Nessun taglio alla burocrazia per l'agricoltura
Il M5S chiede l'abolizione dello spesometro
giovedì 3 novembre 2016
17.21
Dagli annunci del taglio delle tasse, passando per il "restituire il giusto valore alla terra e a chi la lavora" sino all'aumento della burocrazia. Questo il percorso del premier Matteo Renzi e del ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina sul comparto primario. Con la delega fiscale in discussione in questi giorni a Montecitorio, il cui parere della Commissione Agricoltura della Camera è stato votato oggi, è stata nuovamente bocciata infatti l'abolizione del cosiddetto spesometro nonché introdotta la comunicazione di tutte le fatture emesse e ricevute ogni tre mesi. "A chi dovrebbe trascorrere il proprio tempo nei campi viene richiesto di passarlo alla scrivania tra scartoffie e burocrazia o, in alternativa, di ingrossare le fila di chi si nutre quotidianamente di documenti e carte, in classico stile italiota - commenta il deputato pugliese Giuseppe L'Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera - In pratica, maggiore dispendio economico, di tempo e di energia gli agricoltori del nostro Paese".
Di fatto, ad oggi, si assiste ad una contraddizione legislativa che costringe i coltivatori con reddito non superiore a 7.000 euro e che ricadono in regime di esonero Iva a comunicare le operazioni rilevanti ai fini Iva, ignorando che la stessa categoria di agricoltori, per legge, non è tenuta a conservare i registri fiscali. Un gap che il Governo non ha voluto colmare, bocciando la richiesta dei 5 Stelle e penalizzando il comparto agricolo nazionale. Ancor di più con l'art. 4 della "Delega Fiscale" che prevede la "Comunicazione dei dati delle fatture emesse e ricevute" per tutte le imprese agricole ogni tre mesi. "Abbiamo già pronto un emendamento per chiedere l'esonero dalla comunicazione quantomeno per quei soggetti con un volume d'affari realizzato nell'anno precedente non superiore a 20.000 euro - conclude L'Abbate (M5S) - Ci pare una misura di buon senso, in grado di andare incontro almeno agli agricoltori più piccoli e deboli e ci auguriamo che la maggioranza vorrà essere dalla loro parte".
Di fatto, ad oggi, si assiste ad una contraddizione legislativa che costringe i coltivatori con reddito non superiore a 7.000 euro e che ricadono in regime di esonero Iva a comunicare le operazioni rilevanti ai fini Iva, ignorando che la stessa categoria di agricoltori, per legge, non è tenuta a conservare i registri fiscali. Un gap che il Governo non ha voluto colmare, bocciando la richiesta dei 5 Stelle e penalizzando il comparto agricolo nazionale. Ancor di più con l'art. 4 della "Delega Fiscale" che prevede la "Comunicazione dei dati delle fatture emesse e ricevute" per tutte le imprese agricole ogni tre mesi. "Abbiamo già pronto un emendamento per chiedere l'esonero dalla comunicazione quantomeno per quei soggetti con un volume d'affari realizzato nell'anno precedente non superiore a 20.000 euro - conclude L'Abbate (M5S) - Ci pare una misura di buon senso, in grado di andare incontro almeno agli agricoltori più piccoli e deboli e ci auguriamo che la maggioranza vorrà essere dalla loro parte".