Polizia di Stato: i primi 40 anni senza stellette
Un servizio fatto di assidua presenza tra la gente, come parte integrante delle comunità
giovedì 1 aprile 2021
15.13
Il primo aprile 2021 è una data storica per la Polizia di Stato che celebra i primi 40 anni senza stellette. Esattamente 40 anni fa veniva approvata la Legge 121 che rifondava il sistema della sicurezza dell'Italia dando vita alla Polizia di Stato, la prima Forza di polizia ad ordinamento civile. Un cambiamento epocale non solo formale. La riforma ha conferito al ministro dell'Interno la funzione di Autorità nazionale di Pubblica Sicurezza e al Prefetto e Questore quella di Autorità provinciali, rispettivamente con competenza generale e tecnico-operativa per la gestione dell'ordine e della sicurezza pubblica, e ha introdotto il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, a capo del quale è preposto il capo della Polizia - direttore generale della Pubblica Sicurezza. Al capo della Polizia è affidato il coordinamento di tutte le Forze di polizia per l'assolvimento dei servizi di ordine e sicurezza pubblica. Con la Legge sono stati istituiti nella Polizia di Stato i ruoli dei tecnici e dei sanitari nonché quello degli ispettori, quest'ultimo con compiti inizialmente solo investigativi. Alle donne venne riconosciuta la parità di trattamento economico, di carriera e di funzioni e fu introdotta la figura dei sindacati di polizia.
La riforma ha inoltre rafforzato i valori che contraddistinguono "la nostra missione e la memoria di chi ci ha preceduto sacrificando la propria vita al servizio degli altri. Tali valori hanno assunto maggiore rilevanza rafforzando i concetti di identità e servizio." Un servizio fatto di assidua presenza tra la gente, come parte integrante delle comunità, sempre pronti ad aiutare chi è in difficoltà o vive in condizioni di bisogno. Il profondo cambiamento, che ha rinnovato le tradizioni per costruire un futuro improntato sempre più al concetto di prossimità e vicinanza, è stato raccontato nella pubblicazione "La riforma dell'Amministrazione della Pubblica Sicurezza- Esserci sempre al servizio del bene comune", in un foglietto erinnofilo dedicato alla ricorrenza, prodotto dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, e con una medaglia celebrativa coniata appositamente per tale significativo anniversario. Il prefetto Carlo Mosca, scomparso lo scorso 30 marzo, è stato uno degli ideatori della riforma ed ha curato la realizzazione del libro n cui sono raccolti anche i contributi di autorevoli figure istituzionali, del mondo ecclesiastico, della cultura e della società civile.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo messaggio ha sottolineato come "La legge 121 del 1981 è caposaldo vivo e vitale dei nostri tempi: ha rapportato l'agire della Polizia nella società ai valori della Costituzione repubblicana, affidandole una missione non dissipata in un compito meramente securitario, bensì proiettata esplicitamente verso la cura dell'ordine democratico del Paese. Oggi – scrive ancora Mattarella – la Polizia è un corpo dello Stato che i cittadini riconoscono come amico, accessibile e aperto, un elemento di coesione. Una "empatia democratica", guadagnata sul campo anche nei giorni durissimi di questo annus horribilis appena trascorso".
Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, nella prefazione, ha rimarcato come "La legge n. 121 è giustamente ricordata per aver fatto del coordinamento delle Forze di polizia il suo punto di forza, l'elemento fondante di un nuovo sistema di sicurezza, in grado di moltiplicare la performance operativa di ogni singolo attore". L'esperienza maturata in questi 40 anni "Dà evidenza del valore aggiunto che la messa in rete, il dialogo, la collaborazione tra quanti operano nel settore della sicurezza produce in termini di portata e valore dei risultati ottenuti".
Franco Gabrielli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai servizi di sicurezza della Repubblica, nel suo contributo ha ricordato invece la complessità del lungo iter parlamentare che portò alla riforma: "Questo faticoso procedere, come sottolineò il relatore della legge alla Camera, l'onorevole Oscar Mammì, contribuì a evitare quanto il terrorismo e la criminalità si proponevano, evitare cioè che si realizzasse il fine di "dissaldare", in un Paese a democrazia piuttosto giovane, le Istituzioni dai cittadini, i poliziotti dai lavoratori".
Il capo della Polizia Lamberto Giannini ha infine evidenziato: "Celebriamo questo 40° anniversario non solo con iniziative formali ma dando attuazione al processo riformatorio delle articolazioni centrali e territoriali del Dipartimento della PS. Una riorganizzazione che, pur conservando lo spirito di quella straordinaria legge, ne attualizza i contenuti. Per avere un Dipartimento della PS e una Polizia di Stato al passo coi tempi, in grado di rispondere alle istanze di sicurezza delle nostre comunità".
La riforma ha inoltre rafforzato i valori che contraddistinguono "la nostra missione e la memoria di chi ci ha preceduto sacrificando la propria vita al servizio degli altri. Tali valori hanno assunto maggiore rilevanza rafforzando i concetti di identità e servizio." Un servizio fatto di assidua presenza tra la gente, come parte integrante delle comunità, sempre pronti ad aiutare chi è in difficoltà o vive in condizioni di bisogno. Il profondo cambiamento, che ha rinnovato le tradizioni per costruire un futuro improntato sempre più al concetto di prossimità e vicinanza, è stato raccontato nella pubblicazione "La riforma dell'Amministrazione della Pubblica Sicurezza- Esserci sempre al servizio del bene comune", in un foglietto erinnofilo dedicato alla ricorrenza, prodotto dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, e con una medaglia celebrativa coniata appositamente per tale significativo anniversario. Il prefetto Carlo Mosca, scomparso lo scorso 30 marzo, è stato uno degli ideatori della riforma ed ha curato la realizzazione del libro n cui sono raccolti anche i contributi di autorevoli figure istituzionali, del mondo ecclesiastico, della cultura e della società civile.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo messaggio ha sottolineato come "La legge 121 del 1981 è caposaldo vivo e vitale dei nostri tempi: ha rapportato l'agire della Polizia nella società ai valori della Costituzione repubblicana, affidandole una missione non dissipata in un compito meramente securitario, bensì proiettata esplicitamente verso la cura dell'ordine democratico del Paese. Oggi – scrive ancora Mattarella – la Polizia è un corpo dello Stato che i cittadini riconoscono come amico, accessibile e aperto, un elemento di coesione. Una "empatia democratica", guadagnata sul campo anche nei giorni durissimi di questo annus horribilis appena trascorso".
Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, nella prefazione, ha rimarcato come "La legge n. 121 è giustamente ricordata per aver fatto del coordinamento delle Forze di polizia il suo punto di forza, l'elemento fondante di un nuovo sistema di sicurezza, in grado di moltiplicare la performance operativa di ogni singolo attore". L'esperienza maturata in questi 40 anni "Dà evidenza del valore aggiunto che la messa in rete, il dialogo, la collaborazione tra quanti operano nel settore della sicurezza produce in termini di portata e valore dei risultati ottenuti".
Franco Gabrielli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai servizi di sicurezza della Repubblica, nel suo contributo ha ricordato invece la complessità del lungo iter parlamentare che portò alla riforma: "Questo faticoso procedere, come sottolineò il relatore della legge alla Camera, l'onorevole Oscar Mammì, contribuì a evitare quanto il terrorismo e la criminalità si proponevano, evitare cioè che si realizzasse il fine di "dissaldare", in un Paese a democrazia piuttosto giovane, le Istituzioni dai cittadini, i poliziotti dai lavoratori".
Il capo della Polizia Lamberto Giannini ha infine evidenziato: "Celebriamo questo 40° anniversario non solo con iniziative formali ma dando attuazione al processo riformatorio delle articolazioni centrali e territoriali del Dipartimento della PS. Una riorganizzazione che, pur conservando lo spirito di quella straordinaria legge, ne attualizza i contenuti. Per avere un Dipartimento della PS e una Polizia di Stato al passo coi tempi, in grado di rispondere alle istanze di sicurezza delle nostre comunità".