Polignano: sequestro di pesce privo di tracciabilità in noti ristoranti
Coldiretti Impresapesca consiglia di verificare sul bancone l'etichetta, che per legge deve prevedere l'area di pesca
martedì 25 giugno 2019
19.38
Nell'ambito dei controlli sulla filiera ittica, e a seguito di una mirata attività di indagine e di controllo del territorio finalizzata a garantire la tracciabilità dei prodotti della pesca, commercializzati all'ingrosso e al dettaglio e destinati all'attività di ristorazione, gli uomini della Guardia Costiera del 6° Centro Controllo Area Pesca della Direzione Marittima di Bari hanno posto sotto sequestro in due noti ristoranti di Polignano a Mare circa 170 kg. di prodotto ittico privo del requisito di tracciabilità, e in parte scaduto. Nello specifico, nel primo ristorante i militari hanno rinvenuto nella cella congelatore, ubicata nel locale deposito, tranci di pesce e filetti di spigola, zampe di granchio reale, unitamente a ritagli di carne e pasta congelata, per un peso complessivo di circa 68 kg., privi della necessaria documentazione che ne attestasse la rintracciabilità; inoltre, nella stessa cella, venivano rinvenuti due tranci di controfiletto di "wagyu" (razza bovina giapponese), per un peso di circa 8 kg., il cui termine per la somministrazione risultava già scaduto nel mese di maggio.
Analogamente, nel secondo ristorante, ubicato in località "Cala Paura", sono stati rinvenuti in un deposito sotterraneo 95 kg. di pesce congelato di provenienza sconosciuta.Tutto il prodotto è stato posto sotto sequestro, mentre ai titolari dei due ristoranti sono state comminate sanzioni pecuniarie per un importo rispettivamente pari a 5.500 euro e 1.500 euro. Il Direttore Marittimo della Puglia e della Basilicata jonica ribadisce l'impegno della Guardia Costiera a tutela della salute dei consumatori, invitando a prestare sempre la massima attenzione nella fase di acquisto e consumazione di prodotto ittico, evidenziando inoltre che simili operazioni, condotte con sempre maggior frequenza da parte della Guardia Costiera, si prefiggono anche lo scopo di sensibilizzare gli addetti del settore ittico, affinché assumano un comportamento più responsabile nei confronti dei propri acquirenti e più collaborativo con gli organismi preposti al controllo.
Bene l'operazione della Guardia Costiera che ha portato al sequestro di pesce privo di tracciabilità in noti ristoranti di Polignano a Mare, in provincia di Bari, perché "quasi 8 pesci su 10 sono stranieri spesso senza che i consumatori lo sappiano, soprattutto a causa della mancanza dell'obbligo dell'indicazione di origine sui piatti consumati al ristorante che consente di spacciare per nostrani prodotti provenienti dall'estero che hanno meno garanzie rispetto a quello Made in Italy", denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. "Una situazione che lascia spazio agli inganni dal pangasio del Mekong venduto come cernia al filetto di brosme spacciato per baccalà, fino all'halibut o la lenguata senegalese commercializzati come sogliola, il polpo del Vietnam spacciato per nostrano, lo squalo smeriglio venduto come pesce spada, il pesce ghiaccio al posto del bianchetto, il pagro invece del dentice rosa o le vongole turche e i gamberetti targati Cina, Argentina o Vietnam, dove peraltro è permesso un trattamento con antibiotici che in Europa sono vietatissimi in quanto pericolosi per la salute", conclude Muraglia.
"Una crisi quella del settore ittico, che si trascina da 30 anni – denuncia Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Puglia – in un mercato, quello del consumo del pesce, che aumenta, ma sempre più in mano alle importazioni. La produzione ittica derivante dall'attività della pesca è da anni in calo e quella dell'acquacoltura resta stabile, non riuscendo a compensare i vuoti di mercato creati dell'attività tradizionale di cattura. Una rinascita che passa per il mercato e sulla quale Coldiretti sta cercando di impegnarsi a fondo, facendo partire iniziative nei Mercati di Campagna Amica a Foggia che hanno come obiettivo la vendita diretta, la semplificazione e la tracciabilità. Il prossimo appuntamento di promozione sarà organizzato il 1° maggio sulla Foce di Varano e avrà ostriche e cozze locali quali attori protagonisti dell'evento".
Un rischio confermato dai dati del Rassf, il sistema europeo di allerta rapido che, su un totale di 399 allarmi alimentari segnalati nel 2018 nel nostro Paese, ha visto ben 154 casi riguardare proprio il pesce (101) e i molluschi bivalvi (53), ovvero circa il 40% del totale secondo un'analisi Coldiretti. In testa alla black list ci sono le importazioni dalla Spagna – denuncia Coldiretti - da cui sono arrivati ben 51 allarmi, dal pesce con presenza eccessiva di metalli pesanti come il mercurio o contaminato con il parassita Anisakis ai molluschi infettati da escherichia coli e Salmonella, fino al cadmio nei cefalopodi come seppie e calamari. Al secondo posto si piazzano gli arrivi dalla Francia con 39 casi, di cui ben 26 riguardanti la presenza del batterio Norovirus nelle ostriche, ma anche dell'Anisakis nel pesce e dei crostaci con solfiti, mentre al terzo c'è l'Olanda, anche qui con pesce all'Anisakis e Norovirus sui molluschi. Ma sono molti anche i pericoli in agguato sul pesce che – ricorda Coldiretti - arriva in Italia da tutti i continenti, a partire da quello tunisino dove sono stati rilevati elevati contenuti di istamina, causa di intossicazioni alimentari, a quello della Namibia e da Taiwan, con presenza di mercurio. Dalla Nuova Zelanda è arrivato addirittura pesce scaduto – conclude Coldiretti – mentre quello delle Far Oer è risultato infettato da Anisakis nei crostacei dall'India sono stati scoperti coloranti non dichiarati.
Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti Impresapesca è, dunque, di verificare sul bancone l'etichetta, che per legge deve prevedere l'area di pesca (Gsa). Le provenienze sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta). Ma si può fare affidamento anche alle esperienze di filiera corta per la vendita diretta del pescato che Coldiretti Impresapesca ha avviato attraverso la rete di Campagna Amica.
Analogamente, nel secondo ristorante, ubicato in località "Cala Paura", sono stati rinvenuti in un deposito sotterraneo 95 kg. di pesce congelato di provenienza sconosciuta.Tutto il prodotto è stato posto sotto sequestro, mentre ai titolari dei due ristoranti sono state comminate sanzioni pecuniarie per un importo rispettivamente pari a 5.500 euro e 1.500 euro. Il Direttore Marittimo della Puglia e della Basilicata jonica ribadisce l'impegno della Guardia Costiera a tutela della salute dei consumatori, invitando a prestare sempre la massima attenzione nella fase di acquisto e consumazione di prodotto ittico, evidenziando inoltre che simili operazioni, condotte con sempre maggior frequenza da parte della Guardia Costiera, si prefiggono anche lo scopo di sensibilizzare gli addetti del settore ittico, affinché assumano un comportamento più responsabile nei confronti dei propri acquirenti e più collaborativo con gli organismi preposti al controllo.
Bene l'operazione della Guardia Costiera che ha portato al sequestro di pesce privo di tracciabilità in noti ristoranti di Polignano a Mare, in provincia di Bari, perché "quasi 8 pesci su 10 sono stranieri spesso senza che i consumatori lo sappiano, soprattutto a causa della mancanza dell'obbligo dell'indicazione di origine sui piatti consumati al ristorante che consente di spacciare per nostrani prodotti provenienti dall'estero che hanno meno garanzie rispetto a quello Made in Italy", denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. "Una situazione che lascia spazio agli inganni dal pangasio del Mekong venduto come cernia al filetto di brosme spacciato per baccalà, fino all'halibut o la lenguata senegalese commercializzati come sogliola, il polpo del Vietnam spacciato per nostrano, lo squalo smeriglio venduto come pesce spada, il pesce ghiaccio al posto del bianchetto, il pagro invece del dentice rosa o le vongole turche e i gamberetti targati Cina, Argentina o Vietnam, dove peraltro è permesso un trattamento con antibiotici che in Europa sono vietatissimi in quanto pericolosi per la salute", conclude Muraglia.
"Una crisi quella del settore ittico, che si trascina da 30 anni – denuncia Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Puglia – in un mercato, quello del consumo del pesce, che aumenta, ma sempre più in mano alle importazioni. La produzione ittica derivante dall'attività della pesca è da anni in calo e quella dell'acquacoltura resta stabile, non riuscendo a compensare i vuoti di mercato creati dell'attività tradizionale di cattura. Una rinascita che passa per il mercato e sulla quale Coldiretti sta cercando di impegnarsi a fondo, facendo partire iniziative nei Mercati di Campagna Amica a Foggia che hanno come obiettivo la vendita diretta, la semplificazione e la tracciabilità. Il prossimo appuntamento di promozione sarà organizzato il 1° maggio sulla Foce di Varano e avrà ostriche e cozze locali quali attori protagonisti dell'evento".
Un rischio confermato dai dati del Rassf, il sistema europeo di allerta rapido che, su un totale di 399 allarmi alimentari segnalati nel 2018 nel nostro Paese, ha visto ben 154 casi riguardare proprio il pesce (101) e i molluschi bivalvi (53), ovvero circa il 40% del totale secondo un'analisi Coldiretti. In testa alla black list ci sono le importazioni dalla Spagna – denuncia Coldiretti - da cui sono arrivati ben 51 allarmi, dal pesce con presenza eccessiva di metalli pesanti come il mercurio o contaminato con il parassita Anisakis ai molluschi infettati da escherichia coli e Salmonella, fino al cadmio nei cefalopodi come seppie e calamari. Al secondo posto si piazzano gli arrivi dalla Francia con 39 casi, di cui ben 26 riguardanti la presenza del batterio Norovirus nelle ostriche, ma anche dell'Anisakis nel pesce e dei crostaci con solfiti, mentre al terzo c'è l'Olanda, anche qui con pesce all'Anisakis e Norovirus sui molluschi. Ma sono molti anche i pericoli in agguato sul pesce che – ricorda Coldiretti - arriva in Italia da tutti i continenti, a partire da quello tunisino dove sono stati rilevati elevati contenuti di istamina, causa di intossicazioni alimentari, a quello della Namibia e da Taiwan, con presenza di mercurio. Dalla Nuova Zelanda è arrivato addirittura pesce scaduto – conclude Coldiretti – mentre quello delle Far Oer è risultato infettato da Anisakis nei crostacei dall'India sono stati scoperti coloranti non dichiarati.
Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti Impresapesca è, dunque, di verificare sul bancone l'etichetta, che per legge deve prevedere l'area di pesca (Gsa). Le provenienze sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta). Ma si può fare affidamento anche alle esperienze di filiera corta per la vendita diretta del pescato che Coldiretti Impresapesca ha avviato attraverso la rete di Campagna Amica.