Nel ricordo di Leonardo Di Nunno, Dino per gli amici
Esempio di garbo e compostezza
martedì 19 agosto 2014
15.33
Un altro lutto ha colpito la comunità canosina già provata dalla morte avvenuta nei giorni scorsi degli ex sindaci Sabino Carlone e Gianni Lomuscio, molto stimati e apprezzati per il loro operato. E' di queste ore la notizia della dipartita di Leonardo Di Nunno all'età di 76 anni, conosciuto tra gli imprenditori canosini per la sua abnegazione, la sua compostezza, le sue capacità anche a sostegno delle attività sociali finalizzate a promuovere il territorio, le ricchezze dell'archeologia e lo sport, in particolare il calcio, la sua grande passione. Verso la fine degli anni cinquanta e inizi anni sessanta ha indossato la maglia del Canosa allenato da Antonio Di Nunno, rivestendo il ruolo di centravanti, temuto dagli avversari per la sua prolificità. Nei ritagli di tempo al termine dell'attività agonistica, ha giocato nei tornei amatoriali locali e nelle partite organizzate il sabato pomeriggio insieme ai suoi amici che tanto facevano discutere ma poi terminavano tra abbracci e strette di mano. Significativa la sua testimonianza scritta nel 2009 per l'almanacco "Canosa nel Pallone. Frammenti di storia":
"""Il calcio degli anni 60 era improntato sul volontariato, amicizia, la voglia di stare insieme senza interessi. Il materiale sportivo lo acquistavamo a nostre spese, ricordo che mio padre Domenico, mi comprò un paio di scarpe moderne e costosissime a Bari, le calzai ma subito mi accorsi che mi sentivo impacciato ed allora continuai a mettere le vecchie scarpe e quelle nuove le detti a un amico che giocava con me nella squadra. Dopo il mio primo campionato di Seconda Divisione 1959-60, partìì militare e quando venivo in licenza il mister Antonio Di Nunno mi utilizzava all'occorrenza. Nel 1960, nella partita con il Mazzola Bitonto subìì un infortunio al ginocchio, colpito da un avversario dopo aver realizzato una rete per la mia squadra. Da allora giocavo sempre con le fasce elastiche alle ginocchia""".
Un intervento interessante di - Leonardo Di Nunno, classe 1938, centravanti -, di insegnamento per le nuove leve calcistiche, abbagliate dai facili guadagni e dai falsi miti, si giocava per amicizia e per la voglia di stare insieme, condividendo la stessa passione attraverso il gioco leale e pulito. Impegno e dedizione per il calcio ma soprattutto per la famiglia, per il lavoro, per la comunità parrocchiale e per la società, dedicandosi con competenza, amava la lettura e gli approfondimenti che arricchivano e ampliavano le sue conoscenze culturali, e quel sottile garbo che lo distingueva dagli altri, e poi tanta caparbietà ed entusiasmo nella quotidianità delle sue azioni. Un nonno, un padre, un fratello, l'amico esemplare che tutti vorrebbero avere. Non sono parole di circostanza ma vere e sincere che testimoniano la stima verso Dino, persona affabile e cordiale. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile tra chi ha avuto modo di conoscerlo più da vicino ed un segno tangibile di umanità e generosità, difficile da trovare oggigiorno. R.I.P. Dino! Non ti dimenticheremo.
Bartolo Carbone
La Redazione di CanosaViva esprime le sentite condoglianze ai figli e alla famiglia Di Nunno.
"""Il calcio degli anni 60 era improntato sul volontariato, amicizia, la voglia di stare insieme senza interessi. Il materiale sportivo lo acquistavamo a nostre spese, ricordo che mio padre Domenico, mi comprò un paio di scarpe moderne e costosissime a Bari, le calzai ma subito mi accorsi che mi sentivo impacciato ed allora continuai a mettere le vecchie scarpe e quelle nuove le detti a un amico che giocava con me nella squadra. Dopo il mio primo campionato di Seconda Divisione 1959-60, partìì militare e quando venivo in licenza il mister Antonio Di Nunno mi utilizzava all'occorrenza. Nel 1960, nella partita con il Mazzola Bitonto subìì un infortunio al ginocchio, colpito da un avversario dopo aver realizzato una rete per la mia squadra. Da allora giocavo sempre con le fasce elastiche alle ginocchia""".
Un intervento interessante di - Leonardo Di Nunno, classe 1938, centravanti -, di insegnamento per le nuove leve calcistiche, abbagliate dai facili guadagni e dai falsi miti, si giocava per amicizia e per la voglia di stare insieme, condividendo la stessa passione attraverso il gioco leale e pulito. Impegno e dedizione per il calcio ma soprattutto per la famiglia, per il lavoro, per la comunità parrocchiale e per la società, dedicandosi con competenza, amava la lettura e gli approfondimenti che arricchivano e ampliavano le sue conoscenze culturali, e quel sottile garbo che lo distingueva dagli altri, e poi tanta caparbietà ed entusiasmo nella quotidianità delle sue azioni. Un nonno, un padre, un fratello, l'amico esemplare che tutti vorrebbero avere. Non sono parole di circostanza ma vere e sincere che testimoniano la stima verso Dino, persona affabile e cordiale. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile tra chi ha avuto modo di conoscerlo più da vicino ed un segno tangibile di umanità e generosità, difficile da trovare oggigiorno. R.I.P. Dino! Non ti dimenticheremo.
Bartolo Carbone
La Redazione di CanosaViva esprime le sentite condoglianze ai figli e alla famiglia Di Nunno.