Manifestazione cittadina contro la chiusura dell'Ospedale
Ha radunato centinaia di persone in pieno centro. Martedì 15 gennaio, alle 17
giovedì 17 gennaio 2013
17.36
L'OSPEDALE NON SI TOCCA!!!
Un successo. Ecco come è possibile sintetizzare quanto organizzato e voluto fortemente dal comitato spontaneo B619 contro la chiusura dell'ospedale di Canosa. Non appena venuti a conoscenza della riorganizzazione dei nosocomi pugliesi, che avrebbe avuto come conseguenze la riassegnazione e la chiusura di interi reparti se non degli stessi ospedali, alcuni ragazzi non hanno perso tempo, si sono riuniti e mossi da subito per salvaguardare l'orgoglio cittadino.
Dopo una incessante campagna di sensibilizzazione, iniziata lo scorso 5 giugno e mai interrotta neppure in estate, tramite conferenze, distribuzione di magliette, ripetuti incontri con il personale medico e rappresentanti della Regione Puglia ed in modo particolare con l'Assessore al ramo Ettore Attolini, il gruppo – che ha usato come nome la sigla del codice catastale di Canosa di Puglia – ha scatenato l'interesse della popolazione, della stampa e degli Enti pubblici. Promotore della propria battaglia, specie in un periodo difficile quale quello della campagna elettorale che si è appena aperto, il comitato ha deciso di alzare i toni ed uscire allo scoperto ed in grande stile.
Martedì 15 gennaio, alle 17, ha radunato centinaia di persone in pieno centro e, al suo seguito, il Presidente della Provincia, il Sindaco di Canosa ed i rappresentanti delle vicine Minervino e Spinazzola, che in passato si sono viste depauperate delle rispettive cliniche pubbliche. Alle loro spalle associazioni locali e comuni cittadini – come si suol dire - di tutte le categorie e classi sociali. Almeno un paio di migliaio di persone hanno marciato pacificamente per le vie canosine, fermandosi in serata nel piazzale antistante l'ospedale. Il loro (ora come non mai) indispensabile ospedale.
"L'ospedale non si tocca" è stato certamente lo slogan principale e che rende benissimo l'idea. Insieme, e al di là di ogni colore politico, gli organizzatori si sono riuniti con le principali cariche istituzionali locali sulla balconata del poliambulatorio per mandare un segnale forte ai responsabili della paventata riorganizzazione, davanti ad una folta rappresentanza comunitaria, ai tablet e alle telecamere televisive.
Per dimostrare ulteriormente la serietà dell'iniziativa, gli stessi promotori del comitato stanno presidiando dall'interno della struttura, giorno e notte senza sosta, fino a quando non si avranno certezze circa le garanzie chieste all'Assessore Attolini nell'ultimo incontro tenutosi lo scorso 10 gennaio.
Semplicemente, senza sottostare a giochi politici e alle decisioni intraprese da ulteriori poteri centrali, Canosa deve avere il SUO ospedale.
Leonardo Mangini
Un successo. Ecco come è possibile sintetizzare quanto organizzato e voluto fortemente dal comitato spontaneo B619 contro la chiusura dell'ospedale di Canosa. Non appena venuti a conoscenza della riorganizzazione dei nosocomi pugliesi, che avrebbe avuto come conseguenze la riassegnazione e la chiusura di interi reparti se non degli stessi ospedali, alcuni ragazzi non hanno perso tempo, si sono riuniti e mossi da subito per salvaguardare l'orgoglio cittadino.
Dopo una incessante campagna di sensibilizzazione, iniziata lo scorso 5 giugno e mai interrotta neppure in estate, tramite conferenze, distribuzione di magliette, ripetuti incontri con il personale medico e rappresentanti della Regione Puglia ed in modo particolare con l'Assessore al ramo Ettore Attolini, il gruppo – che ha usato come nome la sigla del codice catastale di Canosa di Puglia – ha scatenato l'interesse della popolazione, della stampa e degli Enti pubblici. Promotore della propria battaglia, specie in un periodo difficile quale quello della campagna elettorale che si è appena aperto, il comitato ha deciso di alzare i toni ed uscire allo scoperto ed in grande stile.
Martedì 15 gennaio, alle 17, ha radunato centinaia di persone in pieno centro e, al suo seguito, il Presidente della Provincia, il Sindaco di Canosa ed i rappresentanti delle vicine Minervino e Spinazzola, che in passato si sono viste depauperate delle rispettive cliniche pubbliche. Alle loro spalle associazioni locali e comuni cittadini – come si suol dire - di tutte le categorie e classi sociali. Almeno un paio di migliaio di persone hanno marciato pacificamente per le vie canosine, fermandosi in serata nel piazzale antistante l'ospedale. Il loro (ora come non mai) indispensabile ospedale.
"L'ospedale non si tocca" è stato certamente lo slogan principale e che rende benissimo l'idea. Insieme, e al di là di ogni colore politico, gli organizzatori si sono riuniti con le principali cariche istituzionali locali sulla balconata del poliambulatorio per mandare un segnale forte ai responsabili della paventata riorganizzazione, davanti ad una folta rappresentanza comunitaria, ai tablet e alle telecamere televisive.
Per dimostrare ulteriormente la serietà dell'iniziativa, gli stessi promotori del comitato stanno presidiando dall'interno della struttura, giorno e notte senza sosta, fino a quando non si avranno certezze circa le garanzie chieste all'Assessore Attolini nell'ultimo incontro tenutosi lo scorso 10 gennaio.
Semplicemente, senza sottostare a giochi politici e alle decisioni intraprese da ulteriori poteri centrali, Canosa deve avere il SUO ospedale.
Leonardo Mangini