Nuova scuola, nuovo gusto per la vita
I riflettori del Meeting sull’emergenza educativa
venerdì 25 agosto 2017
15.36
Il Meeting per l'amicizia fra i popoli che si conclude sabato 26 agosto ha dedicato numerosi incontri al tema della scuola e dell'educazione per riaccendere i riflettori sull'emergenza educativa. Ospite il ministro Valeria Fedeli tra strette di mano, autografi, scambi di opinione con insegnanti e una sosta alla Piazza dei Mestieri. Una domanda le è stata rivolta, all'inizio della sua visita: «Ministro, è contenta di essere al Meeting?». Lei risponde senza esitazioni: «Molto! Il Meeting è un luogo d'incontro aperto, con una grande attenzione al futuro, ricco di vere opportunità per i giovani». Si è aperta così la giornata in fiera della donna a capo di uno dei ministeri più complessi del governo italiano, quello dell'Istruzione. Cordiale e affettuosa, Valeria Fedeli ha desiderato incontrare i volti delle persone che popolano, creano e vivono la rassegna. Ha addirittura spillato una birra insieme ai ragazzi della Piazza dei mestieri, offrendola ai presenti. Poi si è fermata a visitare la mostra "Nuove generazioni. I volti dell'Italia multietnica", curata dal giornalista Giorgio Paolucci sui "nuovi italiani". «Credo – ha detto al termine della visita - che i nuovi italiani non siano solo i figli degli immigrati ma anche tutti i "nostri" ragazzi cresciuti con loro. È una nuova generazione di italiani, non è il futuro è un presente. Questa mostra deve essere portata in tutte le scuole». La sua riflessione sul tema del meeting è poi proseguita dialogando con Giorgio Paolucci (giornalista), Eraldo Affinati(Insegnante e Presidente dell'Associazione Penny Wirton), e la giornalista de 'Il Corriere della Sera', Elisabetta Soglio, ha ribadito: «Credo sia necessario non discriminare quei bambini che dopo un ciclo scolastico si sentono italiani. L'inclusività è compito degli insegnanti, frutto del rapporto tra scuola e famiglia ma anche di tanti altri ambiti della società». Da parte sua lo scrittore Affinati ha approvato e rilanciato la sfida: «Cos'è che funziona in Italia? Una proposta educativa dove gli insegnanti siano degli adulti credibili, l'integrazione accade offrendo ai ragazzi vere esperienze e comunicando il senso della tradizione alla quale apparteniamo, così che sia percepita come una strada certa e percorribile». Il pubblico in sala ha approvato, interrompendo più volte il dibattito con applausi.
Desideriamo che la scuola diventi un luogo di introduzione alla realtà totale. «Se fossi ministro non avrei dubbi a investire sull'istruzione» ha detto in apertura dell'incontro "Una scuola da grandi" - Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, mostrando dati che testimoniano il rapporto diretto fra il miglioramento scolastico e la crescita del pil in alcuni paesi. Le differenti voci protagoniste della lunga giornata sul tema scuola sono state concordi nelle affermazioni: «il bisogno di rimettere lo studente al centro di un percorso che gli accenda il desiderio di imparare»; il recupero della consapevolezza che «il terreno su cui si giocano le relazioni fra insegnanti e alunni devono rimanere le materie e le modalità con cui vengono insegnate», argomentate con esempi personali da: Anna Frigerio, preside del liceo classico e scientifico della Fondazione Sacro Cuore di Milano; Elena Ugolini, preside del liceo Malpighi di Bologna, ha declinato l'aspetto più rigoroso e oggettivo, quello della valutazione. Terzo e ultimo argomento: educare a un dialogo serio, con se stessi e con gli altri, com'è stato analizzato in modo lucido da Susanna Mantovani, della Bicocca di Milano. Non è mancato poi un colpo di scena: la presenza dell' ex Ministro dell'istruzione Luigi Berlinguer, noto per la sua passione per i giovani, il quale ha detto: «il lavoro non è solo occupazione, ma è soprattutto professionalità, cioè uno sviluppo personale.Per questo la vera condizione per migliorare la società è la sua crescita educativa, come ho visto splendidamente documentato nelle mostre del Meeting. Ringrazio quanti stanno rilanciando l'idea di una scuola aperta che solleciti il desiderio di imparare. Senza comunicare l'"eros", cioè il gusto, è difficile che i ragazzi crescano con tutta la loro persona». Centinaia di studenti provenienti da tutta Italia, da Novara a Orvieto, da Grottaglie a Catania, anche per i numerosi incontri sull'educazione hanno raccontato la loro idea di scuola e facendo emergere criticità, parlando delle cose che funzionano e indicando quelle da migliorare. Dalle loro parole emerge il bisogno di una scuola che instauri più dialogo non solo con gli studenti ma con gli autori che si studiano. Trasformando il momento di traduzione di un brano in un'opportunità di crescita e confronto. Infine dicono: "ci aspettiamo una scuola con insegnanti più giovani, più vicini alle nostre esigenze, più digitalizzata e che dia più spazio all'altenanza scuola-lavoro. la scuola deve essere cambiamento di teoria, deve interrogarsi, mettersi in discussione, per creare studenti capaci di interpretare la realtà".
Prof. Leonardo Di Nunno
Desideriamo che la scuola diventi un luogo di introduzione alla realtà totale. «Se fossi ministro non avrei dubbi a investire sull'istruzione» ha detto in apertura dell'incontro "Una scuola da grandi" - Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, mostrando dati che testimoniano il rapporto diretto fra il miglioramento scolastico e la crescita del pil in alcuni paesi. Le differenti voci protagoniste della lunga giornata sul tema scuola sono state concordi nelle affermazioni: «il bisogno di rimettere lo studente al centro di un percorso che gli accenda il desiderio di imparare»; il recupero della consapevolezza che «il terreno su cui si giocano le relazioni fra insegnanti e alunni devono rimanere le materie e le modalità con cui vengono insegnate», argomentate con esempi personali da: Anna Frigerio, preside del liceo classico e scientifico della Fondazione Sacro Cuore di Milano; Elena Ugolini, preside del liceo Malpighi di Bologna, ha declinato l'aspetto più rigoroso e oggettivo, quello della valutazione. Terzo e ultimo argomento: educare a un dialogo serio, con se stessi e con gli altri, com'è stato analizzato in modo lucido da Susanna Mantovani, della Bicocca di Milano. Non è mancato poi un colpo di scena: la presenza dell' ex Ministro dell'istruzione Luigi Berlinguer, noto per la sua passione per i giovani, il quale ha detto: «il lavoro non è solo occupazione, ma è soprattutto professionalità, cioè uno sviluppo personale.Per questo la vera condizione per migliorare la società è la sua crescita educativa, come ho visto splendidamente documentato nelle mostre del Meeting. Ringrazio quanti stanno rilanciando l'idea di una scuola aperta che solleciti il desiderio di imparare. Senza comunicare l'"eros", cioè il gusto, è difficile che i ragazzi crescano con tutta la loro persona». Centinaia di studenti provenienti da tutta Italia, da Novara a Orvieto, da Grottaglie a Catania, anche per i numerosi incontri sull'educazione hanno raccontato la loro idea di scuola e facendo emergere criticità, parlando delle cose che funzionano e indicando quelle da migliorare. Dalle loro parole emerge il bisogno di una scuola che instauri più dialogo non solo con gli studenti ma con gli autori che si studiano. Trasformando il momento di traduzione di un brano in un'opportunità di crescita e confronto. Infine dicono: "ci aspettiamo una scuola con insegnanti più giovani, più vicini alle nostre esigenze, più digitalizzata e che dia più spazio all'altenanza scuola-lavoro. la scuola deve essere cambiamento di teoria, deve interrogarsi, mettersi in discussione, per creare studenti capaci di interpretare la realtà".
Prof. Leonardo Di Nunno