Pasta : la battaglia del grano continua
L'intervento di Coldiretti Puglia
lunedì 18 dicembre 2017
22.18
"Non si può firmare un accordo che denigra la qualità del grano italiano senza dire una parola sulle importazioni di un milione di tonnellate di grano dal Canada trattato in preraccolta con glifosato, accusato di essere cancerogeno e per questo vietato in Italia". E' quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel denunciare che "l'accordo sul grano propoito dal presidente di Aidepi Paolo Barilla non fa alcun riferimento all'obbligo di indicare in etichetta l'origine del grano nella pasta previsto dal decreto dei Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, contro il quale gli stessi pastai hanno presentato e poi perso il ricorso davanti al Tar del Lazio. Per la Coldiretti - conclude Moncalvo - la battaglia del grano continua fino a quando non sarà garantito un prezzo equo agli agricoltori e non saranno assicurate informazioni complete e trasparenti ai consumatori".
"L'origine del grano è divenuta elemento obbligatorio sulle etichette di pane e pasta – commenta il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – e la scelta del Tar di respingere l'istanza di sospensione del decreto ha accolto le richieste dell'81% degli italiani che chiedono maggiore trasparenza su quel che portano in tavola. Fare pasta con grano 100% italiano evidentemente si può. Da pochi centesimi al chilo concessi agli agricoltori dipende la sopravvivenza della filiera più rappresentativa del Made in Italy, mentre dal grano alla pasta i prezzi aumentano di circa del 500% e quelli dal grano al pane addirittura del 1400%".
"Gli agricoltori, se tecnicamente sostenuti, garantiscono un livello qualitativo elevato, a dimostrazione che fare grano di qualità in Puglia è una certezza. Le condizioni non possono essere dettate esclusivamente dall'industria molitoria e pastaria – conclude Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – per cui l'unico obiettivo è produrre pasta tagliando i prezzi del grano pagati agli agricoltori. A pesare negli ultimi anni sono state le importazioni in chiave speculativa che si concentrano nel periodo a ridosso della raccolta e influenzano i prezzi. Oltre all'etichettatura obbligatoria della pasta, traguardo già bancato chiediamo il blocco delle importazioni a dazio 0 e il 100% dei controlli sul grano importato, la moratoria bancaria ed interventi finanziari per le imprese cerealicole, l'attivazione immediata della CUN nazionale cerealicola con base logistica a Foggia, il granaio d'Italia, e sostegni pubblici solo alle imprese che lavorano grano italiano".
"L'origine del grano è divenuta elemento obbligatorio sulle etichette di pane e pasta – commenta il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – e la scelta del Tar di respingere l'istanza di sospensione del decreto ha accolto le richieste dell'81% degli italiani che chiedono maggiore trasparenza su quel che portano in tavola. Fare pasta con grano 100% italiano evidentemente si può. Da pochi centesimi al chilo concessi agli agricoltori dipende la sopravvivenza della filiera più rappresentativa del Made in Italy, mentre dal grano alla pasta i prezzi aumentano di circa del 500% e quelli dal grano al pane addirittura del 1400%".
"Gli agricoltori, se tecnicamente sostenuti, garantiscono un livello qualitativo elevato, a dimostrazione che fare grano di qualità in Puglia è una certezza. Le condizioni non possono essere dettate esclusivamente dall'industria molitoria e pastaria – conclude Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – per cui l'unico obiettivo è produrre pasta tagliando i prezzi del grano pagati agli agricoltori. A pesare negli ultimi anni sono state le importazioni in chiave speculativa che si concentrano nel periodo a ridosso della raccolta e influenzano i prezzi. Oltre all'etichettatura obbligatoria della pasta, traguardo già bancato chiediamo il blocco delle importazioni a dazio 0 e il 100% dei controlli sul grano importato, la moratoria bancaria ed interventi finanziari per le imprese cerealicole, l'attivazione immediata della CUN nazionale cerealicola con base logistica a Foggia, il granaio d'Italia, e sostegni pubblici solo alle imprese che lavorano grano italiano".