Proposta definitiva di riordino delle Province
Questo avrebbero potuto farlo mediante un Referendum Popolare. Tutti i politici pensano di avere tra le mani un potere assoluto
lunedì 1 ottobre 2012
10.52
Il termine fissato dalla legge per i Comitati delle Autonomie Locali Italiani (CAL) per deliberare la proposta definitiva di riordino delle Province da inoltrare al governo è fissato al 2 ottobre prossimo. Tanto si è detto e scritto sul destino della giovane e bella Provincia di Barletta-Andria-Trani e proprio perché se ne sono dette tante non ci soffermiamo sulle contraddizioni, sulle assenze fisiche, di pensiero e di opinione e sulle iniziative che si sono consumate a tal riguardo.
Oggi, almeno oggi, vogliamo restare quanto più sui fatti e soprattutto sull'iter procedurale che segnerà il destino dei dieci comuni del territorio Bat, quindi, premesso che manca un fondamentale ed imprescindibile requisito di legge per la sopravvivenza della Bat, anche l'accorpamento dell'Ente è un dato di fatto che è previsto dalla legge, al di sopra di qualsiasi posizione di opportunismo politico singolo o di casta. Area Metropolitana di Bari o Provincia di Foggia: questa è la strada segnata e i comuni del territorio Bat, anche singolarmente e non necessariamente tutti assieme, devono decidere solamente se optare per una scelta o per un'altra.
Questo avrebbero potuto farlo mediante un Referendum Popolare come hanno deliberato importanti e democratici comuni del Nord Italia ovvero attraverso deliberazioni di Consiglio Comunale, come faranno tutti gli altri comuni, compresi quelli della nostra antica terra laddove i comuni e la stessa Provincia Bat neppure si sono mai dotati di un semplice Regolamento per disciplinare i Referendum Popolari o le altre forme di partecipazione democratica alla vita delle Comunità; il senso e le finalità di tali omissioni sono palesi in un ambiente dove i politici, tutti i politici o meglio tutti coloro che si ritengono o stanno studiano per diventare tali, pensano di avere tra le mani un potere assoluto incontrollabile ed inamovibile.
Questo è un destino ineludibile quindi e nessun politico, fino ad oggi, in tutte le sedi, ha avuto il coraggio di esprimere con chiarezza quello che è stato deciso a Roma, magari da amici di cordata, di partito e di merende e a nulla servono, oggi, prese di distanza di facciata e umilianti per gli stessi esternatori. La legge, al di la di quanto possano affermare coloro che tentano di mantenere a fatica le teste fuori dall'acqua per tentare di respirare ancora un po' d'aria, non lascia speranze.
Il compito dei consiglieri comunali, di sindaci e delle altre autorità politiche ed amministrative coinvolte, oltre che sentire il dovere di partecipare alle riunioni ed agli incontri pubblici sull'argomento che pure si sono tenuti ma dove lor signori hanno fatto registrare pesanti assenze, è solo ed unicamente quello di fare una delibera che contenga una proposta concreta e spedirla alla Regione e attraverso questa al Governo, entro il 2 ottobre.
Questa proposta deve tenere conto dei paletti della legge, che sono ben chiari.
Pur non escludendo il fatto che in premessa possano essere ricomprese tutte le critiche allo spirito della legge, ai suoi tempi, tutte le insoddisfazioni, le proposte alternative, i desideri del territorio, queste premesse non possono diventare l'oggetto della delibera stessa, bisogna deliberare quello che la legge ci chiede di deliberare e semmai l'unica alternativa sarebbe stata non fare alcuna delibera, che praticamente è la stessa cosa che fare le delibere che i comuni della Bat stanno facendo cioè solo buone intenzioni e aspirazioni ma così si da pieno mandato al Governo di procedere autonomamente al riordino e per quanto ci riguarda questo significa quasi certamente l'accorpamento con la Provincia di Foggia per poi magari far scoppiare altre guerre di campanile pilotate non dalle Associazioni, come qualcuno ha sempre malignamente voluto far credere, ma da intere classi politiche e dirigenti del territorio che continuano a tramare dietro le quinte senza esporsi in modo chiaro e palese.
Un'ipotesi, questa, forse caldeggiata soprattutto dagli assenti all'incontro del "Curci", ma sterile e puerile, oltre che pericolosa.
In fondo non ci pare che ad oggi ci sia un'iniziativa del territorio mediante uno sforzo comune e collettivo entro il termine del 2 ottobre di tutti i comuni, anche quelli nuovi da aggregare e confinanti, di votare tutti insieme nei loro consigli comunali altra soluzione per salvare la Bat anzi pare che molti comuni del territorio stiano pensando di fare esattamente il contrario e di prendere le distanze da ipotesi di altra natura rispetto a quella imposta dal Governo.
Non è dato conoscere il testo integrale e definitivo della deliberazione che alcuni consigli comunali dei comuni della Bat si appresterebbero ad approvare entro il termine massimo del 2 ottobre. Su alcune convocazioni, come quella del C.C. di Andria non appare alcun riferimento a questa deliberazione che sicuramente sarà portata all'attenzione nel corso dei lavori mentre negli avvisi di convocazione di altri comuni si legge: "ATTO DI INDIRIZZO PER LA RICHIESTA AL GOVERNO DI UN PROVVEDIMENTO CORRETTIVO IN MATERIA DI RIPARTIZIONE TERRITORIALE DELLE PROVINCE" (Comune di Trinitapoli) piuttosto che: "RIORDINO DELLA PROVINCIA, INDIRIZZO POLITICO" (Comune di Canosa) mentre di molti altri i siti internet non ne parlano neanche.
Riteniamo, quindi, che i Consigli Comunali debbano esprimersi non già in merito ad un ordine del giorno generico e avente solo funzione propositiva, senza peraltro essere supportato da una diffusa partecipazione popolare che, in effetti, non c'è mai stata in nessuna occasione.
Anche in questo caso ci asteniamo dal formulare giudizi di valore e considerazioni su quanto flebile sia il modo di difendere il proprio territorio e la propria terra da parte della classe politica locale, la stessa assente al "Curci", nelle piazze e per le strade delle città, quindi lanciamo un allarme secondo noi concreto e non celabile per motivi di opportunismo politico: "NON DELIBERANDO NULLA NEL MERITO DI QUANTO RICHIESTO DALLA LEGGE E LASCIANDO CHE LA SCELTA AVVENGA D'IMPERIO DA PARTE DEL GOVERNO, CON IL REALE RISCHIO DI FINIRE TUTTI, INDISTINTAMENTE, NELLA PROVINCIA DI FOGGIA, SI E' SICURI CHE E' PROPRIO QUELLO CHE VOGLIONO I CITTADINI E I RESIDENTI NEI TERRITORI DELLA PROVINCIA BAT?"
Se tutti i consiglieri comunali che rappresentano il Popolo sono convinti di questo, che vadano avanti assumendosene tutte le responsabilità, non solo politiche, ma se essi possano nutrire un seppur minimo dubbio mentre viene chiesto loro di alzare la manina, si fermino un attimo, attivino tutte le facoltà cognitive e ci pensino bene.
Al fine di garantire la perfetta conoscenza dell'argomento in trattazione, ci permettiamo di allegare un documento contenente tutti i passaggi legislativi in materia di: RIORDINO DELLE PROVINCE E LORO FUNZIONI (ART.17 D.L. 95/2012), anche se siamo certi che ciascun politico sia perfettamente a conoscenza dell'argomento sul quale è invitato a votare e deliberare.
A tal proposito sarebbe appena il caso di ricordare che: "la nuova norma interviene anche sulla disciplina delle funzioni delle province, fermo restando quanto disposto in materia dal decreto-legge 201/2011, che ha stabilito, all'art.23 c.14, che alle province spettano esclusivamente funzioni di indirizzo e di coordinamento delle attività dei comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze. Il decreto infatti provvede ad attuare , nel rispetto del principio di sussidiarietà, quanto disposto all'art.18 comma 23 del decreto 201/2011 trasferendo ai comuni le funzioni amministrative conferite alle province con legge dello Stato fino alla data di entrata in vigore del medesimo decreto 95 e rientranti nelle materie di competenza legislativa esclusiva dello Stato."
All'esito della procedura di riordino, sono funzioni delle province quali enti con funzioni di area vasta, ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera p), della Costituzione:
- pianificazione territoriale provinciale di coordinamento nonché tutela e valorizzazione dell'ambiente, per gli aspetti di competenza;
- pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, in coerenza con la programmazione regionale nonché costruzione, classificazione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale ad esse inerente.
- programmazione provinciale della rete scolastica e gestione dell'edilizia scolastica relativa alle scuole secondarie di secondo grado.
Dimenticare o omettere questo ultimo importante passaggio è poco onesto, fuorviante e sintomatico di come la politica sia abile a cambiare le carte in tavola e a cambiare le regole del gioco quando il gioco è già cominciato. Quel gioco, quel grande, vantaggioso, disonesto e privilegiato gioco, giocato senza regole su campi interdetti al pubblico, sta per finire, per sempre e per tutti.
Andria, 30 settembre 2012
Associazione "Io Ci Sono!" - Andria
Oggi, almeno oggi, vogliamo restare quanto più sui fatti e soprattutto sull'iter procedurale che segnerà il destino dei dieci comuni del territorio Bat, quindi, premesso che manca un fondamentale ed imprescindibile requisito di legge per la sopravvivenza della Bat, anche l'accorpamento dell'Ente è un dato di fatto che è previsto dalla legge, al di sopra di qualsiasi posizione di opportunismo politico singolo o di casta. Area Metropolitana di Bari o Provincia di Foggia: questa è la strada segnata e i comuni del territorio Bat, anche singolarmente e non necessariamente tutti assieme, devono decidere solamente se optare per una scelta o per un'altra.
Questo avrebbero potuto farlo mediante un Referendum Popolare come hanno deliberato importanti e democratici comuni del Nord Italia ovvero attraverso deliberazioni di Consiglio Comunale, come faranno tutti gli altri comuni, compresi quelli della nostra antica terra laddove i comuni e la stessa Provincia Bat neppure si sono mai dotati di un semplice Regolamento per disciplinare i Referendum Popolari o le altre forme di partecipazione democratica alla vita delle Comunità; il senso e le finalità di tali omissioni sono palesi in un ambiente dove i politici, tutti i politici o meglio tutti coloro che si ritengono o stanno studiano per diventare tali, pensano di avere tra le mani un potere assoluto incontrollabile ed inamovibile.
Questo è un destino ineludibile quindi e nessun politico, fino ad oggi, in tutte le sedi, ha avuto il coraggio di esprimere con chiarezza quello che è stato deciso a Roma, magari da amici di cordata, di partito e di merende e a nulla servono, oggi, prese di distanza di facciata e umilianti per gli stessi esternatori. La legge, al di la di quanto possano affermare coloro che tentano di mantenere a fatica le teste fuori dall'acqua per tentare di respirare ancora un po' d'aria, non lascia speranze.
Il compito dei consiglieri comunali, di sindaci e delle altre autorità politiche ed amministrative coinvolte, oltre che sentire il dovere di partecipare alle riunioni ed agli incontri pubblici sull'argomento che pure si sono tenuti ma dove lor signori hanno fatto registrare pesanti assenze, è solo ed unicamente quello di fare una delibera che contenga una proposta concreta e spedirla alla Regione e attraverso questa al Governo, entro il 2 ottobre.
Questa proposta deve tenere conto dei paletti della legge, che sono ben chiari.
Pur non escludendo il fatto che in premessa possano essere ricomprese tutte le critiche allo spirito della legge, ai suoi tempi, tutte le insoddisfazioni, le proposte alternative, i desideri del territorio, queste premesse non possono diventare l'oggetto della delibera stessa, bisogna deliberare quello che la legge ci chiede di deliberare e semmai l'unica alternativa sarebbe stata non fare alcuna delibera, che praticamente è la stessa cosa che fare le delibere che i comuni della Bat stanno facendo cioè solo buone intenzioni e aspirazioni ma così si da pieno mandato al Governo di procedere autonomamente al riordino e per quanto ci riguarda questo significa quasi certamente l'accorpamento con la Provincia di Foggia per poi magari far scoppiare altre guerre di campanile pilotate non dalle Associazioni, come qualcuno ha sempre malignamente voluto far credere, ma da intere classi politiche e dirigenti del territorio che continuano a tramare dietro le quinte senza esporsi in modo chiaro e palese.
Un'ipotesi, questa, forse caldeggiata soprattutto dagli assenti all'incontro del "Curci", ma sterile e puerile, oltre che pericolosa.
In fondo non ci pare che ad oggi ci sia un'iniziativa del territorio mediante uno sforzo comune e collettivo entro il termine del 2 ottobre di tutti i comuni, anche quelli nuovi da aggregare e confinanti, di votare tutti insieme nei loro consigli comunali altra soluzione per salvare la Bat anzi pare che molti comuni del territorio stiano pensando di fare esattamente il contrario e di prendere le distanze da ipotesi di altra natura rispetto a quella imposta dal Governo.
Non è dato conoscere il testo integrale e definitivo della deliberazione che alcuni consigli comunali dei comuni della Bat si appresterebbero ad approvare entro il termine massimo del 2 ottobre. Su alcune convocazioni, come quella del C.C. di Andria non appare alcun riferimento a questa deliberazione che sicuramente sarà portata all'attenzione nel corso dei lavori mentre negli avvisi di convocazione di altri comuni si legge: "ATTO DI INDIRIZZO PER LA RICHIESTA AL GOVERNO DI UN PROVVEDIMENTO CORRETTIVO IN MATERIA DI RIPARTIZIONE TERRITORIALE DELLE PROVINCE" (Comune di Trinitapoli) piuttosto che: "RIORDINO DELLA PROVINCIA, INDIRIZZO POLITICO" (Comune di Canosa) mentre di molti altri i siti internet non ne parlano neanche.
Riteniamo, quindi, che i Consigli Comunali debbano esprimersi non già in merito ad un ordine del giorno generico e avente solo funzione propositiva, senza peraltro essere supportato da una diffusa partecipazione popolare che, in effetti, non c'è mai stata in nessuna occasione.
Anche in questo caso ci asteniamo dal formulare giudizi di valore e considerazioni su quanto flebile sia il modo di difendere il proprio territorio e la propria terra da parte della classe politica locale, la stessa assente al "Curci", nelle piazze e per le strade delle città, quindi lanciamo un allarme secondo noi concreto e non celabile per motivi di opportunismo politico: "NON DELIBERANDO NULLA NEL MERITO DI QUANTO RICHIESTO DALLA LEGGE E LASCIANDO CHE LA SCELTA AVVENGA D'IMPERIO DA PARTE DEL GOVERNO, CON IL REALE RISCHIO DI FINIRE TUTTI, INDISTINTAMENTE, NELLA PROVINCIA DI FOGGIA, SI E' SICURI CHE E' PROPRIO QUELLO CHE VOGLIONO I CITTADINI E I RESIDENTI NEI TERRITORI DELLA PROVINCIA BAT?"
Se tutti i consiglieri comunali che rappresentano il Popolo sono convinti di questo, che vadano avanti assumendosene tutte le responsabilità, non solo politiche, ma se essi possano nutrire un seppur minimo dubbio mentre viene chiesto loro di alzare la manina, si fermino un attimo, attivino tutte le facoltà cognitive e ci pensino bene.
Al fine di garantire la perfetta conoscenza dell'argomento in trattazione, ci permettiamo di allegare un documento contenente tutti i passaggi legislativi in materia di: RIORDINO DELLE PROVINCE E LORO FUNZIONI (ART.17 D.L. 95/2012), anche se siamo certi che ciascun politico sia perfettamente a conoscenza dell'argomento sul quale è invitato a votare e deliberare.
A tal proposito sarebbe appena il caso di ricordare che: "la nuova norma interviene anche sulla disciplina delle funzioni delle province, fermo restando quanto disposto in materia dal decreto-legge 201/2011, che ha stabilito, all'art.23 c.14, che alle province spettano esclusivamente funzioni di indirizzo e di coordinamento delle attività dei comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze. Il decreto infatti provvede ad attuare , nel rispetto del principio di sussidiarietà, quanto disposto all'art.18 comma 23 del decreto 201/2011 trasferendo ai comuni le funzioni amministrative conferite alle province con legge dello Stato fino alla data di entrata in vigore del medesimo decreto 95 e rientranti nelle materie di competenza legislativa esclusiva dello Stato."
All'esito della procedura di riordino, sono funzioni delle province quali enti con funzioni di area vasta, ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera p), della Costituzione:
- pianificazione territoriale provinciale di coordinamento nonché tutela e valorizzazione dell'ambiente, per gli aspetti di competenza;
- pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, in coerenza con la programmazione regionale nonché costruzione, classificazione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale ad esse inerente.
- programmazione provinciale della rete scolastica e gestione dell'edilizia scolastica relativa alle scuole secondarie di secondo grado.
Dimenticare o omettere questo ultimo importante passaggio è poco onesto, fuorviante e sintomatico di come la politica sia abile a cambiare le carte in tavola e a cambiare le regole del gioco quando il gioco è già cominciato. Quel gioco, quel grande, vantaggioso, disonesto e privilegiato gioco, giocato senza regole su campi interdetti al pubblico, sta per finire, per sempre e per tutti.
Andria, 30 settembre 2012
Associazione "Io Ci Sono!" - Andria