Primo raduno di fan di Lino Banfi a Canosa
Entusiastica partecipazione dei fan dell’attore. Una serata ricca di contributi e contenuti
lunedì 31 dicembre 2012
12.58
Entusiastica partecipazione dei fan dell'attore Lino Banfi (76 anni) al primo raduno svoltosi a Canosa di Puglia(BT) lo scorso 28 dicembre 2012. In molti si sono presentati all'incontro, tra i quali il regista barese Miki D'Aquino e il cantattore Paco Bucci che si sono esibiti in sketch esilaranti, Chiara Gianvecchio madrina dell'evento, Saverio Luisi instancabile organizzatore, portando seco cimeli da collezione (locandine, film, libri, il cd della "Ninna Nonna Nonno", il 33 giri in vinile del racconto "La storia dell'orso " tratto dal film di Jean Jacques Annaud, ritagli di giornale, foto, etc) riguardanti la carriera del popolare attore pugliese che da oltre cinquant'anni calca la scena dello spettacolo, dimostrando bravura, intelligenza, sensibilità, versatilità, doti umane ed artistiche di indiscutibile valore, in più occasioni premiate dalla critica e dall'attento pubblico molto affezionato a Lino Banfi.
Una serata ricca di contributi e contenuti, caratterizzata dagli approfondimenti sulla cultura cinefila, in particolare quella filo-calcistica con la visione delle scene più divertenti tratte dal film "L'allenatore nel pallone", il trampolino di lancio di uno dei suoi personaggi più riusciti, l'allenatore Oronzo Canà. Correva l'anno 1984, quando mister Lino Banfi alias Oronzo Canà, alle prime armi e ancora disoccupato, fu chiamato dal presidente della Longobarda per sedere sulla panchina della squadra promossa in serie A.
Contro ogni aspettativa riuscì a vincere per il felice intuito di aver inserito nella formazione la giovane promessa del calcio brasiliano Aristoteles, sorprendendo tifosi e addetti ai lavori. Dopo tanta celebrità la Società Sportiva Longobarda diventa protagonista anche nel sequel del cult movie "L'allenatore nel Pallone 2" del 2008, entrambi diretti dal regista Sergio Martino. Dalla bi-zona, appresa dai "meghi" del calcio Liedholm ed Herrera, alle magie del "chelcio" secondo Oronzo Canà, soprannominato la Iena del Tavoliere, raccontate con un linguaggio semplice ed arguto, rigorosamente italo-barese, nel libro pubblicato nel 2009 dal titolo "Il chelcio secondo Oronzo Canà" per la Collana Biblioteca Umoristica Mondadori. Il tecnico calcistico spiega a puntino la "saghècia tattica" appresa giocando a carte nel bar dell'amico Omero Carnemolla, arricchita dai contributi di Aristarco Bottasecca, di Tarcisio Trottola e di Oberdan.
Una straordinaria capacità interpretativa e verve comica già ben evidenziate nel film "Al bar dello sport" diretto da Francesco Massaro , quando il calcio si giocava solo di domenica pomeriggio e si ascoltava la trasmissione "Tutto il calcio minuto per minuto" con l'orecchio alle radioline in trepida attesa dell'urlo dallo stadio che preannunciava l'intervento del radiocronista, seguito dal rimbalzo di linea "scusa Ameri-scusa Ciotti…". Bei tempi che furono rivissuti nella commedia, ambientata a Torino nel 1983, attraverso la fortunata vicenda di uno squattrinato immigrato pugliese interpretato da Lino Banfi che cerca di atteggiarsi come l'avvocato Agnelli, orologio sul polsino e cravatta sul pullover, in una storia allegra e scanzonata, dove riesce a coronare i suoi sogni. Infatti, diventa ricco grazie ad un tredici al Totocalcio da 1 miliardo e 300 milioni di lire e felice accanto alla donna che ama.
Un grande artista che ha fatto tanta gavetta, dall'incontro con il mitico Totò per un consulto beneaugurante sulla scelta del nome d'arte coniato in Lino Banfi anziché Lino Zaga fino ad arrivare allo storico ruolo di Nonno Libero nella seguitissima serie televisiva "Un medico in famiglia" tramite la quale conquista il pubblico italiano e realizza una sorta di "seconda" famiglia alla base e fondamento di una società sana. Affermazione artistica meritata che continua a riscuotere consensi a tutti i livelli grazie alla tenacia e all'intraprendenza dimostrate in oltre 50 anni di carriera, coniugando equilibrio e buon senso, professionalità e carisma, comicità (anche semi-dialettale tipica del suo humour) e frizzante simpatia che hanno fatto innamorare i suoi fan già con la testa già al prossimo raduno per porre le basi ad un progetto cine-culturale in attesa di incontrare Lino Banfi e testimoniare così la stima e l'apprezzamento per quanto realizzato nel variegato mondo dello spettacolo.
Bartolo Carbone
Una serata ricca di contributi e contenuti, caratterizzata dagli approfondimenti sulla cultura cinefila, in particolare quella filo-calcistica con la visione delle scene più divertenti tratte dal film "L'allenatore nel pallone", il trampolino di lancio di uno dei suoi personaggi più riusciti, l'allenatore Oronzo Canà. Correva l'anno 1984, quando mister Lino Banfi alias Oronzo Canà, alle prime armi e ancora disoccupato, fu chiamato dal presidente della Longobarda per sedere sulla panchina della squadra promossa in serie A.
Contro ogni aspettativa riuscì a vincere per il felice intuito di aver inserito nella formazione la giovane promessa del calcio brasiliano Aristoteles, sorprendendo tifosi e addetti ai lavori. Dopo tanta celebrità la Società Sportiva Longobarda diventa protagonista anche nel sequel del cult movie "L'allenatore nel Pallone 2" del 2008, entrambi diretti dal regista Sergio Martino. Dalla bi-zona, appresa dai "meghi" del calcio Liedholm ed Herrera, alle magie del "chelcio" secondo Oronzo Canà, soprannominato la Iena del Tavoliere, raccontate con un linguaggio semplice ed arguto, rigorosamente italo-barese, nel libro pubblicato nel 2009 dal titolo "Il chelcio secondo Oronzo Canà" per la Collana Biblioteca Umoristica Mondadori. Il tecnico calcistico spiega a puntino la "saghècia tattica" appresa giocando a carte nel bar dell'amico Omero Carnemolla, arricchita dai contributi di Aristarco Bottasecca, di Tarcisio Trottola e di Oberdan.
Una straordinaria capacità interpretativa e verve comica già ben evidenziate nel film "Al bar dello sport" diretto da Francesco Massaro , quando il calcio si giocava solo di domenica pomeriggio e si ascoltava la trasmissione "Tutto il calcio minuto per minuto" con l'orecchio alle radioline in trepida attesa dell'urlo dallo stadio che preannunciava l'intervento del radiocronista, seguito dal rimbalzo di linea "scusa Ameri-scusa Ciotti…". Bei tempi che furono rivissuti nella commedia, ambientata a Torino nel 1983, attraverso la fortunata vicenda di uno squattrinato immigrato pugliese interpretato da Lino Banfi che cerca di atteggiarsi come l'avvocato Agnelli, orologio sul polsino e cravatta sul pullover, in una storia allegra e scanzonata, dove riesce a coronare i suoi sogni. Infatti, diventa ricco grazie ad un tredici al Totocalcio da 1 miliardo e 300 milioni di lire e felice accanto alla donna che ama.
Un grande artista che ha fatto tanta gavetta, dall'incontro con il mitico Totò per un consulto beneaugurante sulla scelta del nome d'arte coniato in Lino Banfi anziché Lino Zaga fino ad arrivare allo storico ruolo di Nonno Libero nella seguitissima serie televisiva "Un medico in famiglia" tramite la quale conquista il pubblico italiano e realizza una sorta di "seconda" famiglia alla base e fondamento di una società sana. Affermazione artistica meritata che continua a riscuotere consensi a tutti i livelli grazie alla tenacia e all'intraprendenza dimostrate in oltre 50 anni di carriera, coniugando equilibrio e buon senso, professionalità e carisma, comicità (anche semi-dialettale tipica del suo humour) e frizzante simpatia che hanno fatto innamorare i suoi fan già con la testa già al prossimo raduno per porre le basi ad un progetto cine-culturale in attesa di incontrare Lino Banfi e testimoniare così la stima e l'apprezzamento per quanto realizzato nel variegato mondo dello spettacolo.
Bartolo Carbone