Notre Dame de Paris:il musical delle emozioni
Gli studenti dell’Einaudi tra gli spettatori
giovedì 6 aprile 2017
16.18
Ancora una volta l'I.I.S.S "L.Einaudi" di Canosa di Puglia(BT) ha fatto vivere una nuova e bella esperienza ai suoi ragazzi. "Notre Dame de Paris" è il nome dello spettacolo al quale circa cento ragazzi hanno potuto assistere nello scenario del "PalaFlorio" di Bari. Il musical vanta oltre quattromila repliche in tutto il mondo, in sette lingue diverse, per un totale di circa 15 milioni di spettatori, di cui 3 milioni e mezzo solo in Italia. Il meraviglioso spettacolo di "Notre Dame de Paris" che è tornato al Palaflorio di Bari, dal 30 marzo al 2 aprile scorsi, è stato riproposto nella sua versione originale con il cast che ne ha decretato il successo mondiale sin dalle primissime rappresentazioni del 1998: Giò di Tonno nei panni di Quasimodo, Lola Ponce di Esmeralda, Graziano Galatone ha impersonato l'aitante Febo, Leonadro Di Minno nella parte di Clopin; in quella di Gringoire, Matteo Setti, mentre Tania Tuccinardi da Fiordaliso, insieme a 40 artisti tra ballerini, acrobati e breaker. Uno spettacolo che forse tutti conosciamo, perché raccontato anche nel famoso cartone animato prodotto dalla Disney: "Il gobbo di Notre Dame".
Un musical che sicuramente ha richiesto moltissimo tempo per essere preparato, data la scenografia a dir poco spettacolare, un gruppo di attori ed un corpo di ballo fenomenale, che hanno saputo mescolare vari stili per creare uno spettacolo unico. Una storia d'amore quella raccontata da Victor Hugo, che vede come protagonisti "Esmeralda", una bella zingara, che, grazie ai suoi modi, fa innamorare il prete della cattedrale, uno zingaro, che chiedeva asilo alle porte di Parigi, il capo della sicurezza parigina, un parigino, e per ultimo, ma, come si suol dire, non per importanza, Quasimodo: il gobbo che viveva nel campanile della chiesa. Una storia d'amore che forse non finisce come tutti ci aspettiamo, con i due innamorati che dopo tante difficoltà riescono a stare insieme, ma che finisce con quello che forse è il capolinea della nostra vita: la morte. Infatti la morte, che colpisce Esmeralda, mette fine a questa storia, lanciando però un messaggio fortissimo, dato che Esmeralda muore tra le braccia di Quasimodo, il gobbo da tutti temuto, costretto a rimanere nel campanile della chiesa. Una storia che, seppur molto antica, trova un'eco nelle situazioni odierne, con immigrati che chiedono asilo "alle porte della città" , ma incontrano ancora troppa "diffidenza". Una storia che spinge tutti, contro ogni difficoltà, a lottare per quello che si vuole, a non arrendersi al destino, alla fatalità delle cose, come sottolineato nel musical. Una storia che forse agli occhi di qualcuno potrebbe sembrare un po' banale, ha saputo lasciare qualcosa non solo nei nostri occhi, ma nel nostro cuore, perché sono sicuro che ognuno dei centocinquanta ragazzi, che ha avuto la possibilità di partecipare, è riuscito a trarre qualcosa di positivo da questa nuova e unica esperienza.
Un musical che sicuramente ha richiesto moltissimo tempo per essere preparato, data la scenografia a dir poco spettacolare, un gruppo di attori ed un corpo di ballo fenomenale, che hanno saputo mescolare vari stili per creare uno spettacolo unico. Una storia d'amore quella raccontata da Victor Hugo, che vede come protagonisti "Esmeralda", una bella zingara, che, grazie ai suoi modi, fa innamorare il prete della cattedrale, uno zingaro, che chiedeva asilo alle porte di Parigi, il capo della sicurezza parigina, un parigino, e per ultimo, ma, come si suol dire, non per importanza, Quasimodo: il gobbo che viveva nel campanile della chiesa. Una storia d'amore che forse non finisce come tutti ci aspettiamo, con i due innamorati che dopo tante difficoltà riescono a stare insieme, ma che finisce con quello che forse è il capolinea della nostra vita: la morte. Infatti la morte, che colpisce Esmeralda, mette fine a questa storia, lanciando però un messaggio fortissimo, dato che Esmeralda muore tra le braccia di Quasimodo, il gobbo da tutti temuto, costretto a rimanere nel campanile della chiesa. Una storia che, seppur molto antica, trova un'eco nelle situazioni odierne, con immigrati che chiedono asilo "alle porte della città" , ma incontrano ancora troppa "diffidenza". Una storia che spinge tutti, contro ogni difficoltà, a lottare per quello che si vuole, a non arrendersi al destino, alla fatalità delle cose, come sottolineato nel musical. Una storia che forse agli occhi di qualcuno potrebbe sembrare un po' banale, ha saputo lasciare qualcosa non solo nei nostri occhi, ma nel nostro cuore, perché sono sicuro che ognuno dei centocinquanta ragazzi, che ha avuto la possibilità di partecipare, è riuscito a trarre qualcosa di positivo da questa nuova e unica esperienza.