Record delle esportazioni dei vini pugliesi
Al via la 52^ Edizione del VINITALY
domenica 15 aprile 2018
11.20
L'innovazione sta caratterizzando il mondo del vino pugliese, afferma Coldiretti Puglia, e sta contribuendo a dare fermento ad un settore in continua crescita in termini di qualità e riconoscibilità sui mercati nazionali ed internazionali. Dal tappo in vetro, al vigneto ad alberello di uve Sauvignon in riva al mare, dagli occhialini utili ad 'immergersi' nelle Terre del Neagroamaro, fino al pesto dalle foglie di vite, sono solo alcune delle novità sono solo alcune delle novità delle aziende, raccontate da Coldiretti Puglia in occasione del Vinitaly a Verona dal dal 15 al 18 aprile. Capitolo a parte, aggiunge Coldiretti Puglia, merita la diffusione del "Wine beauty" che oggi riguarda dalla crema viso alla linfa di vite, dallo scrub agli scarti di potatura al gel di uva rassodante, dalla crema anti-età alle nettare di uva. "E' il tempo di fare un bilancio degli ultimi trent'anni – commenta il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – che hanno visto il settore impegnato in una seria rivoluzione colturale e culturale che lo ha reso il testimonial dell'agroalimentare pugliese competitivo ed evoluto. Il finanziamento grazie a bandi regionali degli impianti di spumantizzazione ha consentito l'ulteriore valorizzazione delle nostre uve e dei nostri vini e fa il paio con una attività, che dal blocco dei diritti di reimpianti fuori regione, passa per tutte le misure sulla modernizzazione e l'innovazione in cantina. I vini spumanti che un tempo erano costretti a migrare oggi sono prodotti direttamente in Puglia, chiudendo una filiera di eccellenza che ha aperto straordinarie prospettive di mercato". Il vigneto di Erminio Campa caratterizza il panorama costiero di Torricella a Taranto con gli alberelli saldamente radicati su terreno calcareo argilloso misto a sabbia fine. L'aria di mare fa il resto. In provincia di Lecce le cantine salentine di Guagnano, in collaborazione con Firm Unisalento e AVR Lab, spin off dell'Università del Salento, coordinati dal Prof. Maizza, hanno messo a punto occhialini avveniristici che consentono di visitare vigne, barricaie e cantine, stando comodamente seduti in poltrona a degustare i pregiati vini salentini. Ultima novità enogastronomica da abbinare ai vini un condimento a base di foglie di vite per insaporire pasta e crostoni dell'azienda agricola Lillo di Castellaneta.
"Il vino oggi testimonia un processo di rigenerazione realizzato da un sistema di imprese che si è posto l'obiettivo – ha aggiunto Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – di offrire nel bicchiere un intero territorio fatto del patrimonio genetico dei suoi vitigni, delle sue ricchezze endogene, del clima, di paesaggio, di testimonianze artistiche e naturali, con un occhio attento all'innovazione e alle tendenze del consumo. Da qui, per esempio, la nascita di Vegamaro", la prima bottiglia di negroamaro in purezza dedicata a vegani e vegetariani, prodotto dalla cantina Feudi di Guagnano, questo nettare di Bacco nel quale non c'è traccia di sostanze di origine animale in nessuna delle fasi produttive (dalla vinificazione al finissaggio, dall'affinamento all'imbottigliamento). Anche il packaging, dall'etichetta alla bottiglia, dal tappo alla scatola, sono stati concepiti nell'ottica della eco sostenibilità, per intercettare quella fetta di consumatori sempre più attenta all'ambiente e al rispetto del mondo animale.".
Continua la crescita record delle esportazioni dei vini pugliesi, che nel 2017 hanno segnato un +21,5% rispetto all'anno precedente, secondo le elaborazioni di Coldiretti Puglia su dati Istat e un valore complessivo di 149 milioni di euro. Di pari passo aumenta la produzione biologica di uve, con 15.990 ettari contro i 10.866 dell'anno precedente. Il Primitivo pugliese con un aumento del +21% è al secondo posto in Italia della classifica dei vini che hanno avuto il maggior incremento nelle bottiglie acquistate nel 2017. "Determinante il ruolo del settore vitivinicolo per l'economia e il lavoro nel Mezzogiorno e in Puglia – commenta il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – che vede la provincia di Foggia al secondo posto Italia per ore di lavoro create nel settore del vino e al decimo posto della top ten anche un'altro vitigno pugliese, il Castel Del Monte Doc, con 9,4 milioni di ore lavorate nella provincia di Bari. Innumerevoli le opportunità di lavoro per chi è impegnato direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell'indotto che si sono estese negli ambiti più diversi, dall'industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall'enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall'editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione".
Il regolamento comunitario per la produzione di 'vino biologico' rappresenta un passo avanti importante per uno sviluppo adeguato del settore. Finalmente, grazie al fatto che le norme disciplinano l'intero processo enologico e non la sola fase di coltivazione in campo delle uve bio, si può etichettare il vino come "biologico" e non più come "ottenuto da uve biologiche". "E' grazie ai produttori di così alto livello – dice con soddisfazione Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – che la Puglia è diventata la capofila di questo 'rinascimento del vino'. Si tratta di un patrimonio di innovazione e competitività acquisite che va tutelato dagli attacchi dell'agropirateria che colpisce anche la Puglia ed i nostri vini sono a forte rischio imitazione. Ecco a cosa servono i marchi di qualità, a difenderci dagli attacchi dei falsari e a valorizzare la tipicità e la localizzazione del prodotto". Secondo uno studio della Coldiretti, la raccolta di un grappolo alimenta opportunità di lavoro in ben 18 settori: 1) agricoltura, 2) industria trasformazione, 3) commercio/ristorazione, 4) vetro per bicchieri e bottiglie, 5) lavorazione del sughero per tappi, 6) trasporti, 7) assicurazioni/credito/finanza, 8) accessori come cavatappi, sciabole e etilometri, 9) vivaismo, 10) imballaggi come etichette e cartoni, 11) ricerca/formazione/divulgazione, 12) enoturismo, 13) cosmetica, 14) benessere/salute con l'enoterapia, 15) editoria, 16) pubblicità, 17) informatica, 18) bioenergie.
Grande successo anche del biologico in Puglia, dove 1 ettaro su 8 di vigneto è biologico, dato testimoniato dalle numerose etichette di vini prestigiosi presenti al Vinitaly, recanti il logo europeo che distingue le produzioni biologiche. La Puglia è la seconda regione italiana con 10900 ettari nel segmento del vino bio e biodinamico. Grande attenzione anche all'ambiente, testimoniato dall'utilizzo del 'tappo bio', la chiusura innovativa "carbon neutral", riciclabile al 100% e realizzata con materiali rinnovabili d'origine vegetale.
"Il vino oggi testimonia un processo di rigenerazione realizzato da un sistema di imprese che si è posto l'obiettivo – ha aggiunto Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – di offrire nel bicchiere un intero territorio fatto del patrimonio genetico dei suoi vitigni, delle sue ricchezze endogene, del clima, di paesaggio, di testimonianze artistiche e naturali, con un occhio attento all'innovazione e alle tendenze del consumo. Da qui, per esempio, la nascita di Vegamaro", la prima bottiglia di negroamaro in purezza dedicata a vegani e vegetariani, prodotto dalla cantina Feudi di Guagnano, questo nettare di Bacco nel quale non c'è traccia di sostanze di origine animale in nessuna delle fasi produttive (dalla vinificazione al finissaggio, dall'affinamento all'imbottigliamento). Anche il packaging, dall'etichetta alla bottiglia, dal tappo alla scatola, sono stati concepiti nell'ottica della eco sostenibilità, per intercettare quella fetta di consumatori sempre più attenta all'ambiente e al rispetto del mondo animale.".
Continua la crescita record delle esportazioni dei vini pugliesi, che nel 2017 hanno segnato un +21,5% rispetto all'anno precedente, secondo le elaborazioni di Coldiretti Puglia su dati Istat e un valore complessivo di 149 milioni di euro. Di pari passo aumenta la produzione biologica di uve, con 15.990 ettari contro i 10.866 dell'anno precedente. Il Primitivo pugliese con un aumento del +21% è al secondo posto in Italia della classifica dei vini che hanno avuto il maggior incremento nelle bottiglie acquistate nel 2017. "Determinante il ruolo del settore vitivinicolo per l'economia e il lavoro nel Mezzogiorno e in Puglia – commenta il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – che vede la provincia di Foggia al secondo posto Italia per ore di lavoro create nel settore del vino e al decimo posto della top ten anche un'altro vitigno pugliese, il Castel Del Monte Doc, con 9,4 milioni di ore lavorate nella provincia di Bari. Innumerevoli le opportunità di lavoro per chi è impegnato direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell'indotto che si sono estese negli ambiti più diversi, dall'industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall'enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall'editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione".
Il regolamento comunitario per la produzione di 'vino biologico' rappresenta un passo avanti importante per uno sviluppo adeguato del settore. Finalmente, grazie al fatto che le norme disciplinano l'intero processo enologico e non la sola fase di coltivazione in campo delle uve bio, si può etichettare il vino come "biologico" e non più come "ottenuto da uve biologiche". "E' grazie ai produttori di così alto livello – dice con soddisfazione Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – che la Puglia è diventata la capofila di questo 'rinascimento del vino'. Si tratta di un patrimonio di innovazione e competitività acquisite che va tutelato dagli attacchi dell'agropirateria che colpisce anche la Puglia ed i nostri vini sono a forte rischio imitazione. Ecco a cosa servono i marchi di qualità, a difenderci dagli attacchi dei falsari e a valorizzare la tipicità e la localizzazione del prodotto". Secondo uno studio della Coldiretti, la raccolta di un grappolo alimenta opportunità di lavoro in ben 18 settori: 1) agricoltura, 2) industria trasformazione, 3) commercio/ristorazione, 4) vetro per bicchieri e bottiglie, 5) lavorazione del sughero per tappi, 6) trasporti, 7) assicurazioni/credito/finanza, 8) accessori come cavatappi, sciabole e etilometri, 9) vivaismo, 10) imballaggi come etichette e cartoni, 11) ricerca/formazione/divulgazione, 12) enoturismo, 13) cosmetica, 14) benessere/salute con l'enoterapia, 15) editoria, 16) pubblicità, 17) informatica, 18) bioenergie.
Grande successo anche del biologico in Puglia, dove 1 ettaro su 8 di vigneto è biologico, dato testimoniato dalle numerose etichette di vini prestigiosi presenti al Vinitaly, recanti il logo europeo che distingue le produzioni biologiche. La Puglia è la seconda regione italiana con 10900 ettari nel segmento del vino bio e biodinamico. Grande attenzione anche all'ambiente, testimoniato dall'utilizzo del 'tappo bio', la chiusura innovativa "carbon neutral", riciclabile al 100% e realizzata con materiali rinnovabili d'origine vegetale.