Manifestazione cittadina per scongiurare la chiusura del reparto di Ostetricia
Non si può pensare di parlare di riordino ospedaliero attraverso la chiusura. "Azioneremo tutti gli strumenti legalmente perseguibili ricorrendo se necessario ai Tribunali"
sabato 9 giugno 2012
11.31
"Giù le mani dal nostro ospedale" è lo slogan scandito dalle duemila persone che hanno preso parte stamattina al corteo cittadino per protestare contro la chiusura del reparto di ostetricia del nosocomio di Canosa. Sale, quindi, la protesta contro il nuovo piano di riordino ospedaliero della Regione Puglia, che prevede la chiusura del punto nascita.
Il corteo, partito dalla casa comunale con in testa il sindaco di Canosa, Ernesto La Salvia, è giunto al presidio ospedaliero, per poi fermarsi nella centralissima piazza Vittorio Veneto. Al corteo si sono uniti anche il sindaco di Minervino, Rino Superbo, il presidente della Provincia di Barletta-Andria-Trani, Francesco Ventola, e alcuni rappresentanti del Comune di Spinazzola.
L'attuale reparto di ostetricia, interamente rinnovato e inaugurato nel 2009 dal presidente della Regione, Nichi Vendola, è una struttura altamente specializzata, che registra oltre 500 parti all'anno. Secondo quanto previsto dalle linee guida del Ministero, la Regione ha deciso di chiudere i punti nascita con meno di 500 parti all'anno, ad eccezione di Scorrano, che ha pochi parti al di sotto di questa cifra, ma che resta attivo, e Canosa, che, al contrario, ha un numero di nascite superiore alla soglia ministeriale, ma che dovrebbe comunque chiudere, a causa della presenza, nell'ambito della provincia, dei punti nascita di Andria, Barletta e Bisceglie.
"Non si può pensare di parlare di riordino ospedaliero attraverso la chiusura e non l'accorpamento dei reparti- ha detto il primo cittadino nel corso della manifestazione di protesta -. Né tantomeno si possono accettare decisioni prese dall'alto che ricadano così pesantemente sulla vita e sulla salute dei cittadini di un territorio. E voglio sottolineare che si tratta di un territorio che comprende anche i comuni limitrofi di Minervino e Spinazzola. I cittadini di queste città hanno già vissuto il dramma della chiusura dei loro nosocomi, e ora più che mai si rivolgono in caso di necessità all'ospedale di Canosa. La Regione avrebbe dovuto interpellare i cittadini, prima di deliberare una simile decisione. Prima del denaro e dei tagli, ci sono le persone ed i loro diritti: in primis il diritto alla salute. L'Amministrazione comunale ha chiesto un incontro urgente con il presidente della Regione e con l'assessore alla Sanità. Se questo non dovesse bastare - ha concluso il sindaco- azioneremo tutti gli strumenti legalmente perseguibili, ricorrendo, se necessario, ai Tribunali".
ufficio stampa
Francesca Lombardi
Il corteo, partito dalla casa comunale con in testa il sindaco di Canosa, Ernesto La Salvia, è giunto al presidio ospedaliero, per poi fermarsi nella centralissima piazza Vittorio Veneto. Al corteo si sono uniti anche il sindaco di Minervino, Rino Superbo, il presidente della Provincia di Barletta-Andria-Trani, Francesco Ventola, e alcuni rappresentanti del Comune di Spinazzola.
L'attuale reparto di ostetricia, interamente rinnovato e inaugurato nel 2009 dal presidente della Regione, Nichi Vendola, è una struttura altamente specializzata, che registra oltre 500 parti all'anno. Secondo quanto previsto dalle linee guida del Ministero, la Regione ha deciso di chiudere i punti nascita con meno di 500 parti all'anno, ad eccezione di Scorrano, che ha pochi parti al di sotto di questa cifra, ma che resta attivo, e Canosa, che, al contrario, ha un numero di nascite superiore alla soglia ministeriale, ma che dovrebbe comunque chiudere, a causa della presenza, nell'ambito della provincia, dei punti nascita di Andria, Barletta e Bisceglie.
"Non si può pensare di parlare di riordino ospedaliero attraverso la chiusura e non l'accorpamento dei reparti- ha detto il primo cittadino nel corso della manifestazione di protesta -. Né tantomeno si possono accettare decisioni prese dall'alto che ricadano così pesantemente sulla vita e sulla salute dei cittadini di un territorio. E voglio sottolineare che si tratta di un territorio che comprende anche i comuni limitrofi di Minervino e Spinazzola. I cittadini di queste città hanno già vissuto il dramma della chiusura dei loro nosocomi, e ora più che mai si rivolgono in caso di necessità all'ospedale di Canosa. La Regione avrebbe dovuto interpellare i cittadini, prima di deliberare una simile decisione. Prima del denaro e dei tagli, ci sono le persone ed i loro diritti: in primis il diritto alla salute. L'Amministrazione comunale ha chiesto un incontro urgente con il presidente della Regione e con l'assessore alla Sanità. Se questo non dovesse bastare - ha concluso il sindaco- azioneremo tutti gli strumenti legalmente perseguibili, ricorrendo, se necessario, ai Tribunali".
ufficio stampa
Francesca Lombardi