Quando la cultura si fa emozione
“Il Lago dei Cigni” the opera musical
martedì 7 gennaio 2014
9.31
Il teatro è una forma privilegiata di comunicazione di idee, sentimenti ed emozioni; una comunicazione che guarda la realtà con un suo particolare linguaggio: poetico, musicale, realistico, metaforico. Si pone al pubblico come gioco e divertimento in cui è possibile andare al di là delle cose, di cogliere l'essenzialità della vita invisibile agli occhi, ma visibile con il cuore, come afferma Antoine de Saint Exupéry. Oggi tutto fa spettacolo: degrado e povertà. Ma ecco "Il Lago dei Cigni", una fiaba rivisitata in modo originale, in cui musica, danza, luci, interpretazione, umorismo, ambientazione eccellenti hanno coinvolto il pubblico con efficacia stupendo, divertendo e riflettendo insieme sulla problematica più estenuante della vita, il bene e il male, scoprendo infine la potenza delle scelte guidate dal cuore, che possono indirizzare le azioni quotidiane nella libertà, nella verità e nell'amore in un processo di cambiamento e rinnovamento, che non esclude la sofferenza, inevitabile, perché anch'essa è vita se alimentata da un sogno. Infatti lo spettacolo è stato un continuo movimento tra realtà e fantasia, tra aspirazioni e ciò che la vita può offrirci in base al nostro sentire, al libero arbitrio, alla determinazione con cui si affrontano gli ostacoli e alla capacità di coniugare il cuore e la ragione per osare sempre più in là fino al dono di sé per rispondere ad un appello d'amore.
Sogno e realtà, una magica armonia di lotta e Speranza che fa guardare verso l'alto, verso Dio, la bellezza del cielo con gli occhi dell'amore, capaci di compiere gesti di grande elevatezza che fanno cambiare la direzione del nostro cammino, potrebbero anche sembrare una follia, ma tutta positiva, perché ci fa uscire dai nostri limiti per incamminarci verso le grandi utopie che sempre hanno animato la piena realizzazione di sé, delle proprie passioni ed anche il progresso della storia dell'umanità. Il musical fiabesco ci comunica che non si può limitare il pensiero, la vita alle contrapposizioni del Bianco e del Nero, della purezza e della malvagità perdente, perché "questa visione – dice la scrittrice Susanna Tamaro – non mette in evidenza il cammino evolutivo, le stratificazioni di migliaia di anni di cultura. Non si può ridurre l'esistenza del nostro cuore e della nostra intelligenza a questa uni direzionalità". Ed è proprio qui che si materializza con efficacia il ruolo della Luna in un'atmosfera magica e reale insieme, magnificamente interpretata dall'artista Rossella Antonacci, intervenendo a modificare questo corso, dando l'intelligenza del cuore al perfido Rothbat, che lo avrebbe fatto vivere per l'eternità con la coscienza del male e del dolore seminato intorno a sé, quando guidato dal potere, dal rancore, vendetta e inganno ha negato le emozioni del cuore, effimere secondo lui, che non gli avrebbero permesso di vivere nell'eternità.
Perché la fiaba diventa un musical? – ci viene da chiedere. Le fiabe hanno sempre fatto parte del racconto dell'uomo, toccando anche traguardi di bellezza artistica sublimi. """Il Lago dei Cigni di Tchaikovsky ne è una testimonianza – commenta Giaschi – da qui ha preso il via lo spettacolo, proseguendo in maniera nuova ed autonoma in sintonia con la musica moderna, mai spezzando il filo conduttore più significativo della melodia originale, intorno a cui ho costruito qualcosa di nuovo, mettendomi in gioco in una sfida avvincente con la collaborazione della regista Silvia Cuccovillo, del coreografo Vito Iacobellis, della vocal coach Rossella Antonacci e l'arrangiatore Giancarlo Vaccalluzzo, liberando la fiaba classica da un romanticismo vittimistico, perdente ed eroico insieme. Certo è stato un cammino difficile, un lavoro di squadra che si è posto l'obiettivo non solo di regalare un'esperienza ricca di emozioni e aneliti culturali ma anche di promuovere la liberazione del concetto pregiudizievole che l'arte non è un lavoro nobile come gli altri, proprio perché non fa i conti con l'utile immediato, ma è un investimento nello sviluppo del pensiero, dell'identità, della qualità culturale di una nazione""". Il musical ha incontrato la fiaba perché si sa ci diverte, ci fa sognare ma ci aiuta a capire che la vita è cammino, contraddizione, follia, utopia e lo è in conseguenza della complessità del nostro essere umani, segnati dal libero arbitrio e dalla percezione del tempo che ci hanno spinto nei millenni ad interrogarci, a ricercare, a raccontare, ad immaginare, in una parola a creare cultura. Oggi, in un periodo di crisi, ci sono molte contraddizioni, la cultura nelle sue varie forme, dalla sapienza educativa alla sapienza creativo – artistica ne paga il prezzo maggiore, pertanto è la causa prima del precipitare del nostro vivere comune. """Siamo ormai – denuncia con passione la scrittrice Tamaro – proni agli ottusi, agli ignoranti, agli onnipresenti insultatori. Sono loro ormai da troppi anni a tenere lo scettro del potere nel nostro paese, distruggendo ogni istanza di positività e di costruzione e facendo apparire la cultura come qualcosa di superfluo, di superato, di inutile, se non di dannoso""".
Canosa, città di cultura, di fronte ad un'analisi così veritiera di crisi economica, di declino, di smarrimento si erge con fierezza dimostrando di credere nella cultura, nei sapienti, nei poeti, negli artisti; una comunità ha bisogno di arte, di bellezza, di intelligenza. Con questo musical la cittadinanza canosina ha saputo, in un momento di crisi anche con sacrifici, fare cultura e ringrazia Leonardo Giaschi per aver regalato un'esperienza culturale così autentica, professionale e coinvolgente in linea con la nostra grande tradizione storica - culturale. """Sono emozionatissimo, mi tremano le gambe, certamente non è il palco a causarmi questo stato emotivo, ma questo tuffo in una cultura di alta professionalità""". È il commento del vice sindaco Pietro Basile, tra le autorità presenti, intervenuto per i saluti nella serata conclusiva del musical "Il Lago dei Cigni", in anteprima nazionale al Teatro Comunale "R. Lembo" di Canosa di Puglia(BT). """Uno spettacolo bellissimo! L'amore risolve tutto, è la chiave dell'accettazione del dono della vita nonostante la sofferenza""". È la voce commossa del papà di Vittorio Bari, il più grande artista pugliese che pregava con il suo grande canto. La manifestazione teatrale ha voluto sostenere la fondazione "Vittorio Bari" in memoria del tenore che aveva condiviso, fino alla prematura scomparsa, il progetto con entusiasmo. La fondazione si propone di promuovere gli studi dei talenti emergenti che, privi di mezzi, non riuscirebbero a realizzare i loro sogni artistici.
Ad maiora, Agata Pinnelli
foto di Savino Mazzarella
Sogno e realtà, una magica armonia di lotta e Speranza che fa guardare verso l'alto, verso Dio, la bellezza del cielo con gli occhi dell'amore, capaci di compiere gesti di grande elevatezza che fanno cambiare la direzione del nostro cammino, potrebbero anche sembrare una follia, ma tutta positiva, perché ci fa uscire dai nostri limiti per incamminarci verso le grandi utopie che sempre hanno animato la piena realizzazione di sé, delle proprie passioni ed anche il progresso della storia dell'umanità. Il musical fiabesco ci comunica che non si può limitare il pensiero, la vita alle contrapposizioni del Bianco e del Nero, della purezza e della malvagità perdente, perché "questa visione – dice la scrittrice Susanna Tamaro – non mette in evidenza il cammino evolutivo, le stratificazioni di migliaia di anni di cultura. Non si può ridurre l'esistenza del nostro cuore e della nostra intelligenza a questa uni direzionalità". Ed è proprio qui che si materializza con efficacia il ruolo della Luna in un'atmosfera magica e reale insieme, magnificamente interpretata dall'artista Rossella Antonacci, intervenendo a modificare questo corso, dando l'intelligenza del cuore al perfido Rothbat, che lo avrebbe fatto vivere per l'eternità con la coscienza del male e del dolore seminato intorno a sé, quando guidato dal potere, dal rancore, vendetta e inganno ha negato le emozioni del cuore, effimere secondo lui, che non gli avrebbero permesso di vivere nell'eternità.
Perché la fiaba diventa un musical? – ci viene da chiedere. Le fiabe hanno sempre fatto parte del racconto dell'uomo, toccando anche traguardi di bellezza artistica sublimi. """Il Lago dei Cigni di Tchaikovsky ne è una testimonianza – commenta Giaschi – da qui ha preso il via lo spettacolo, proseguendo in maniera nuova ed autonoma in sintonia con la musica moderna, mai spezzando il filo conduttore più significativo della melodia originale, intorno a cui ho costruito qualcosa di nuovo, mettendomi in gioco in una sfida avvincente con la collaborazione della regista Silvia Cuccovillo, del coreografo Vito Iacobellis, della vocal coach Rossella Antonacci e l'arrangiatore Giancarlo Vaccalluzzo, liberando la fiaba classica da un romanticismo vittimistico, perdente ed eroico insieme. Certo è stato un cammino difficile, un lavoro di squadra che si è posto l'obiettivo non solo di regalare un'esperienza ricca di emozioni e aneliti culturali ma anche di promuovere la liberazione del concetto pregiudizievole che l'arte non è un lavoro nobile come gli altri, proprio perché non fa i conti con l'utile immediato, ma è un investimento nello sviluppo del pensiero, dell'identità, della qualità culturale di una nazione""". Il musical ha incontrato la fiaba perché si sa ci diverte, ci fa sognare ma ci aiuta a capire che la vita è cammino, contraddizione, follia, utopia e lo è in conseguenza della complessità del nostro essere umani, segnati dal libero arbitrio e dalla percezione del tempo che ci hanno spinto nei millenni ad interrogarci, a ricercare, a raccontare, ad immaginare, in una parola a creare cultura. Oggi, in un periodo di crisi, ci sono molte contraddizioni, la cultura nelle sue varie forme, dalla sapienza educativa alla sapienza creativo – artistica ne paga il prezzo maggiore, pertanto è la causa prima del precipitare del nostro vivere comune. """Siamo ormai – denuncia con passione la scrittrice Tamaro – proni agli ottusi, agli ignoranti, agli onnipresenti insultatori. Sono loro ormai da troppi anni a tenere lo scettro del potere nel nostro paese, distruggendo ogni istanza di positività e di costruzione e facendo apparire la cultura come qualcosa di superfluo, di superato, di inutile, se non di dannoso""".
Canosa, città di cultura, di fronte ad un'analisi così veritiera di crisi economica, di declino, di smarrimento si erge con fierezza dimostrando di credere nella cultura, nei sapienti, nei poeti, negli artisti; una comunità ha bisogno di arte, di bellezza, di intelligenza. Con questo musical la cittadinanza canosina ha saputo, in un momento di crisi anche con sacrifici, fare cultura e ringrazia Leonardo Giaschi per aver regalato un'esperienza culturale così autentica, professionale e coinvolgente in linea con la nostra grande tradizione storica - culturale. """Sono emozionatissimo, mi tremano le gambe, certamente non è il palco a causarmi questo stato emotivo, ma questo tuffo in una cultura di alta professionalità""". È il commento del vice sindaco Pietro Basile, tra le autorità presenti, intervenuto per i saluti nella serata conclusiva del musical "Il Lago dei Cigni", in anteprima nazionale al Teatro Comunale "R. Lembo" di Canosa di Puglia(BT). """Uno spettacolo bellissimo! L'amore risolve tutto, è la chiave dell'accettazione del dono della vita nonostante la sofferenza""". È la voce commossa del papà di Vittorio Bari, il più grande artista pugliese che pregava con il suo grande canto. La manifestazione teatrale ha voluto sostenere la fondazione "Vittorio Bari" in memoria del tenore che aveva condiviso, fino alla prematura scomparsa, il progetto con entusiasmo. La fondazione si propone di promuovere gli studi dei talenti emergenti che, privi di mezzi, non riuscirebbero a realizzare i loro sogni artistici.
Ad maiora, Agata Pinnelli
foto di Savino Mazzarella