Notizie di antichità: scavi, ricerche archeologiche e trafugamenti in Canosa di Puglia
Alfonso Germinario presenta il libro al MU.VE.
domenica 21 luglio 2024
6.39
Saranno i sotterranei del Museo dei Vescovi a Canosa di Puglia, con ingresso da via Sicilia, ad ospitare la presentazione del libro "Notizie di antichità" di Alfonso Germinario che si terrà alle ore 20.00 di domenica 21 luglio. L'evento gode del patrocinio della Fondazione Archeologica Canosina e della Cattedrale di San Sabino, oltre che del sostegno del ristorante Casa 28 Cucina e Camere di Canosa e dell'azienda Conte Spagnoletti Zeuli. Le anticipazioni riferiscono che la pubblicazione tratta una tematica accattivante, legata all'archeologia a Canosa di Puglia, finalizzata a far conoscere inedite scoperte archeologiche, dettagli storici e riflettere sui trafugamenti di opere oggi esposte nei Musei d'Europa. Una ricerca accorata e durata svariati anni, quella svolta da Alfonso Germinario, autore del libro, appassionato di archeologia e di storia patria canosina. Pagine di narrazione che aprono ad infinite osservazioni, che vanno lette "con calma e assaporandone anche l'antico modo di scrivere, di soffermarsi sui luoghi e sugli eventi".
L'opera propone, tra l'altro, luoghi scomparsi, sconosciuti ai più, ora nascosti sotto metri di terra, da cui magari un tempo ci si calava da un tombino o da un pozzo. Ambienti affrescati di ipogei, ancora intatti al momento della scoperta, angoli scomparsi della Cattedrale di San Sabino e rinvenimenti di centinaia di tombe lungo l'asse dell'antico Piano San Giovanni. Queste pagine, ritrovate in antichi archivi (anche digitali), risalgono ad un lasso di tempo che va dal 1743 al 1906, epoche in cui scarsa era la vigilanza sugli scavi occasionali, mentre sistematica era, ai fini del rinvenimento di "tesori", la vasta operazione di sterramenti, condotta dal 1845 al 1855 dal Cavaliere Bonucci per conto, apparentemente, del Real Museo Borbonico. Sedicenti antiquari, ambasciatori stranieri e gente locale contribuirono a sviare l'attenzione dei funzionari, alcuni dei quali anche corrotti, al fine di contribuire al trafugamento e alla dispersione di un immenso patrimonio artistico e culturale. Gli scavi e gli sterri durante il neonato Regno d'Italia non furono condotti, in realtà, in maniera effettivamente valevole alla tutela e alla non dispersione. Molti furono gli ipogei scoperti anche durante la nuova espansione urbanistica di Canosa, oggi divenute cantine o murati in sotterranei dei palazzotti borghesi ottocenteschi. "L'immagine di una Canosa in espansione, capace di restituire capolavori stupefacenti, ruba il lettore, conducendolo in un passato sospeso tra scoperte ed illegalità, dai toni romanzeschi."
Nel corso della serata ci sarà anche l'esposizione di due inediti e preziosi documenti cartacei: un involucro che conteneva una lettera, inviata anonimamente da Canosa brevi manu ed indirizzata privatamente all'allora Ispettore dei Regi Scavi Borbonici nel 1845/46, il Principe di Sangiorgio, Domenico Spinelli, archeologo/numismatico e grande collezionista di reperti. Un secondo documento, datato 1905 ed indirizzato all'allora Primo Ministro Nunzio Nasi, denuncia lo stato di trafugamento dei reperti da Canosa. Dopo i saluti istituzionali, il programma annuncia un dialogo tra il Curatore del Museo Sandro Sardella e l'autore Alfonso Germinario. Al termine sarà possibile degustare un vino selezionato e gentilmente offerto dalle Cantine dell'Azienda agricola Conte Spagnoletti Zeuli in un convivio culturale.
L'opera propone, tra l'altro, luoghi scomparsi, sconosciuti ai più, ora nascosti sotto metri di terra, da cui magari un tempo ci si calava da un tombino o da un pozzo. Ambienti affrescati di ipogei, ancora intatti al momento della scoperta, angoli scomparsi della Cattedrale di San Sabino e rinvenimenti di centinaia di tombe lungo l'asse dell'antico Piano San Giovanni. Queste pagine, ritrovate in antichi archivi (anche digitali), risalgono ad un lasso di tempo che va dal 1743 al 1906, epoche in cui scarsa era la vigilanza sugli scavi occasionali, mentre sistematica era, ai fini del rinvenimento di "tesori", la vasta operazione di sterramenti, condotta dal 1845 al 1855 dal Cavaliere Bonucci per conto, apparentemente, del Real Museo Borbonico. Sedicenti antiquari, ambasciatori stranieri e gente locale contribuirono a sviare l'attenzione dei funzionari, alcuni dei quali anche corrotti, al fine di contribuire al trafugamento e alla dispersione di un immenso patrimonio artistico e culturale. Gli scavi e gli sterri durante il neonato Regno d'Italia non furono condotti, in realtà, in maniera effettivamente valevole alla tutela e alla non dispersione. Molti furono gli ipogei scoperti anche durante la nuova espansione urbanistica di Canosa, oggi divenute cantine o murati in sotterranei dei palazzotti borghesi ottocenteschi. "L'immagine di una Canosa in espansione, capace di restituire capolavori stupefacenti, ruba il lettore, conducendolo in un passato sospeso tra scoperte ed illegalità, dai toni romanzeschi."
Nel corso della serata ci sarà anche l'esposizione di due inediti e preziosi documenti cartacei: un involucro che conteneva una lettera, inviata anonimamente da Canosa brevi manu ed indirizzata privatamente all'allora Ispettore dei Regi Scavi Borbonici nel 1845/46, il Principe di Sangiorgio, Domenico Spinelli, archeologo/numismatico e grande collezionista di reperti. Un secondo documento, datato 1905 ed indirizzato all'allora Primo Ministro Nunzio Nasi, denuncia lo stato di trafugamento dei reperti da Canosa. Dopo i saluti istituzionali, il programma annuncia un dialogo tra il Curatore del Museo Sandro Sardella e l'autore Alfonso Germinario. Al termine sarà possibile degustare un vino selezionato e gentilmente offerto dalle Cantine dell'Azienda agricola Conte Spagnoletti Zeuli in un convivio culturale.