Parma: Capitale Italiana della Cultura per il 2020

Bitonto tra le candidate finaliste

martedì 20 febbraio 2018 15.34
Parma sarà la Capitale Italiana della Cultura per il 2020, come annunciato venerdì scorso dal ministro dei beni culturali e turismo, Dario Franceschini. La città emiliana ha superato la concorrenza delle altre finaliste : Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso. La competizione virtuosa per l'assegnazione del titolo di Capitale Europea della Cultura 2019, che nel 2014 ha visto prevalere Matera tra le sei città finaliste, ha portato all'istituzione della Capitale Italiana della Cultura. Un milione di euro che ogni anno il Governo mette in palio per stimolare le amministrazioni a perseguire un modello di sviluppo sostenibile che vede la cultura al centro della crescita sociale, economica e civile del territorio attraverso il coinvolgimento delle realtà pubbliche e private. Dopo Cagliari, Lecce, Ravenna, Siena e Perugia-Assisi, Capitali Italiane della Cultura ex aequo nel 2015, è stato il turno di Mantova nel 2016 e di Pistoia nel 2017, mentre per il 2018 il titolo è stato attribuito a Palermo. In ogni sua edizione la capitale italiana della cultura ha dimostrato di dar vita a uno sviluppo armonioso della realtà urbana puntando sul proprio patrimonio storico, artistico e architettonico, sulle esperienze associative, sulla capacità di unire energie pubbliche e private, sul coinvolgimento dell'intera cittadinanza nella preparazione del dossier di candidatura e nella sua realizzazione. Tra le escluse Bitonto l'unica città pugliese candidata per il titolo del 2020, grazie ad un progetto presentato dal Comune di Bitonto che viene riportato in sintesi. Città del Sud in provincia di Bari con una storia importante, un centro antico ricco di tesori che raccontano la storia dai normanni agli svevi, dal rinascimento e al barocco, e una solida cultura contadina che ha dato vita alla ricchezza della città e mostra una costante passione per la bellezza. La stessa passione oggi spinge la città ad aprire gli edifici storici, a dotarli di servizi culturali destinati ai cittadini, e rigenerare un centro storico che in pochi anni passa da tre a cinquanta esercizi commerciali, da due a ventitré festival e a programmare oltre 200 giornate di iniziative culturali. Questo importante investimento nella cultura comporta tre sfide necessarie a lasciare tutto questo patrimonio alle generazioni future assieme agli strumenti e alla passione per coltivarli. Le tre sfide rappresentano i motivi della candidatura di Bitonto a capitale della cultura 2020. La prima è far prevalere la città dell'accoglienza sulla cultura dell'illegalità, che troppo spesso mina il benessere delle comunità del Sud, mostrando che la cultura può portare passione, regole ma anche lavoro. La seconda sfida è la capacità di rendere la cultura accessibile a tutti i cittadini,e di conseguenza anche ai turisti, elaborando una strategia che mostri chiaramente questa intenzione attraverso servizi e iniziative affidate alle persone, alle associazioni, agli imprenditori e commercianti, integrandosi con le politiche sociali e la rigenerazione urbana. La terza è la sostenibilità per il futuro: rafforzare la collaborazione e l'investimento dei privati, costituire un organismo unico di gestione e promozione delle iniziative culturali (la Città dei Festival), un sistema collaborativo di gestione dei beni culturali (il Parco delle Arti), un grande Polo dell'immagine (una biblioteca di storia dell'arte, un Fablab e un centro di formazione alle tecniche audiovisuali). L'obiettivo è trasformare la programmazione in produzione culturale. Questo spirito e questa passione per la cultura sono gli stessi delle generazioni precedenti che hanno naturalmente dato vita alla città e costituito la sua bellezza. Il compito di oggi è utilizzare questo patrimonio per accogliere e coinvolgere a beneficio delle nuove generazioni.