Non una di meno: le donne contro la violenza
Per l'8 Marzo manifestazioni a Bari
venerdì 3 marzo 2017
16.26
La Corte Europea dei diritti umani ha condannato l'Italia per la lentezza nel proteggere una donna e suo figlio dagli atti di violenza domestica del marito che hanno poi portato all'assassinio del ragazzo e al tentato omicidio della moglie. I giudici di Strasburgo, hanno stabilito che "non agendo prontamente in seguito a una denuncia di violenza domestica fatta dalla donna, le autorità italiane hanno privato la denuncia di qualsiasi effetto creando una situazione di impunità che ha contribuito al ripetersi di atti di violenza, che in fine hanno condotto al tentato omicidio della ricorrente e alla morte di suo figlio". La Corte ha condannato l'Italia per la violazione dell'articolo 2 (diritto alla vita), 3 (divieto di trattamenti inumani e degradanti) e 14 (divieto di discriminazione) della convenzione europea dei diritti umani. I giudici hanno riconosciuto alla ricorrente 30 mila euro per danni morali e 10 mila per le spese legali. Si tratta della prima condanna dell'Italia da parte della Corte per un reato relativo al fenomeno della violenza domestica. Il caso si riferisce a quanto accaduto a Remanzacco(UD) il 26 novembre del 2013 quando il marito, ora in carcere, di Elizaveta Talpis uccise il figlio diciannovenne e tentò di uccidere anche la madre. La furia omicida si scatenò dopo che la signora aveva denunciato il marito e ripetute richieste di intervento rivolte alle autorità anche da parte dei vicini.
Nell'ambito delle iniziative in programma l'8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, il movimento Non Una Di Meno di Bari aderisce alla mobilitazione generale che interesserà altri 40 Paesi del mondo. "L'adesione allo sciopero è la risposta ad una chiamata di lotta femminista che arriva dall'Argentina - ha dichiarato Graziana De Napoli di Non Una Di Meno Bari - "L'8 marzo, quindi saremo in connessione con molte piazze pugliesi e italiane ma anche con le donne di tutto il mondo e con tutti quei soggetti che hanno scelto di assumere come priorità la lotta al patriarcato e al neo-liberismo". Uno sciopero femminista di 24 ore indetto da numerose sigle sindacali che riguarderà tutte le attività produttive e riproduttive in cui le donne sono impegnate ma nelle quali spesso sono anche vittime di discriminazione, sfruttamento e violenza. L'obiettivo è far riflettere sulla necessità di cambiare la società più che sull'inasprire le pene quando si parla di lotta alla violenza maschile sulle donne Le giovani generazioni ricominciano a parlare e lo fanno ribadendo la necessità di riaffermare la forza di tutte le donne attraverso 8 punti che esprimono il rifiuto della violenza di genere in tutte le sue forme- oppressione, sfruttamento, sessismo, razzismo, omo e transfobia: l'autonomia femminile come risposta alla violenza;la piena applicazione della Convenzione di Istanbul contro ogni forma di violenza maschile; la libertà di scelta sul proprio corpo e la propria salute; l'autodeterminazione femminile; la libertà di muoversi e di restare, contro ogni frontiera; l'importanza della formazione contro la violenza; la necessità di ridare spazio ai femminismi; il rifiuto dei linguaggi sessisti e misogini. Per l'8 marzo a Bari sono in programma due iniziative:la mattina alle ore 11,30 presso l'Università avrà luogo un'assemblea dedicata all'importanza della formazione e dell'educazione di genere; il pomeriggio, alle ore 17,30 ci sarà un corteo che partirà da piazza Garibaldi e attraverserà il quartiere Libertà, scelto come luogo simbolico, perché rappresentativo di una condizione di vita complicata da tensioni sociali e abusi, crogiolo di popoli e di identità. Il tutto è partito dalla grande manifestazione "Non una di meno" svoltasi il 26 novembre 2016 a Roma con la partecipazione di 200mila persone ed è proseguito con le due giornate del 4 e 5 febbraio scorso a Bologna dove è stata lanciata la doppia sfida: lo sciopero generale dell'8 marzo e la scrittura del piano femminista contro la violenza.
Nell'ambito delle iniziative in programma l'8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, il movimento Non Una Di Meno di Bari aderisce alla mobilitazione generale che interesserà altri 40 Paesi del mondo. "L'adesione allo sciopero è la risposta ad una chiamata di lotta femminista che arriva dall'Argentina - ha dichiarato Graziana De Napoli di Non Una Di Meno Bari - "L'8 marzo, quindi saremo in connessione con molte piazze pugliesi e italiane ma anche con le donne di tutto il mondo e con tutti quei soggetti che hanno scelto di assumere come priorità la lotta al patriarcato e al neo-liberismo". Uno sciopero femminista di 24 ore indetto da numerose sigle sindacali che riguarderà tutte le attività produttive e riproduttive in cui le donne sono impegnate ma nelle quali spesso sono anche vittime di discriminazione, sfruttamento e violenza. L'obiettivo è far riflettere sulla necessità di cambiare la società più che sull'inasprire le pene quando si parla di lotta alla violenza maschile sulle donne Le giovani generazioni ricominciano a parlare e lo fanno ribadendo la necessità di riaffermare la forza di tutte le donne attraverso 8 punti che esprimono il rifiuto della violenza di genere in tutte le sue forme- oppressione, sfruttamento, sessismo, razzismo, omo e transfobia: l'autonomia femminile come risposta alla violenza;la piena applicazione della Convenzione di Istanbul contro ogni forma di violenza maschile; la libertà di scelta sul proprio corpo e la propria salute; l'autodeterminazione femminile; la libertà di muoversi e di restare, contro ogni frontiera; l'importanza della formazione contro la violenza; la necessità di ridare spazio ai femminismi; il rifiuto dei linguaggi sessisti e misogini. Per l'8 marzo a Bari sono in programma due iniziative:la mattina alle ore 11,30 presso l'Università avrà luogo un'assemblea dedicata all'importanza della formazione e dell'educazione di genere; il pomeriggio, alle ore 17,30 ci sarà un corteo che partirà da piazza Garibaldi e attraverserà il quartiere Libertà, scelto come luogo simbolico, perché rappresentativo di una condizione di vita complicata da tensioni sociali e abusi, crogiolo di popoli e di identità. Il tutto è partito dalla grande manifestazione "Non una di meno" svoltasi il 26 novembre 2016 a Roma con la partecipazione di 200mila persone ed è proseguito con le due giornate del 4 e 5 febbraio scorso a Bologna dove è stata lanciata la doppia sfida: lo sciopero generale dell'8 marzo e la scrittura del piano femminista contro la violenza.