Ospedale civile: il Consiglio comunale approva all’unanimità
Qualsiasi decisione dovesse essere presa in sede regionale!. Consiglio comunale approva l’ordine del giorno
mercoledì 15 febbraio 2012
11.05
Il Consiglio comunale, nella seduta di ieri sera, 13 febbraio, ha approvato all'unanimità l'ordine del giorno relativo a "l'esame della situazione dell'ospedale civile "Caduti in guerra", al quale ha preso parte, oltre all'assise consiliare, anche il direttore generale della Asl Bat, Giovanni Gorgoni.
Non hanno risposto all'invito del sindaco e del presidente del Consiglio a partecipare all'assise, il presidente della Regione, Nichi Vendola, l'assessore regionale alla Sanità, Ettore Attolini, e i consiglieri regionali Francesco Pastore, Filippo Caracciolo e Nino Marmo, mentre i consiglieri regionali Ruggero Mennea e Giovanni Alfarano, hanno comunicato la loro impossibilità a poter intervenire, scusandosi.
Nel ringraziare il direttore Gorgoni per essere intervenuto, il sindaco ha tenuto a precisare subito che "qualsiasi decisione dovesse essere presa in sede regionale, nulla potrà essere cambiato se prima non siano stati attivate idonei servizi all'altezza delle aspettative dei concittadini. Siamo qui non per difendere, per puro spirito campanilistico, il nostro nosocomio dal pericolo di chiusura – ha affermato il primo cittadino Francesco Ventola -, ma per tutelare una struttura sanitaria che è sempre stata un fiore all'occhiello del nostro territorio e che negli ultimi anni sta subendo un graduale svuotamento che oggi si traduce in un ridimensionamento disastroso. A nulla sono valsi l'impegno degli operatori e gli investimenti realizzati che rappresentano, perciò, un ulteriore elemento di sdegno".
Il direttore della ASL, per parte sua ha voluto ribadire che oggetto della discussione è solo una "bozza di lavoro" da lui proposta ai fini della seconda fase del Piano di riordino ospedaliero in discussione nella sede della Regione Puglia, documento, perciò, suscettibile di rivisitazione. "E' chiaro che la bozza del piano di riordino ospedaliero può essere rivista- ha dichiarato Gorgoni - , fermo restando che a meno di grandi cambiamenti in Regione, per la Asl Bt ci saranno 750 posti letto a fronte degli attuali 769. Al riguardo è previsto un ulteriore passaggio in Regione per mettere a punto il piano. Rispetto alla realizzazione di interventi sostitutivi o evolutivi dei servizi territoriali presenti sul territorio, mi impegno alla contemporaneità. Si tratta di un atto dovuto nei confronti delle comunità locali. Dobbiamo però rispettare le disposizioni che mi impediscono, dato il piano di rientro, di assumere un nuovo personale.
Oggi dobbiamo anche considerare che è cambiato il modo in cui le persone si ammalano. Le strutture ospedaliere non sono più la risposta più efficiente alle esigenze di salute espresse dal territorio. Non possiamo più ipotizzare di mantenere l'attuale rete di 66 ospedali su tutto il territorio regionale, quando i sistemi sanitari occidentali vanno nella direzione di pochi grandi ospedali ad alta tecnologie a cui si affiancano strutture di assistenza territoriale. Io ho idea che quello di Canosa possa continuare a essere un ospedale, ma non con le stesse specializzazioni. Non penso alla deospedalizzazione di Canosa, ma mi sento di condividere una vocazione ospedaliera diversa, che dia per esempio risposta ai fabbisogni riabilitativi che in massima parte trovano risposta fuori provincia o alla domanda chirurgica programmata e di media complessità".
Unanimi sono state le numerose dichiarazioni dei Consiglieri comunali di tutte le componenti politiche presenti che hanno ribadito la ferma volontà di difendere l'ospedale di Canosa per tutto ciò che rappresenta ai fini della tutela della salute dei concittadini, ma anche delle Comunità vicine, quali Minervino e Spinazzola che hanno subito la chiusura dei loro ospedali, così come dei comuni contigui della Basilicata ed ofantini di San Ferdinando, Trinitapoli, Margherita e Cerignola.
A margine della seduta consiliare e facendo riferimento ai dati forniti dalla Asl sull'ampia percentuale della cosiddetta mobilità passiva, ricoveri di nostri utenti fatti presso ospedali esterni alla nostra Asl, il sindaco ha sottolineato che "a fronte di risorse che costantemente perdiamo per le prestazioni sanitarie richieste ad ospedali di altre Asl, occorre saper coniugare l'esigenza di ospedali capaci di una assistenza ospedaliera di alto livello qualitativo per specialità e prestazioni con il bisogno di strutture di prossimità per assicurare efficienza ed efficacia di intervento assistenziale. Non vorremmo che tra numeri e programmi in continuo divenire, si dimentichi che al centro di ogni valutazione c'è la debolezza di chi, in condizione di bisogno di salute, al sistema pubblico chiede tutela e sicurezza".
Tutti sono stati concordi nel sostenere che in ogni caso nessun cambiamento potrà avvenire se prima non siano stati predisposti servizi adeguati.
Questo il testo approvato all'unanimità da tutte le componenti politiche del Consiglio Comunale:
PREMESSO che:
- La Conferenza dei Sindaci della ASL BT, ebbe ad approvare il Piano Attuativo Locale nell'ambito delle funzioni ad essa attribuite dalla disposizioni normative della regione Puglia, in cui furono individuate le aspettative assistenziali e le linee di indirizzo dei rappresentanti delle Comunità locali interessate;
- Nell'ambito dell'Intesa Stato-Regioni, con la deliberazione n. 2791 del 15/12/2010 "Piano di rientro e di riqualificazione del Sistema Sanitario Regionale 2010-2012 – Regolamento di riordino della rete ospedaliera della Regione Puglia per l'anno 2010. Adozione con procedura d'urgenza", la Giunta Regionale ha adottato il Regolamento di riordino della rete ospedaliera della Regione Puglia con l'obiettivo, tra gli altri, di conseguire la riduzione dello standard di posti letto per abitanti. Per lo stabilimento ospedaliero di Canosa di Puglia, qualificato Ospedale di base in ragione delle Unità Operative e dei servizi di cui si compone, la dotazione dei posti letto è passata da 115 a 102, prevedendo, tra l'altro, la soppressione dell'UTIC (Unità di Terapia Intensiva Cardiologica). Tale specifica soppressione, per ragioni logistiche-organizzative, seppure formalmente disposta non è ancora materialmente avvenuta.
- In esecuzione del medesimo Regolamento regionale, i vicini stabilimenti ospedalieri di Minervino Murge e Spinazzola sono stati chiusi con la soppressione dei reparti per acuti
RILEVATO che,
seppure mai formalmente trasmesso all'Assemblea dei Sindaci, la Direzione Generale della ASLBT ha recentemente elaborato la bozza di lavoro "Piano di riordino ospedaliero – seconda fase" che, per l'Ospedale di Canosa prevede la riduzione di 75 posti letto per acuti, molto parzialmente compensati da p.l. di riabilitazione e di lungodegenza post acuzie, ipotizzando la soppressione di Cardiologia-UTIC, Chirurgia Generale, Ortopedia, Oculistica, Ostetricia, Pediatria, Anestesia e Rianimazione con risvolti negativi anche sui servizi ospedalieri clinici e di supporto: nel presidio di Canosa residuerebbero 58 p.l.. Tanto, prefigurerebbe la chiusura certa del nostro Ospedale per il venir meno dei requisiti minimi previsti dal Regolamento regionale per gli stabilimenti ospedalieri (posti letto non inferiori a 70 ovvero non meno di 3 unità operative per acuti).
RITENUTO che
tale previsione, senza nemmeno entrare nel merito della incoerenza macroscopica con le stesse previsioni di piano, con gli standard di posti letto per abitanti, con ingiustificabili scelte allocative delle unità operative tra i presidi della stessa ASL, con risvolti assistenziali incompatibili e non esenti da possibili responsabilità medico-legali, sia:
- marcatamente ed inopinatamente penalizzante per tutti i concittadini, facendo venir meno una funzione assistenziale in danno a tutte le fasce sociali e dei più deboli in particolare;
- inaccettabile per le popolazioni limitrofe di Minervino M. e Spinazzola, specialmente, oltre che dei vicini Comuni ofantini e della Basilicata, che da sempre hanno trovato nel nostro Ospedale un sicuro riferimento assistenziale;
- insostenibile, oltre che mortificante, per tutti gli operatori sanitari che vi lavorano o vi fanno riferimento, in quanto, oltre a mettere a repentaglio la vita dei pazienti per gli accresciuti tempi di percorrenza nelle urgenze, pone a rischio anche la sicurezza e la tutela del personale medico ed infermieristico direttamente coinvolto.
D E L I B E R A
Di opporre la ferma contrarietà ad ingiustificate ipotesi di ridimensionamento dell'offerta assistenziale del Presidio ospedaliero di Canosa per le premesse che qui si intendono integralmente richiamate e che possono preludere ad effetti disastrosi con la chiusura dell'Ospedale di Canosa.
Di rappresentare alla Regione Puglia il profondo disagio di tutta la Comunità e degli Operatori sanitari per scelte che non conformi alle stesse disposizioni regionali, creano marcati squilibri assistenziali e pongono a serio repentaglio la salute dei pazienti e la sicurezza e la tutela degli operatori.
Di impegnare tutte le forze politiche a mantenere uno stato di allerta e di adoperarsi ad diversi livelli politici ed istituzionali a tutela di un diritto fondamentale oltre che costituzionalmente rilevante
ufficio stampa
Francesca Lombardi
Non hanno risposto all'invito del sindaco e del presidente del Consiglio a partecipare all'assise, il presidente della Regione, Nichi Vendola, l'assessore regionale alla Sanità, Ettore Attolini, e i consiglieri regionali Francesco Pastore, Filippo Caracciolo e Nino Marmo, mentre i consiglieri regionali Ruggero Mennea e Giovanni Alfarano, hanno comunicato la loro impossibilità a poter intervenire, scusandosi.
Nel ringraziare il direttore Gorgoni per essere intervenuto, il sindaco ha tenuto a precisare subito che "qualsiasi decisione dovesse essere presa in sede regionale, nulla potrà essere cambiato se prima non siano stati attivate idonei servizi all'altezza delle aspettative dei concittadini. Siamo qui non per difendere, per puro spirito campanilistico, il nostro nosocomio dal pericolo di chiusura – ha affermato il primo cittadino Francesco Ventola -, ma per tutelare una struttura sanitaria che è sempre stata un fiore all'occhiello del nostro territorio e che negli ultimi anni sta subendo un graduale svuotamento che oggi si traduce in un ridimensionamento disastroso. A nulla sono valsi l'impegno degli operatori e gli investimenti realizzati che rappresentano, perciò, un ulteriore elemento di sdegno".
Il direttore della ASL, per parte sua ha voluto ribadire che oggetto della discussione è solo una "bozza di lavoro" da lui proposta ai fini della seconda fase del Piano di riordino ospedaliero in discussione nella sede della Regione Puglia, documento, perciò, suscettibile di rivisitazione. "E' chiaro che la bozza del piano di riordino ospedaliero può essere rivista- ha dichiarato Gorgoni - , fermo restando che a meno di grandi cambiamenti in Regione, per la Asl Bt ci saranno 750 posti letto a fronte degli attuali 769. Al riguardo è previsto un ulteriore passaggio in Regione per mettere a punto il piano. Rispetto alla realizzazione di interventi sostitutivi o evolutivi dei servizi territoriali presenti sul territorio, mi impegno alla contemporaneità. Si tratta di un atto dovuto nei confronti delle comunità locali. Dobbiamo però rispettare le disposizioni che mi impediscono, dato il piano di rientro, di assumere un nuovo personale.
Oggi dobbiamo anche considerare che è cambiato il modo in cui le persone si ammalano. Le strutture ospedaliere non sono più la risposta più efficiente alle esigenze di salute espresse dal territorio. Non possiamo più ipotizzare di mantenere l'attuale rete di 66 ospedali su tutto il territorio regionale, quando i sistemi sanitari occidentali vanno nella direzione di pochi grandi ospedali ad alta tecnologie a cui si affiancano strutture di assistenza territoriale. Io ho idea che quello di Canosa possa continuare a essere un ospedale, ma non con le stesse specializzazioni. Non penso alla deospedalizzazione di Canosa, ma mi sento di condividere una vocazione ospedaliera diversa, che dia per esempio risposta ai fabbisogni riabilitativi che in massima parte trovano risposta fuori provincia o alla domanda chirurgica programmata e di media complessità".
Unanimi sono state le numerose dichiarazioni dei Consiglieri comunali di tutte le componenti politiche presenti che hanno ribadito la ferma volontà di difendere l'ospedale di Canosa per tutto ciò che rappresenta ai fini della tutela della salute dei concittadini, ma anche delle Comunità vicine, quali Minervino e Spinazzola che hanno subito la chiusura dei loro ospedali, così come dei comuni contigui della Basilicata ed ofantini di San Ferdinando, Trinitapoli, Margherita e Cerignola.
A margine della seduta consiliare e facendo riferimento ai dati forniti dalla Asl sull'ampia percentuale della cosiddetta mobilità passiva, ricoveri di nostri utenti fatti presso ospedali esterni alla nostra Asl, il sindaco ha sottolineato che "a fronte di risorse che costantemente perdiamo per le prestazioni sanitarie richieste ad ospedali di altre Asl, occorre saper coniugare l'esigenza di ospedali capaci di una assistenza ospedaliera di alto livello qualitativo per specialità e prestazioni con il bisogno di strutture di prossimità per assicurare efficienza ed efficacia di intervento assistenziale. Non vorremmo che tra numeri e programmi in continuo divenire, si dimentichi che al centro di ogni valutazione c'è la debolezza di chi, in condizione di bisogno di salute, al sistema pubblico chiede tutela e sicurezza".
Tutti sono stati concordi nel sostenere che in ogni caso nessun cambiamento potrà avvenire se prima non siano stati predisposti servizi adeguati.
Questo il testo approvato all'unanimità da tutte le componenti politiche del Consiglio Comunale:
PREMESSO che:
- La Conferenza dei Sindaci della ASL BT, ebbe ad approvare il Piano Attuativo Locale nell'ambito delle funzioni ad essa attribuite dalla disposizioni normative della regione Puglia, in cui furono individuate le aspettative assistenziali e le linee di indirizzo dei rappresentanti delle Comunità locali interessate;
- Nell'ambito dell'Intesa Stato-Regioni, con la deliberazione n. 2791 del 15/12/2010 "Piano di rientro e di riqualificazione del Sistema Sanitario Regionale 2010-2012 – Regolamento di riordino della rete ospedaliera della Regione Puglia per l'anno 2010. Adozione con procedura d'urgenza", la Giunta Regionale ha adottato il Regolamento di riordino della rete ospedaliera della Regione Puglia con l'obiettivo, tra gli altri, di conseguire la riduzione dello standard di posti letto per abitanti. Per lo stabilimento ospedaliero di Canosa di Puglia, qualificato Ospedale di base in ragione delle Unità Operative e dei servizi di cui si compone, la dotazione dei posti letto è passata da 115 a 102, prevedendo, tra l'altro, la soppressione dell'UTIC (Unità di Terapia Intensiva Cardiologica). Tale specifica soppressione, per ragioni logistiche-organizzative, seppure formalmente disposta non è ancora materialmente avvenuta.
- In esecuzione del medesimo Regolamento regionale, i vicini stabilimenti ospedalieri di Minervino Murge e Spinazzola sono stati chiusi con la soppressione dei reparti per acuti
RILEVATO che,
seppure mai formalmente trasmesso all'Assemblea dei Sindaci, la Direzione Generale della ASLBT ha recentemente elaborato la bozza di lavoro "Piano di riordino ospedaliero – seconda fase" che, per l'Ospedale di Canosa prevede la riduzione di 75 posti letto per acuti, molto parzialmente compensati da p.l. di riabilitazione e di lungodegenza post acuzie, ipotizzando la soppressione di Cardiologia-UTIC, Chirurgia Generale, Ortopedia, Oculistica, Ostetricia, Pediatria, Anestesia e Rianimazione con risvolti negativi anche sui servizi ospedalieri clinici e di supporto: nel presidio di Canosa residuerebbero 58 p.l.. Tanto, prefigurerebbe la chiusura certa del nostro Ospedale per il venir meno dei requisiti minimi previsti dal Regolamento regionale per gli stabilimenti ospedalieri (posti letto non inferiori a 70 ovvero non meno di 3 unità operative per acuti).
RITENUTO che
tale previsione, senza nemmeno entrare nel merito della incoerenza macroscopica con le stesse previsioni di piano, con gli standard di posti letto per abitanti, con ingiustificabili scelte allocative delle unità operative tra i presidi della stessa ASL, con risvolti assistenziali incompatibili e non esenti da possibili responsabilità medico-legali, sia:
- marcatamente ed inopinatamente penalizzante per tutti i concittadini, facendo venir meno una funzione assistenziale in danno a tutte le fasce sociali e dei più deboli in particolare;
- inaccettabile per le popolazioni limitrofe di Minervino M. e Spinazzola, specialmente, oltre che dei vicini Comuni ofantini e della Basilicata, che da sempre hanno trovato nel nostro Ospedale un sicuro riferimento assistenziale;
- insostenibile, oltre che mortificante, per tutti gli operatori sanitari che vi lavorano o vi fanno riferimento, in quanto, oltre a mettere a repentaglio la vita dei pazienti per gli accresciuti tempi di percorrenza nelle urgenze, pone a rischio anche la sicurezza e la tutela del personale medico ed infermieristico direttamente coinvolto.
D E L I B E R A
Di opporre la ferma contrarietà ad ingiustificate ipotesi di ridimensionamento dell'offerta assistenziale del Presidio ospedaliero di Canosa per le premesse che qui si intendono integralmente richiamate e che possono preludere ad effetti disastrosi con la chiusura dell'Ospedale di Canosa.
Di rappresentare alla Regione Puglia il profondo disagio di tutta la Comunità e degli Operatori sanitari per scelte che non conformi alle stesse disposizioni regionali, creano marcati squilibri assistenziali e pongono a serio repentaglio la salute dei pazienti e la sicurezza e la tutela degli operatori.
Di impegnare tutte le forze politiche a mantenere uno stato di allerta e di adoperarsi ad diversi livelli politici ed istituzionali a tutela di un diritto fondamentale oltre che costituzionalmente rilevante
ufficio stampa
Francesca Lombardi