Nei dintorni: Tanta voglia di dare la parola ai Cittadini non si era mai vista prima d’ora
Chi se la prende addirittura con il Governo Monti. La pratica dei due piedi in una scarpa è cosa assai consueta e abusata
mercoledì 7 novembre 2012
19.18
REFERENDUM SULLA SOPPRESSIONE DELLA PROVINCIA, TANTA VOGLIA DI LUI, MA NEI FATTI?
ECCO COSA RISPONDEVA L'ENTE A FEBBRAIO 2012 ALLA PETIZIONE POPOLARE PROMOSSA DA UN'ASSOCIAZIONE ADERENTE AL NOSTRO CIRCUITO CON CUI SI CHIEDEVA L'ABOLIZIONE DELLE PROVINCE. INTANTO E' PARTITO IL BALLETTO DELLE RESPONSABILITA' E DELLO SCARICA-BARILE.
Tanta voglia di dare la parola ai Cittadini non si era mai vista prima d'ora, eppure le sollecitazioni affinché si approvassero tutti gli strumenti per far si che la parola referendum non fosse solo utopia e fantasia sono state numerosissime ma la politica, quella piccola piccola, faceva finta di non sentire mentre per i suoi affari le orecchie le teneva sempre ben rizzate. Oggi viene da sorridere nel rileggere la nota che venne inviata a febbraio scorso, dopo la consegna alla provincia Bat della petizione popolare promossa dalla L.A.C. – Libera Associazione Civica.
Alla nota della L.A.C. rispondeva la provincia Bat con altra nota di accompagnamento a firma della dott.ssa Maria de Filippo, Segretario Generale della Provincia di Barletta-Andria-Trani alla relazione redatta e firmata dalla Dirigente del Settore Affari Generali, Organi Istituzionali, Contratti ed Espropriazioni, dott.ssa Anna Lisa Camposeo. Proprio la Dirigente provinciale citava lo Statuto dell'Ente affermando che esiste tutt'ora "la mancata emanazione di un Regolamento dei referendum e delle forme di partecipazione" della Provincia di Barletta-Andria-Trani, disciplinante il procedimento istruttorio inerente alla petizione.
Quindi, di fatto, la Dirigente prendeva atto di quanto trasmesso e riteneva la documentazione avente finalità di "sensibilizzazione" con lo scopo di focalizzare l'interesse dell'Ente destinatario su una particolare tematica, seppur essa non debba necessariamente sfociare in un atto deliberativo, proprio considerata l'assenza di Regolamento.
Dopo tutto ciò assistiamo oggi a quello che avevamo ampiamente e con larghissimo anticipo previsto e divulgato a mezzo stampa cioè la messa in moto di meccanismi di declino di responsabilità ridicoli e del tutto fuorvianti.
Gli interventi stampa di quanti dovrebbero sentire la necessità di dimostrare con atti concreti di prendere le distanze invece di tenere i classici due pedi in una scarpa, dovrebbero sprecarsi mentre, invece, tutti vogliono autoassolversi dimenticando che esistono tanti strumenti per dimostrare di essere estranei a certe decisioni, in primis le dimissioni da tutti i privilegi che si continuano a mantenere. La pratica dei due piedi in una scarpa è cosa assai consueta e abusata proprio perché consente a certi personaggi politici di contestare (a chiacchiere) da una parte e condividere tutt'altro per rimanere a galleggiare nel mondo della politica che tanti spazi e tante opportunità offre a tutta la cricca.
Chi se la prende addirittura con il Governo Monti non fa altro che affermare ciò che noi abbiamo scritto a larghe lettere sui nostri cartelli allorquando abbiamo manifestato pubblicamente nelle vie cittadine il nostro dissenso rispetto a numerosi provvedimenti che non abbiamo condiviso e che altri, quelli potenti e che "contano", solo ora che sono stati toccati nelle loro poltrone si ricordano di contestare.
Solo ora i politici chiacchieroni, nominati e per nulla rappresentativi del territorio si sono accorti dei lamenti delle diomedee e non ammettono ancora che sono gli artefici ed i protagonisti del traghettamento delle anime politiche verso l'ade.
Siamo certi che nei prossimi giorni saranno utilizzati tutti i mezzi per dimostrare che le responsabilità dell'accorpamento della Bat nella Provincia di Foggia sono di altri facendo dimenticare che, invece, le scelte sul territorio non sono state fatte e che le omissioni sono talmente tante che neanche il vate Dante riuscirebbe a contenerle in un toma.
Andria, 6 novembre 2012
Ufficio di Coordinamento
Libere Associazioni Civiche Andriesi
ECCO COSA RISPONDEVA L'ENTE A FEBBRAIO 2012 ALLA PETIZIONE POPOLARE PROMOSSA DA UN'ASSOCIAZIONE ADERENTE AL NOSTRO CIRCUITO CON CUI SI CHIEDEVA L'ABOLIZIONE DELLE PROVINCE. INTANTO E' PARTITO IL BALLETTO DELLE RESPONSABILITA' E DELLO SCARICA-BARILE.
Tanta voglia di dare la parola ai Cittadini non si era mai vista prima d'ora, eppure le sollecitazioni affinché si approvassero tutti gli strumenti per far si che la parola referendum non fosse solo utopia e fantasia sono state numerosissime ma la politica, quella piccola piccola, faceva finta di non sentire mentre per i suoi affari le orecchie le teneva sempre ben rizzate. Oggi viene da sorridere nel rileggere la nota che venne inviata a febbraio scorso, dopo la consegna alla provincia Bat della petizione popolare promossa dalla L.A.C. – Libera Associazione Civica.
Alla nota della L.A.C. rispondeva la provincia Bat con altra nota di accompagnamento a firma della dott.ssa Maria de Filippo, Segretario Generale della Provincia di Barletta-Andria-Trani alla relazione redatta e firmata dalla Dirigente del Settore Affari Generali, Organi Istituzionali, Contratti ed Espropriazioni, dott.ssa Anna Lisa Camposeo. Proprio la Dirigente provinciale citava lo Statuto dell'Ente affermando che esiste tutt'ora "la mancata emanazione di un Regolamento dei referendum e delle forme di partecipazione" della Provincia di Barletta-Andria-Trani, disciplinante il procedimento istruttorio inerente alla petizione.
Quindi, di fatto, la Dirigente prendeva atto di quanto trasmesso e riteneva la documentazione avente finalità di "sensibilizzazione" con lo scopo di focalizzare l'interesse dell'Ente destinatario su una particolare tematica, seppur essa non debba necessariamente sfociare in un atto deliberativo, proprio considerata l'assenza di Regolamento.
Dopo tutto ciò assistiamo oggi a quello che avevamo ampiamente e con larghissimo anticipo previsto e divulgato a mezzo stampa cioè la messa in moto di meccanismi di declino di responsabilità ridicoli e del tutto fuorvianti.
Gli interventi stampa di quanti dovrebbero sentire la necessità di dimostrare con atti concreti di prendere le distanze invece di tenere i classici due pedi in una scarpa, dovrebbero sprecarsi mentre, invece, tutti vogliono autoassolversi dimenticando che esistono tanti strumenti per dimostrare di essere estranei a certe decisioni, in primis le dimissioni da tutti i privilegi che si continuano a mantenere. La pratica dei due piedi in una scarpa è cosa assai consueta e abusata proprio perché consente a certi personaggi politici di contestare (a chiacchiere) da una parte e condividere tutt'altro per rimanere a galleggiare nel mondo della politica che tanti spazi e tante opportunità offre a tutta la cricca.
Chi se la prende addirittura con il Governo Monti non fa altro che affermare ciò che noi abbiamo scritto a larghe lettere sui nostri cartelli allorquando abbiamo manifestato pubblicamente nelle vie cittadine il nostro dissenso rispetto a numerosi provvedimenti che non abbiamo condiviso e che altri, quelli potenti e che "contano", solo ora che sono stati toccati nelle loro poltrone si ricordano di contestare.
Solo ora i politici chiacchieroni, nominati e per nulla rappresentativi del territorio si sono accorti dei lamenti delle diomedee e non ammettono ancora che sono gli artefici ed i protagonisti del traghettamento delle anime politiche verso l'ade.
Siamo certi che nei prossimi giorni saranno utilizzati tutti i mezzi per dimostrare che le responsabilità dell'accorpamento della Bat nella Provincia di Foggia sono di altri facendo dimenticare che, invece, le scelte sul territorio non sono state fatte e che le omissioni sono talmente tante che neanche il vate Dante riuscirebbe a contenerle in un toma.
Andria, 6 novembre 2012
Ufficio di Coordinamento
Libere Associazioni Civiche Andriesi