Particolarmente grato a donne e uomini in divisa

Siete i degni eredi di quei soldati che hanno dato la vita per la pace

venerdì 6 novembre 2015 15.03
In occasione della Giornata delle Forze Armate - Festa dell'Unità d'Italia, l'Amministrazione comunale ha organizzato una manifestazione commemorativa che si è svolta mercoledì 4 novembre per onorare "i caduti per l'indipendenza, l'Unità e la Libertà dell'Italia". Nel pomeriggio, alle ore 17.00, da Palazzo di Città, è partito un corteo per la deposizione di corone sulle lapidi: al Cippo delle Vittime del bombardamento (in via Salita ai Mulini), sulle lapidi dei Caduti (in corso Gramsci e in corso Garibaldi) e sul "Monumento ai Caduti" nella Villa comunale. Alla manifestazione sono intervenuti il sindaco, Ernesto La Salvia, il presidente del Consiglio comunale, Pasquale Di Fazio, alcuni assessori e consiglieri comunali, le Associazioni dei Combattenti, i rappresentanti delle Forze Armate, l'Arma dei Carabinieri e dell'Aeronautica, la Guardia di Finanza, la Polizia di Stato e la Polizia Municipale. Significativo è stato il discorso del primo cittadino, espresso subito dopo la deposizione di una corona d'alloro presso il "Monumento ai Caduti" nella Villa comunale. "Il 4 novembre, partendo da un fatto storico, è l'occasione per ritrovare le ragioni della nostra unità nazionale – ha detto il sindaco La Salvia -. In una età complicata come quella che stiamo vivendo, il mondo si è fatto più complesso e sono cadute molte delle certezze che animavano le azioni dei nostri connazionali che combatterono sul Carso o sulle Dolomiti. Questo però non può e non deve essere un alibi per accettare ciò che oggi non va e che vanifica in parte ciò che i nostri antenati hanno cercato di costruire con il loro sacrificio. Gli egoismi che oggi ci caratterizzano, le sempre più marcate differenze tra Nord e Sud, sancite impietosamente da tutte le analisi socio-economiche, sono la negazione di questo sacrificio. Chi combatteva allora, consapevolmente o inconsapevolmente, lo faceva per lasciare ai propri figli sicuramente un mondo migliore. La storia ha dimostrato subito che quel sacrificio non bastava. Tuttavia esso fu l'inizio di una serie di atti eroici che videro gli uomini e le donne di questo Paese combattere e lottare perché quel sacrificio, pagato con la vita, non fosse inutile. Il risultato fu, se non la piena attuazione della giustizia sociale, almeno l'instaurazione di una libertà che oggi ci permette di essere qui a parlare di quel lontano avvenimento, da uomini liberi. La domanda che dovremmo porci è: quanta di quella libertà siamo riusciti e riusciamo ad utilizzare? Non è libertà quella di non rispettare l'ambiente comune, perché c'è chi abbandona i propri rifiuti sulle strade di tutti. Non lo è cedere alla corruzione, nella comoda convinzione che, tanto, "fanno tutti così". Non si può essere liberi se si è servi del politico di turno che ti promette un posto di lavoro. Non si è veramente liberi respingendo chiunque sia "diverso" dalla nostra idea di società o, peggio, di normalità. Non è libero neppure chi, chiuso nel proprio egoismo e nel proprio benessere "piccino" respinge in mare o sulla terra chi chiede asilo e fugge da guerre che dolorosamente abbiamo provato anche noi, come la ricorrenza di oggi efficacemente ci ricorda o da una miseria che ci portò per molti anni ad essere profughi in terra straniera. Ed è ovvio che non è libero neppure chi specula politicamente su queste miserie alimentando timori che ci fanno rinchiudere ancora di più nella prigione del nostro egoismo. Non credo che sia per questo che i nostri giovani soldati un secolo fa, male armati ed equipaggiati, hanno combattuto".

"Oggi – ha dichiarato il primo cittadino - è soprattutto la festa di donne e uomini in divisa: un'occasione per ringraziarli della loro continua presenza nella nostra vita quotidiana, laddove silenziosamente vigilano sulla nostra incolumità e su quella di chi ci è caro. A loro un ringraziamento particolarmente grato. Siete i degni eredi di quei soldati che hanno dato la vita perché noi potessimo vivere in pace. Grazie per quello che fate per noi ogni giorno. Ai miei concittadini – ha concluso – chiedo di non dimenticare coloro che ci hanno preceduto nella costruzione della democrazia, perché sia da sprone al considerarsi noi stessi soggetti attivi di quella costruzione. Nessuno è esentato da questo compito, che non è in alcun modo delegabile, neppure a chi democraticamente vi rappresenta". Al termine della cerimonia, nella Cattedrale "San Sabino" è stata celebrata la Santa Messa di commemorazione delle vittime del bombardamento del 6 novembre 1943, che provocò distruzioni in città, decorata dalla "Medaglia di Bronzo al Valore Civile". La cerimonia è stata celebrata anche in memoria dei concittadini vittime della ferocia nazista, decorati con medaglia di merito.

Uffico Stampa Francesca Lombardi










ufficio stampa