Marco Silvestri: "Solo se ritornano i pugliesi"
Le ragioni della candidatura
giovedì 13 agosto 2020
14.36
Il dibattito politico da tempo non si occupa delle questioni fondamentali per il Paese: ambiente, sanità e lavoro in particolare. Temi quasi mai affrontati con la dovuta serietà e decisione.
In particolare, per quanto riguarda il lavoro, risorse inadeguate e mancanza di una visione strategica definiscono i tratti drammatici del fenomeno emigrazione senza ritorno che colpisce da decenni il mezzogiorno.
Il Decreto crescita del 2019 è un barlume di speranza con cui si è potenziato un regime di favore per chi sceglie di tornare in Italia dall'estero: lavoratori impatriati, docenti, ricercatori accedono a un regime fiscale di favore nel caso in cui abbiano spostato la loro residenza nel nostro paese dal 30 aprile 2019 in poi. Agevolazioni maggiorate se il rientro è nelle regioni meridionali.
Inoltre, con lo stesso decreto, è stato istituito il Fondo Controesodo per fermare un'emorragia di capitale umano che, nel solo 2018, ci è costata l'esodo di duecentocinquantamila italiani. Duecentocinquantamila.
Questo, per quel che riguarda il sistema Paese.
Se parliamo del meridione d'Italia ancora peggio, come da Rapporto Svimez 2019: due milioni di meridionali emigrati al nord negli ultimi 15 anni e tutto questo viene subito come un fenomeno irreversibile, una situazione a cui assistiamo con colpevole apatia.
Questa è la ragione principale per la quale ho deciso di candidarmi al Consiglio Regionale della Regione Puglia: sento il bisogno di mettere al centro del dibattito politico questa situazione. Per dire che il rientro in Puglia che è capitato a me non è accettabile se è un caso raro, se è un'eccezione fortuita.
Per questo, un anno dopo il mio rientro a casa, ho ritenuto un obbligo il mio impegno in queste elezioni regionali, perché solo se si creano le condizioni per il ritorno dei pugliesi possiamo costruire belle speranze.
Mi impegnerò perché succeda.
In particolare, per quanto riguarda il lavoro, risorse inadeguate e mancanza di una visione strategica definiscono i tratti drammatici del fenomeno emigrazione senza ritorno che colpisce da decenni il mezzogiorno.
Il Decreto crescita del 2019 è un barlume di speranza con cui si è potenziato un regime di favore per chi sceglie di tornare in Italia dall'estero: lavoratori impatriati, docenti, ricercatori accedono a un regime fiscale di favore nel caso in cui abbiano spostato la loro residenza nel nostro paese dal 30 aprile 2019 in poi. Agevolazioni maggiorate se il rientro è nelle regioni meridionali.
Inoltre, con lo stesso decreto, è stato istituito il Fondo Controesodo per fermare un'emorragia di capitale umano che, nel solo 2018, ci è costata l'esodo di duecentocinquantamila italiani. Duecentocinquantamila.
Questo, per quel che riguarda il sistema Paese.
Se parliamo del meridione d'Italia ancora peggio, come da Rapporto Svimez 2019: due milioni di meridionali emigrati al nord negli ultimi 15 anni e tutto questo viene subito come un fenomeno irreversibile, una situazione a cui assistiamo con colpevole apatia.
Questa è la ragione principale per la quale ho deciso di candidarmi al Consiglio Regionale della Regione Puglia: sento il bisogno di mettere al centro del dibattito politico questa situazione. Per dire che il rientro in Puglia che è capitato a me non è accettabile se è un caso raro, se è un'eccezione fortuita.
Per questo, un anno dopo il mio rientro a casa, ho ritenuto un obbligo il mio impegno in queste elezioni regionali, perché solo se si creano le condizioni per il ritorno dei pugliesi possiamo costruire belle speranze.
Mi impegnerò perché succeda.