Privi di meraviglia, restiamo sordi al sublime

E' il tema del Meeting 2020 a  Rimini

lunedì 17 agosto 2020 23.25
"Privi di meraviglia restiamo sordi al sublime", è il tema del Meeting 2020 a Rimini Palacongressi dal 18 al 23 agosto -ispirato da una frase del filosofo ebreo Abraham Joshua Heschel, e citata da don Giussani ne Il senso religioso - Questa "meraviglia" con cui la realtà ci tocca e ci sorprende, e grazie alla quale ciò che crediamo di sapere e di saper gestire, o che cerchiamo sempre di sistemare nei nostri schemi, mostra la sua misteriosa attrattiva: la scoperta semplice e vertiginosa che le cose ci sono, e ci sono date, sono donate gratuitamente a noi; e noi stessi siamo dati, perché siamo continuamente chiamati ad essere, ridestati nel nostro 'io' dall'incontro con la realtà, con le cose e con le persone. Il Meeting, vuole sollecitare tutti a sollevare gli occhi dal tran tran quotidiano, dall'ordinaria fatica di ogni giorno in cui siamo coinvolti, che spesso è eroismo quotidiano di tanti, per dare a quella fatica l'idea che essa ha comunque un senso, anche quando si piega o ripiega su se stessa. Anche quando, in modo anche drammatico, questo senso sembra scapparci tra le mani.
E invece credo si trovi, il Meeting, quest'anno impegnato a custodire la meraviglia che in questo annus horribilis si è presentata da sola. La meraviglia del dono della vita, del dono che innanzi tutto come vita degli altri di cui vive la mia vita, con la vita ci è dato. Sempre, ogni giorno, anche quando non ci facciamo caso. La meraviglia che la vita – la vita nostra e degli altri, la vita che si salvava nei reparti di rianimazione, o ne usciva morta su file di camion militari da città martoriate – la vita è la cosa più importante. Il dono che – presi dai propri affari – troppi di noi, singoli e società, avevamo dimenticato. La vita non in astratto, ma la vita vera, quella che tante volte mettiamo da parte: i suoi affetti, i volti che ci avevano sorriso, aiutati, accompagnati. L'umano si riaccende solo se qualcosa o qualcuno lo strappa dal nulla: non un'idea intellettuale ma un avvenimento che possa prendere la vita, un 'ideale' incarnato, che accade nel tempo e nello spazio: una presenza storica, in carne ed ossa, che corrisponda così tanto al nostro desiderio di vita che ci afferra e libera. Il sublime è la voce del reale che ci chiama, non al di là del mondo, ma dentro questo mondo, come una promessa che implica la nostra disponibilità – la "povertà di spirito" di cui parla il Vangelo – per poter rendere presente e visibile, sperimentabile, il Mistero che abita le cose.
Guardare i problemi del mondo, a tutti i livelli, anzitutto culturale e comunicativo, economico, sociale e politico, restando sordi al sublime significherebbe non comprendere la sfida e il compito che ci attendono. Lo stupore che nasce dal sublime, vale a dire da qualcosa che ridesta la nostra persona e la sostiene nel suo desiderio, è il fattore più concreto, addirittura il più operativo nell'affronto del nostro tempo – un tempo difficile e affascinante come sanno essere i grandi momenti di crisi nella storia dell'uomo.
Il contributo che il Meeting vuole proporre è un nuovo passo di amicizia – rinnovando una storia che dura da più di quarant'anni – con tutti coloro che avvertono l'urgenza della vita e la fame di un significato per vivere. È l'amicizia di chi si aiuta a far attenzione al richiamo dell'essere, di chi si impegna a interpretarne i segni, di chi si educa a gustarne la bellezza. Questa amicizia non è solo quella che il Meeting vorrebbe offrire a tutti, ma è anche, e soprattutto, quella che da tutti attende, per reimparare a vivere la meraviglia. Qest'anno il Meeting potrà essere seguito in modalità digitale, pertanto tutti gli incontri "Meet the Meeting" si svolgeranno sui canali digitali.
Prof. Leonardo Di Nunno