglia, sulla base dei dati del Consorzio di Bonifica della Capitanata, in occasione della improvvisa ondata di maltempo che ha fatto crollare di oltre 10 gradi la colonnina di mercurio dopo giorni di finta primavera che ha fatto fiorire i mandorli. "Dopo giorni di temperature che hanno toccato anche i 18 gradi, le temperature sono crollate bruscamente, da qualche ora la Puglia è sferzata da venti che raggiungono anche i 100 chilometri orari e sono stati registrati fenomeni di gelate e nevicate a macchia di leopardo. Il clima pazzo non aiuta certamente la programmazione colturale in campagna. Nonostante la brusca inversione di tendenza del meteo, le piogge non sono sufficienti a riempire gli invasi", denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. L'agricoltura pugliese per effetto dei cambiamenti climatici – aggiunge Coldiretti Puglia - ha perso più di 3 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola, strutture e infrastrutture rurali. "La diminuzione di acqua negli invasi è stata continua e costante, mitigata solo parzialmente dalla sporadiche piogge torrenziali che hanno un effetto disastroso sui campi. Per questo è urgente avviare un Programma di azione regionale, in linea con il Programma Nazionale – aggiunge il presidente Muraglia - tenendo sotto costante monitoraggio i tradizionali ed usuali mezzi di approvvigionamento (pozzi ed invasi) e di vettoriamento (condotte), ma anche conoscere i flussi d'acqua che vanno all'industria, al potabile e all'uso irriguo". Secondo il CNR, il 21% del territorio nazionale è a rischio desertificazione e circa il 41% di questo territorio si trova al Sud, riferisce Coldiretti Puglia. "In Puglia le aree affette dal rischio desertificazione sono pari al 57% - conclude il presidente Muraglia – e il conto pagato dall'agricoltura, soggetta ai cambiamenti climatici e alla siccità è salato. Il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi, ma intense e il repentino passaggio dal sereno al maltempo, con bruschi crolli o innalzamenti delle temperature, sono all'ordine del giorno e arrecano danni gravi alle colture nelle aree più colpite dal clima pazzo".
L'inverno pazzo in Puglia sta facendo convivere piogge, gelate e nevicate improvvise a siccità perdurante, dove mancano all'appello al 5 febbraio 118 milioni di metri cubi d'acqua rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. E' quanto emerge dall'analisi di Coldiretti Puglia, sulla base dei dati del Consorzio di Bonifica della Capitanata, in occasione della improvvisa ondata di maltempo che ha fatto crollare di oltre 10 gradi la colonnina di mercurio dopo giorni di finta primavera che ha fatto fiorire i mandorli. "Dopo giorni di temperature che hanno toccato anche i 18 gradi, le temperature sono crollate bruscamente, da qualche ora la Puglia è sferzata da venti che raggiungono anche i 100 chilometri orari e sono stati registrati fenomeni di gelate e nevicate a macchia di leopardo. Il clima pazzo non aiuta certamente la programmazione colturale in campagna. Nonostante la brusca inversione di tendenza del meteo, le piogge non sono sufficienti a riempire gli invasi", denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. L'agricoltura pugliese per effetto dei cambiamenti climatici – aggiunge Coldiretti Puglia - ha perso più di 3 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola, strutture e infrastrutture rurali. "La diminuzione di acqua negli invasi è stata continua e costante, mitigata solo parzialmente dalla sporadiche piogge torrenziali che hanno un effetto disastroso sui campi. Per questo è urgente avviare un Programma di azione regionale, in linea con il Programma Nazionale – aggiunge il presidente Muraglia - tenendo sotto costante monitoraggio i tradizionali ed usuali mezzi di approvvigionamento (pozzi ed invasi) e di vettoriamento (condotte), ma anche conoscere i flussi d'acqua che vanno all'industria, al potabile e all'uso irriguo". Secondo il CNR, il 21% del territorio nazionale è a rischio desertificazione e circa il 41% di questo territorio si trova al Sud, riferisce Coldiretti Puglia. "In Puglia le aree affette dal rischio desertificazione sono pari al 57% - conclude il presidente Muraglia – e il conto pagato dall'agricoltura, soggetta ai cambiamenti climatici e alla siccità è salato. Il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi, ma intense e il repentino passaggio dal sereno al maltempo, con bruschi crolli o innalzamenti delle temperature, sono all'ordine del giorno e arrecano danni gravi alle colture nelle aree più colpite dal clima pazzo".