Per “Non dimenticare…zio Peppino!”

La testimonianza di Massimo Paolo Gerardi

lunedì 20 febbraio 2017 18.44
Nell'ambito delle iniziative organizzate per il "Giorno della Memoria" presso la scuola "M. Carella" di Canosa di Puglia (BT), la classe VC a tempo pieno ha ospitato il signor Massimo Paolo Gerardi, papà di Giulia, "una nostra bravissima compagna di classe, che ci ha voluto offrire una testimonianza documentata di suo zio Peppino, nostro concittadino, che ha vissuto in prima persona la terribile e disumana esperienza ad Auschwitz". Per l'occasione è stato anche esposto un cartellone intitolato "La famiglia Gerardi ricorda e racconta", preparato dallo stesso genitore che con orgoglio, ha illustrato il percorso del suo papà che ha partecipato alla prima guerra mondiale e del suo zio paterno quando, durante la seconda guerra mondiale, subì la deportazione e la prigionìa nei campi di concentramento tedeschi. Mentre leggeva i documenti scritti e ben sistemati dalla sorella, "il papà di Giulia si è molto emozionato davanti a tutti noi che ascoltavamo" con tanta curiosità gli episodi in cui """lo zio Peppino fu protagonista in questo luogo di sterminio, rischiando ogni giorno la sua vita nella umiliazione e con la paura di morire da un momento all'altro! Quante ne ha passate…! E' stato maltrattato, insultato, ha dovuto lavorare tanto, ha aiutato i suoi compagni, ha imparato a farsi coraggio da sè, ha cercato di fuggire più volte da quel brutto posto, ma si ritrovava sempre lì perché i percorsi erano tutti controllati e circondati da fili spinati che, al momento riusciva a superare, ma alla fine, però si ritrovava allo stesso punto di partenza. Una volta, mentre reggeva la scala ad un soldato tedesco, che stava affiggendo un cartello sul quale c'era un insulto agli ebrei, il nostro zio Peppino spinse la scala e fece cadere la scala con sopra il soldato tedesco…apriti cielo! Zio Peppino fu frustato con una corda di nervo di bue, che provocava ferite profonde e piaghe sanguinanti…! Nel lavoro egli ha dovuto trasportare blocchi enormi di ferro per fabbricare pezzi di ricambio per carri armati e ha dovuto trasportare sulle sue forti braccia tanti compagni morti per buttarli nelle fosse comuni. I cadaveri erano sempre "assai, assai….". Questo zio, alla fine, è riuscito, grazie al suo fisico, forte e robusto, all'amicizia di due suoi compagni, di cui uno napoletano a fuggire da quel campo di sterminio e ad arrivare, finalmente in un luogo, dove un ufficiale-donna russa si prese cura di sé, medicando le sue piaghe con la penicillina e nutrendolo come nessuno aveva fatto fino ad allora! Infatti, neanche il giorno di Natale, i tedeschi davano loro una minestra decente ai prigionieri, beffandoli e prendendoli in giro della festa cristiana e quindi del loro credo religioso. Alla fine, dopo aver camminato tantissimo, 'zio Peppino' è rientrato nella sua amata Canosa, dimagrito, perché denutrito, con la barba lunga, nessuno lo riconobbe, ma quando disse: "Sono Peppino, sono tornato!", le braccia del suo papà e dei suoi familiari si spalancarono, perché tutti lo davano per morto. Riuscire a fuggire dai campi di Auschwitz era un'utopia a quei tempi. Zio Peppino ci è riuscito e per noi è stato l'EROE di questa giornata che nessuno deve dimenticare! "La ferocia degli esseri UMANI contro altri esseri umani!". – Un lungo applauso ha interrotto per un po' il racconto dello lo zio del papà di Giulia - "LA VITA E' BELLA!" E' un DONO di DIO, e anche se, a stento, riusciamo ad immaginare queste azioni, perché neanche i film sono così brutali, tuttavia e noi crediamo che solo DIO possa perdonare tale scempio perché noi piccoli non riusciamo neanche ad immaginarle."""

Una lezione diversa dalle altre alla scuola "M. Carella", per "Non dimenticare!...zio Peppino" che è vissuto fino a 95 anni, "per fortuna 40 anni insieme all'affetto di tutti i suoi familiari", attraverso il Ricordo della crudeltà della sua prigionìa, che lo ha reso ancora più forte e responsabile e per non cancellare quei tragici giorni. Conoscere la storia immersi in un 'viaggio della Memoria', per non dimenticare le atroci disavventure di 'zio Peppino' e il dramma dello sterminio sistematico degli ebrei. Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo. Un insegnamento per difendere e salvaguardare la VITA!

Gli alunni della V C T.P. Scuola "M. Carella" ringraziano il signor Massimo Paolo Gerardi, per questa intreressante e significativa testimonianza!