Nacque il tuo nome da ciò che fissavi

A Rimini, il meeting per l’amicizia tra i popoli

domenica 11 agosto 2019 8.48
Il meeting per l'amicizia tra i popoli che si terrà alla Fiera di Rimini dal 18-24 agosto 2019 , è giunto alla quarantesima edizione, traguardo non scontato e neanche commemorativo, poiché ogni anno siamo sollecitatati, dalla realtà che viviamo, a cercare una risposta pienamente umana alle domande che ci poniamo. Siamo coscienti che la nostra libertà ci dispone ad accogliere l'esperienza di questo evento culturale internazionale, rappresentando un'opportunità per allargare il nostro sguardo, per cogliere tutta la positività della nostra esistenza e incontrare "il significato" per la vita. Il Meeting per il suo quarantennale ha scelto come titolo: "Nacque il tuo nome da ciò che fissavi" questo verso tratto da una poesia di Karol Wojtyla. La poesia parla dell'episodio evangelico della Veronica, che mentre Cristo sale il Calvario, gli asciuga il volto con un velo sul quale rimane impressa l'immagine del volto. Una scelta affascinante quella del Meeting per far passare un messaggio importante: è ciò a cui guardi che determina ciò che sei. «Il titolo del Meeting di quest'anno indica un'urgenza» - Ha esordito il presidente: Emilia Guarnieri - «L' urgenza di persone che hanno un nome, un'identità certa e consapevole della propria irriducibile natura di uomini, indomabili nel difendere questa natura prima delle proprie idee». Secondo la presidente del Meeting «oggi non è ragionevolmente immaginabile costruire benessere, convivenza e democrazia senza ricostruire relazioni ad ogni livello tra le persone. Anche il Meeting vuole contribuire a questo, favorendo occasioni di dialogo, d'incontro, di valorizzazione delle socialità intermedie e mostrando esempi positivi in atto».

Il presidente Guarnirei ha sottolineato che :«Incontro dialogo, identità, costruzione comune, solidarietà non sono state parole da convegni, ma occasioni di esperienza. Il Meeting è una storia e non una strategia, una storia che si è costruita insieme. E' stata un'esperienza ed è proprio questo il segreto perché l'esperienza nelle persone non si cancella, resta». -Continua la Guarnirei, citando Houellebecq :«Vogliamo dire che nella confusione di oggi, nel crollo delle evidenze, non si capisce più, dove ci si trovi, ma c'è qualcosa che non crolla ed è il desiderio del cuore di ognuno». Abbiamo bisogno, per il presidente, di «uomini che sappiano guardare il proprio desiderio e che, in mezzo al mondo, provino a cambiarlo. Avere un nome, una coscienza di sé così, e questo nome si origina guardando verso qualcuno capace di attrarre». Così come è stato attratto Barabba, che sarà protagonista dello spettacolo inaugurale del Meeting, liberamente ispirato al romanzo del premio Nobel Pär Lagerkvist. «Oggi non si può costruire da soli né solo con chi la pensa come noi».

La povertà di beni ma soprattutto di significato che affligge il mondo ci spinge a cercare la novità decisiva, rintracciabile nella realtà più nascosta e apparentemente più scontata, ma al tempo stesso più essenziale di tutto il resto: l'io di ciascuno di noi. La grandezza e l'inquietudine dell'io, ci permette di scoprire ciò per cui vale la pena vivere e costruire, affrontando le sfide della storia. Per questo la domanda più interessante, e insieme la più pertinente al nostro presente, è: ma da dove nasce l'io? Da dove viene il "volto" di ciascuno di noi? Che cosa dà peso e significato irriducibile al nostro "nome" proprio? Perché senza volto non si può guardare niente e non si può godere di niente; e senza nome ci si riduce al niente di una massa indistinta. I versi della poesia di Karol Wojtyla, da cui ha preso il titolo del Meeting 2019, pone al centro il fatto – sperimentato da tutti, almeno nei momenti più importanti e decisivi della vita – che il proprio "nome", cioè la propria consistenza umana nasce da quello che si fissa, e cioè dal rapporto con un "altro da sé", con ciò da cui ci si sente chiamati ad essere. L'io può rinascere solo in un incontro, pienamente umano, perché apre all'io una prospettiva di bellezza, un desiderio di pienezza, un'urgenza di verità e di giustizia che da solo non si sarebbe mai sognato. In ogni incontro vero è come se ciascuno si sentisse "preferito": proprio lui, proprio lei. Sembra la cosa più fragile e più esposta al caso; ma è l'esperienza più potente che possiamo fare, l'unica che non ci prostra di fronte alle sfide del tempo. Non è anzitutto in uno sforzo di volontà o in una coerenza etica, che potranno essere affrontati l'incertezza e la confusione esistenziale che segnano la nostra epoca. Nessuna tecnica per la "cura di sé", nessuna riflessione avrebbe la forza generativa di un incontro: solo una preferenza su di sé può strapparci dal nulla. Avere coscienza che si è "chiamati" ad esistere è l'esperienza più sconvolgente per tutta la cultura – dalla scienza all'economia, dalla politica all'arte: da essa dipende la possibilità stessa di un nostro impegno serio nella realtà.

Nell'edizione del Quarantennale il Meeting vuole offrire questo come il contributo più prezioso della sua storia e del suo impegno presente: solo l'incontro con persone "vive" può riaprire l'io di ciascuno di noi a tutte le dimensioni del mondo. Invitiamo a questo evento eccezionale, i nostri concittadini, soprattutto giovani, almeno per qualche giorno, certi che tale opportunità può rappresentare, come per tanti milioni di persone, che in tutti questi anni hanno visitato il Meeting, una novità per la propria vita, da cui naturalmente si genera il bene di tutti.
Prof. Leonardo Di Nunno