Politica ed etica insieme:Dante, una voce maestra.
La professoressa Pinnelli all’UTE
domenica 29 gennaio 2017
10.01
L'incontro in calendario lunedì 30 gennaio 2017 all'Università della Terza Età Sezione "Prof. Ovidio Gallo" di Canosa di Puglia(BT) verterà sul tema«Dante e la politica», con la partecipazione della professoressa Agata Pinnelli. La scelta del tema è motivata dalla sua eterna attualità per l'incidenza nell'esercizio di una corretta e responsabile partecipazione alla vita pubblica. «Oggi la politica deve connotarsi sul piano etico, se si vuole creare o rafforzare una società fondata sui valori della democrazia, della libertà, della giustizia, della trasparenza, una società che abbia a cuore il "Bene Comune"». Esordisce così la professoressa Agata Pinnelli nella presentazione dell'argomento che tratterà per il terzo convivio culturale del 2017 presso l'Auditorium "Oasi Arcivescovo Francesco Minerva", e proseguendo:«Dante ha accompagnato la costruzione del suo eterno capolavoro la "Commedia" con un intenso lavoro di riflessione sulla propria esperienza politica. Le sue idee non sono frutto di una speculazione astratta, ma affondano le radici nel terreno vivo della realtà contemporanea, caratterizzata dal logoramento delle due massime istituzioni medioevali (Papato-Impero) e dal particolarismo municipale che contrapponeva tra loro le varie città e le fazioni nell'ambito dello stesso Comune, innescando una catena di violenze e vendette disumane. Al poeta certamente si riconosce la passione, non la vocazione effettiva dell'uomo politico; non ha la capacità di destreggiarsi fra gli intrighi e le trame dei partiti, la visione realistica della situazione, la sagacia e la prontezza delle decisioni. Egli ha viva la coscienza di una crisi degli ordini comunali, ai suoi tempi ancora latente, incapaci di assicurare in modo permanente l'ordine e la giustizia nei rapporti interni ed esterni».
Sul tema «Dante e la politica», la professoressa Agata Pinnelli aggiunge ulteriori dettagli di approfondimento: «L'esperienza dell'esilio allarga il suo orizzonte politico da una visione particolaristica, limitata a Firenze, ad una visione sempre più larga ed universale. Oggi si stanno ripescando logiche particolaristiche, sottovalutando il potenziale degli organismi internazionali per gestire problemi che non possono essere evasi da ogni singola comunità nazionale. Pertanto rileggere Dante è uno stimolo a non lasciarsi travolgere dalle spinte demagogiche di autosufficienza, ma dobbiamo rilanciare i modelli internazionali per affrontare le sfide odierne, che non hanno frontiere. Infatti il sogno politico dantesco, l'universalismo imperiale, sia come strumento per porsi al di sopra delle varie autonomie locali in difesa della giustizia, della pace e delle minoranze, sia come strumento per dettare le leggi generali su cui ogni stato deve basare la sua politica (le autonomie locali vanno rispettate e gestite in base alle specifiche caratteristiche culturali, etniche di ogni territorio), è molto attuale: richiama il concetto odierno di "globalizzazione politica". Oggi le società e gli stati sono legati gli uni agli altri; la soluzione dei problemi nazionali dipende da scelte e decisioni internazionali, stabilite da specifici organismi universali. Il settore di intervento di questa "mondializzazione" politica che si aggancia in modo vivo a Dante è la difesa dei diritti delle libertà civili, della "PACE". Sia oggi che nel periodo comunale, contesti storici diversi, una politica completamente autonoma dei singoli stati non è possibile in materia dei diritti dell'uomo, di sicurezza, di pace, di giustizia sociale, di rispetto ambientale, del flusso migratorio. Questi problemi possono essere risolti da una politica internazionale (ONU), proprio come aveva detto Dante riferendosi al potere imperiale, unico capace di assicurare la pace, la giustizia, nel rispetto delle diversità e non secondo la logica del dominio».
Avviandosi alla conclusione della presentazione dell'incontro di lunedì 30 gennaio all'U.T.E. di Canosa, la professoressa Agata Pinnelli sostiene: «Dante si attualizza anche attraverso le parole di Papa Francesco nel suo appello alla Pace del primo gennaio scorso, attraverso uno stile di politica non violento che ridimensiona gli appetiti feroci della superbia, dell'avidità, dell'invidia, dell'egoismo, responsabili di enormi sofferenze, dalle guerre alla criminalità, dal terrorismo agli abusi nella gestione dell'accoglienza dei migranti, per finire alla corruzione. "La violenza - dice ancora papa Francesco - sottraendo per le armi risorse alle esigenze quotidiane dei giovani, delle famiglie può portare alla morte fisica e spirituale". Questo ci ricorda le sofferenze umilianti del chiedere ospitalità e del dover lasciare ciò che di più caro si ha. Dante ne è una testimonianza insieme ai tanti emigranti di oggi che scappano dalle violenze e persecuzioni. La forza delle armi genera lutti, una catena di vendette feroci. Il tempo di Dante è parallelo a quello di oggi, sembra quasi che non sia cambiato nulla. Un'etica di fraternità e di coesistenza pacifica tra i popoli si può costruire attraverso il dialogo coniugando cuore, intelligenza, responsabilità dell'agire, con la cultura dell'essenziale, disposti anche a pagarne il prezzo con la rinuncia ad alcune nostre aspirazioni e convinzioni in virtù di un Bene più grande. Attuale è la determinazione critica con cui Dante si ribella ai valori raggiungibili con la logica della corruzione e del guadagno sfrenato, che oggi sono giunti al massimo sviluppo. Il suo è un invito a non cedere alle lusinghe dei valori dominanti, materiali che possono sembrare vincenti, ma non consoni ad una vita dignitosa per tutti senza quelle sperequazioni vergognose. Infine, ci offre spunti di speranza: la fiducia costante nella possibilità di migliorare la società attraverso un percorso di vita caratterizzato dal senso del dovere nell'impegno civile, da una vita attiva ed operosa, dalla coerenza tra quello che si pensa e si dice e l'azione. Lo straordinario patrimonio storico, culturale, artistico, ambientale, unico, durevole nei secoli e riconoscibile in tutto il mondo, Dante chiamava l'Italia "Giardino dell'Impero", ci chiama a contribuire con senso di responsabilità ad una nuova qualità del vivere civile».
Da non perdere l'appuntamento di lunedì 30 gennaio, alle ore 18,30 presso l'Auditorium dell'Oasi "Arcivescovo Francesco Minerva", in via Muzio Scevola nr.20, a Canosa di Puglia (BT), che vedrà l'intervento della professoressa Agata Pinnelli su un tema di notevole interesse storico-politico-culturale che coinvolgerà gli iscritti e quanti prenderanno parte all'incontro come ha sottolineato il presidente dell'U.T.E. dottor Sabino Trotta nel corso della presentazione. Il pensiero politico dantesco è il frutto di una particolare parabola evolutiva che trova le sue ramificate radici in una complessa serie di fattori: dalla vicenda biografica del "sommo poeta" al suo impegno politico a Firenze nella fazione "bianca" dei Guelfi, all'esperienza dell'esilio ed ai rapporti diretti avuti con diverse corti italiane nel periodo del forzato allontanamento dalla città natìa.
La cittadinanza è invitata
Sul tema «Dante e la politica», la professoressa Agata Pinnelli aggiunge ulteriori dettagli di approfondimento: «L'esperienza dell'esilio allarga il suo orizzonte politico da una visione particolaristica, limitata a Firenze, ad una visione sempre più larga ed universale. Oggi si stanno ripescando logiche particolaristiche, sottovalutando il potenziale degli organismi internazionali per gestire problemi che non possono essere evasi da ogni singola comunità nazionale. Pertanto rileggere Dante è uno stimolo a non lasciarsi travolgere dalle spinte demagogiche di autosufficienza, ma dobbiamo rilanciare i modelli internazionali per affrontare le sfide odierne, che non hanno frontiere. Infatti il sogno politico dantesco, l'universalismo imperiale, sia come strumento per porsi al di sopra delle varie autonomie locali in difesa della giustizia, della pace e delle minoranze, sia come strumento per dettare le leggi generali su cui ogni stato deve basare la sua politica (le autonomie locali vanno rispettate e gestite in base alle specifiche caratteristiche culturali, etniche di ogni territorio), è molto attuale: richiama il concetto odierno di "globalizzazione politica". Oggi le società e gli stati sono legati gli uni agli altri; la soluzione dei problemi nazionali dipende da scelte e decisioni internazionali, stabilite da specifici organismi universali. Il settore di intervento di questa "mondializzazione" politica che si aggancia in modo vivo a Dante è la difesa dei diritti delle libertà civili, della "PACE". Sia oggi che nel periodo comunale, contesti storici diversi, una politica completamente autonoma dei singoli stati non è possibile in materia dei diritti dell'uomo, di sicurezza, di pace, di giustizia sociale, di rispetto ambientale, del flusso migratorio. Questi problemi possono essere risolti da una politica internazionale (ONU), proprio come aveva detto Dante riferendosi al potere imperiale, unico capace di assicurare la pace, la giustizia, nel rispetto delle diversità e non secondo la logica del dominio».
Avviandosi alla conclusione della presentazione dell'incontro di lunedì 30 gennaio all'U.T.E. di Canosa, la professoressa Agata Pinnelli sostiene: «Dante si attualizza anche attraverso le parole di Papa Francesco nel suo appello alla Pace del primo gennaio scorso, attraverso uno stile di politica non violento che ridimensiona gli appetiti feroci della superbia, dell'avidità, dell'invidia, dell'egoismo, responsabili di enormi sofferenze, dalle guerre alla criminalità, dal terrorismo agli abusi nella gestione dell'accoglienza dei migranti, per finire alla corruzione. "La violenza - dice ancora papa Francesco - sottraendo per le armi risorse alle esigenze quotidiane dei giovani, delle famiglie può portare alla morte fisica e spirituale". Questo ci ricorda le sofferenze umilianti del chiedere ospitalità e del dover lasciare ciò che di più caro si ha. Dante ne è una testimonianza insieme ai tanti emigranti di oggi che scappano dalle violenze e persecuzioni. La forza delle armi genera lutti, una catena di vendette feroci. Il tempo di Dante è parallelo a quello di oggi, sembra quasi che non sia cambiato nulla. Un'etica di fraternità e di coesistenza pacifica tra i popoli si può costruire attraverso il dialogo coniugando cuore, intelligenza, responsabilità dell'agire, con la cultura dell'essenziale, disposti anche a pagarne il prezzo con la rinuncia ad alcune nostre aspirazioni e convinzioni in virtù di un Bene più grande. Attuale è la determinazione critica con cui Dante si ribella ai valori raggiungibili con la logica della corruzione e del guadagno sfrenato, che oggi sono giunti al massimo sviluppo. Il suo è un invito a non cedere alle lusinghe dei valori dominanti, materiali che possono sembrare vincenti, ma non consoni ad una vita dignitosa per tutti senza quelle sperequazioni vergognose. Infine, ci offre spunti di speranza: la fiducia costante nella possibilità di migliorare la società attraverso un percorso di vita caratterizzato dal senso del dovere nell'impegno civile, da una vita attiva ed operosa, dalla coerenza tra quello che si pensa e si dice e l'azione. Lo straordinario patrimonio storico, culturale, artistico, ambientale, unico, durevole nei secoli e riconoscibile in tutto il mondo, Dante chiamava l'Italia "Giardino dell'Impero", ci chiama a contribuire con senso di responsabilità ad una nuova qualità del vivere civile».
Da non perdere l'appuntamento di lunedì 30 gennaio, alle ore 18,30 presso l'Auditorium dell'Oasi "Arcivescovo Francesco Minerva", in via Muzio Scevola nr.20, a Canosa di Puglia (BT), che vedrà l'intervento della professoressa Agata Pinnelli su un tema di notevole interesse storico-politico-culturale che coinvolgerà gli iscritti e quanti prenderanno parte all'incontro come ha sottolineato il presidente dell'U.T.E. dottor Sabino Trotta nel corso della presentazione. Il pensiero politico dantesco è il frutto di una particolare parabola evolutiva che trova le sue ramificate radici in una complessa serie di fattori: dalla vicenda biografica del "sommo poeta" al suo impegno politico a Firenze nella fazione "bianca" dei Guelfi, all'esperienza dell'esilio ed ai rapporti diretti avuti con diverse corti italiane nel periodo del forzato allontanamento dalla città natìa.
La cittadinanza è invitata